Ancora a proposito del Sant'Antonio Abate

Direttive regionali: in che modo l'Ipab le ha applicate? - Da "La Sesia", 21 maggio 2010.

Il Gruppo Senza Sede, continuando le iniziative informative riguardo all'Ipab Sant'Antonio Abate di Trino, ha inoltrato al Presidente dell'Ente Gian Carlo Ardizzone una nuova comunicazione con altri tre quesiti, che fanno seguito a quelli già rivolti l'8 aprile scorso, e ai quali fin'ora il Presidente non ha voluto rispondere. "Anche queste sono domande essenziali - spiegano i membri - per dare modo ai cittadini di conoscere come l'Ipab ha applicato le direttive delle recenti delibere regionali. Chiediamo quindi: in quale tipologia di struttura è qualificata? A che punto è la procedura per ottenere i requisiti strutturali, organizzativi e gestionali che garantiranno il suo definitivo accreditamento istituzionale? Infine, poiché dal marzo 2010 è stato avviato il progressivo aumento delle tariffe per l'assistenza residenziale socio-sanitaria a fronte dei contratti collettivi nazionali di lavoro, tale obbligo implica, nell'anno in corso, un aumento delle rette dei ricoverati?". "Il Consiglio amministrativo dell'Ipab - puntualizza Gian Carlo Ardizzone - ritiene di non rispondere all'associazione in merito a problematiche che già sta affrontando con le istituzioni preposte. In questa fase delicata e complessa per il futuro dell'ente le polemiche non giovano, sono demoralizzanti nei confronti dei degenti e dei loro famigliari". "Affermando che l'ospedale sta vivendo una fase delicata e complessa per il suo futuro - ribadisce il GSS - il Presidente Ardizzone ha dimostrato di aver capito perfettamente il senso preoccupato, e per nulla polemico, delle nostre pertinenti domande. Di demoralizzante e destabilizzante, oggi, c'è solo l'incapacità nel prospettare in modo concreto, a degenti e personale, una efficace assistenza socio-sanitaria nel contesto di una consolidata struttura pubblica. E'la solita storia, ci si spazientisce contro chi? Coi Senza Sede, che danno l'allarme che la casa brucia. Tutto pur di non accusare chi - Asl, Comune e Amministrazione dell'ospedale - ha causato l'incendio".

 

Tre domande al Presdente Dell'Ipab, del 6 aprile 2010.

gentile rag. Gian Carlo Ardizzone (Presidente Ipab S. Antonio Abate di Trino): potrebbe rispondere, pubblicamente, a queste tre questioni? Grazie. A proposito della presenza del personale presso le RSA (Case Protette) D. G. R. n° 17-15226, 30 marzo 2005 “1) L’orario di servizio degli operatori deve essere portato a conoscenza degli utenti e famigliari attraverso l’esposizione di uno schema di presenza di ciascuna professionalità impiegata nella struttura; 2) Deve essere stabilito ed opportunamente pubblicizzato l’orario settimanale di effettiva presenza medica all’interno della struttura”. D. G. R. n° 2-3520, 31 luglio 2006 E’ fatto d’obbligo alle strutture affiggere, in apposita bacheca, facilmente consultabile, l’orario settimanale dell’effettiva presenza medica, infermieristica, riabilitativa e di assistenza tutelare della persona”. Pertanto agli ingressi delle RSA devono essere affissi due tabelloni: uno con i nomi dei medici, l’altro con quelli del restante personale con l’indicazione del numero e delle qualifiche degli operatori per ciascun turno lavorativo, affinché anche i malati ed i loro congiunti possano poi verificarne l’effettiva presenza in servizio attraverso la targhetta identificativa. L’Ipab S. Antonio Abate ha disposto, per i nuclei della Casa Protetta, tali, vincolanti, indicazioni regolamentari? A proposito di imboccamento dei ricoverati presso le RSA Circolare Presidente Giunta Regionale 16 aprile 2007, n° 1/WEL Tutte le strutture sono tenute a fornire, […] ai sensi della D. G. R. n° 17-15226, 30 marzo 2005, la somministrazione dei pasti (anche a letto dell’ospedale), che comprende l’imboccamento alle persone che non sono in grado di provvedere autonomamente”.Pertanto se un ricoverato non ha parenti o parenti impossibilitati all’assistenza alimentare, è la struttura trinese, con il suo personale, che  deve garantire il diritto alla somministrazione dei pasti ed all’eventuale imboccamento. Corrisponde al vero che presso la Casa Protetta dell’Ipab S. Antonio Abate, oltre al servizio dei volontari, esistono alcuni casi di assistenza alimentare “privata e monetizzata” pagata direttamente dai famigliari? A proposito delle spese di trasporto da e per l’ospedale a carico dei ricoverati presso le RSA D. G. R. n° 17-15226, 30 marzo 2005 Circolare Presidente Giunta Regionale 16 aprile 2007, n° 1/WEL Si fa presente che non possono essere tollerate richieste a carico dei cittadini utenti fondate su generiche indicazioni di […] rimborsi spese relative ai trasferimenti in ambulanza che, ai sensi della D. G. R. 17-15226/2005, son invece a carico dell’ASL o della struttura residenziale”. Quindi si sottolinea che, per quanto attiene alle spese per i trasporti da e per l’ospedale riferite ai ricoverati presso le RSA (inseriti in regime di accreditamento con il SSR), «le prestazioni relative ai trasferimenti in ambulanza per l’effettuazione di prestazioni diagnostiche e specialistiche, qualora non erogabili direttamente nell’ambito della struttura residenziale» sono garantite direttamente dall’ASL.

Pertanto nessun onere relativo a tali prestazioni deve essere imputato a carico del ricoverato. Dall’aprile 2006 ad oggi, l’Ipab S. Antonio Abate e l’ASL casalese hanno ottemperato a tali, precise, disposizioni? I ricoverati della Casa Protetta, dall’aprile 2006 ad oggi, hanno pagato o no il trasporto in ambulanza?                                                                      

Il Gruppo senza Sede-Associazione Culturale                             

Lettera inviata ai giornali locali il 5 maggio 2010 e non ancora pubblicata.

Chi frequenta il mercato di Trino il sabato, si sta quasi abituando a vedersi consegnare volantini o chiedere di firmare petizioni. Molte di queste iniziative, che nulla hanno a che fare con le campagne elettorali, vedono la firma del Gruppo senza Sede, considerato da qualcuno una folcloristica compagine di criticoni a prescindere, di sovversivi distruttori del sistema costituito, buoni solo a polemizzare con il Sindaco Ravasenga, che non dava i locali pubblici perché potessero riunirsi e  parlarsi addosso delle loro questioni personali. Oggi, essendo decaduto lo scopo primario della polemica (Ravasenga),torna comodo diffondere il pensiero che il Gruppo rivolge gli strali verso l’IPAB Sant’Antonio Abate per far si che venga privatizzato.  Forse sarà ancora lunga la battaglia per sradicare queste convinzioni, noi andiamo a toccare consuetudini e comportamenti radicati, atteggiamenti buonisti ed accomodanti, che i più hanno accettato passivamente convincendosi che siano giusti, pur di non sforzarsi di ragionare, pur di non correre rischi, intanto se si va a rotoli è sempre colpa degli altri. Si è arrivati al paradosso di colpevolizzare chi cerca di andare contro a questo modo di pensare, organizzando iniziative per chiedere che i diritti di tutti vengano rispettati, molti sono ancora convinti che in caso di necessità individuale per qualsiasi problema, basti avere la conoscenza che conta che si farà carico di avere un occhio di riguardo. Così chi è “furbo”, avrà il suo bel tornaconto, gli altri possono pure sprofondare sotto metri di sterco. Dal 2006 il Gruppo senza Sede ha iniziato a segnalare la pericolosa politica che ha prodotto la perdita nella struttura trinese  di posti letto convenzionati, l’aumento delle rette ed il progressivo venir meno di una rassicurante prospettiva assistenziale pubblica. Negli anni abbiamo distribuito ai cittadini opuscoli e volantini per ribadire i diritti dei malati e dei soggetti deboli ricoverati nelle case protette, oggi siamo al paradosso che il personale dipendente si fa carico del rilancio dell’ente, promuovendo pranzi e feste, salvo far rimarcare i pesantissimi turni di lavoro in condizioni difficili, con lo spettro della privatizzazione incombente.

Il Presidente si rifiuta di rispondere a quesiti che riguardano l’organizzazione interna e la salvaguardia degli assistiti di cui lui è responsabile, e sabato 24 Aprile un sindacalista della CGIL, mentre distribuivamo volantini davanti all’IPAB ci ha chiesto: “Ma voi chi siete per venire a screditare chi lavora qui dentro ?” Ecco pubblicamente la risposta: “Noi contestiamo la non trasparenza dei servizi forniti dall’IPAB Sant’Antonio Abate, struttura assistenziale che deve sottostare alle Leggi dello Stato e della Regione, esclusivamente nell’interesse dei ricoverati”. Il malato, soprattutto se anziano non autosufficiente, ricoverato in ospedale o in residenze sanitarie, si trova quasi sempre in una posizione di debolezza fisica e psicologica. Ma questo non giustifica che si debbano accettare passivamente eventuali violazioni dei suoi diritti, tanto più che queste violazioni a volte derivano dalla non perfetta conoscenza delle norme vigenti da parte dello stesso personale sanitario e dall’abitudine di affidarsi alla prassi ( “ si è fatto sempre così”). Per far rispettare i propri diritti, per prima cosa bisogna conoscerli. Chi poi conoscendoli, si impegna anche a chiederne il rispetto, rende un servizio oltre che a se stesso, anche ad altri che si trovano in una situazione simile. Sui volantini abbiamo citato alcune delle normative Regionali che non vengono applicate presso l’IPAB, se ci verrà dimostrato che siamo in errore nel segnalarle, saremo ben contenti di trascorrere il sabato mattina a passeggio o al bar”.

Il Gruppo senza Sede-Associazione Culturale