L’OMBRA DEL NUCLEARE E’ GIA’ SU TRINO!

 Col Decreto Legge n°112 del 25 giugno 2008*, il piano Scajola per l’energia nucleare non è più solo un’ipotesi elettorale, esso entra con forza nella fase attuativa. Trino, se il decreto verrà convertito in legge, rischia di piombare nuovamente nel pericolo di avere, sul proprio territorio, una o più centrali nucleari! Non è assolutamente fantasia! Al Capo III – Energia – Art. 7, comma 1, lettera d) si legge tra gli obiettivi: “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare”; al comma 3,il Governo è autorizzato ad avviare la stipula,  entro il 31 dicembre 2009, di uno o più accordi con Stati membri dell’Unione Europea o Paesi Terzi, per intraprendere il processo di sviluppo del settore dell’energia nucleare”; al comma 3, punto 2, “gli accordi potranno prevedere modelli contrattuali volti all’ottenimento di forniture di energia nucleare a lungo termine da rendere, con eventuali interessi, a conclusione del processo di costruzione  e ristrutturazione delle centrali presenti sul territorio nazionale”.

La situazione è questa: l’Italia ha già accordi di studio e di fornitura di energia nucleare con la Francia. Trasportare energia costa, è conveniente insediare i nuovi impianti il più possibile vicino al confine. Trino possiede già una centrale “ristrutturabile” (la Enrico Fermi) ed un sito precedentemente autorizzato (Leri Cavour); a Saluggia si stanno avviando i lavori per i depositi delle scorie radioattive. Trino e il vercellese hanno dunque tutte le caratteristiche per essere nuovamente individuati come principale sito per il rilancio del nucleare in Italia!

 TUTTO CIO’ NELLA COLPEVOLE INDIFFERENZA O, MEGLIO, NELL’ASSORDANTE SILENZIO, DELLA CLASSE POLITICA TRINESE! SENZA ALCUN DIBATTITO E SENZA ALCUNA INFORMAZIONE ALLE POPOLAZIONI DEL TERRITORIO.

 Il sindaco di Trino, Giovanni Ravasenga, si è dichiarato pronto a invitare il ministro Scajola a Trino (intervista a Radio24, del 16 giugno 2008). Per fare cosa? Per ratificare una scelta già fatta? Il Consiglio Comunale è completamente escluso dall’argomento. La stessa opposizione, al di là di un ironico volantino sulle ondivaghe dichiarazioni del sindaco, non ha espresso chiaramente la sua posizione. L’assenza totale di dibattito democratico su una questione così grave come quella di nuovi impianti nucleari (centrale e/o uno o più depositi di scorie nel vercellese) non ha precedenti. Da parte della Provincia di Vercelli il silenzio è totale. Più inquietante ancora quello dell’On. Roberto Rosso, vero “deus ex machina” della politica locale, che dopo aver dichiarato “La nostra area ha già dato a sufficienza” (al nucleare) non si è più espresso sull’argomento. Silenzio ipocrita o impotente?

 Ma il massimo pericolo antidemocratico sta nel Decreto dell’8 aprile 2008* con il quale IL GOVERNO HA LA POSSIBILITÀ DI COPRIRE CON IL SEGRETO DI STATO GLI IMPIANTI CIVILI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA*.

QUESTO PROGETTO È DI UN’ASSURDITÀ TOTALE. Potrebbe concretizzarsi soltanto grazie all’incompetenza, all’ottusità o alla testardaggine, forse interessata, dei suoi autori, ai danni delle popolazioni locali e delle finanze pubbliche. Ecco perchè:

 - NON C’E ABBASTANZA ACQUA NEL PO PER RAFFREDDARE CORRETTAMENTE UNA CENTRALE. Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte: “C’è l’impossibilità tecnica di localizzare una delle centrali nucleari in Piemonte. A suo tempo mi occupai della Valutazione di impatto ambientale e conosco bene la questione. Per quel che riguarda Trino, la quantità d’acqua è troppo scarsa (all’epoca era scarsa solo in inverno, oggi lo sarebbe anche in estate) per consentire un raffreddamento senza il rischio di dover fermare la centrale e quindi buttare via l’intero investimento.*. In Francia molti reattori funzionano d’estate a basso regime o sono addirittura fermi per mancanza d’acqua per il raffreddamento. E’ necessario allora importare elettricità, a prezzo pieno

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* I documenti contrassegnati con l’asterisco nel testo sono sul nostro sito www.grupposenzasede.it

- L’energia nucleare è la più cara che c’è. Citiamo le cifre ufficiali del Ministero dell’Energia degli Stati Uniti*: gas 4,97 cent/$ al kW, eolico 5,05 cent/$, carbone 5,31 cent/$,  nucleare 6,13 cent/$. A questi bisogna aggiungere gli enormi costi per lo smantellamento degli impianti dopo 40 anni di produzione, e i costi indotti dal problema delle scorie, di cui nessuno sa cosa fare. (La Corte dei Conti francese, nel suo rapporto per l’anno 2005,  ha evidenziato l’incertezza dei costi che il nucleare farà pesare sulle generazioni future)*.

- Nessun paese finora è riuscito a risolvere il problema delle scorie.* I fautori del nucleare non possono eludere le proprie responsabilità riguardo alle scorie (prodotte anche dalle centrali di 3^ o 4^ generazione). Finora tutte le soluzioni tentate sono state dei fallimenti: il sito di stoccaggio degli USA, situato nelle Yucca Mountains, è bloccato da una sentenza del tribunale perchè, nonostante gli 8 miliardi di dollari investiti nella progettazione, emette gas radioattivi *; il sito di trattamento delle scorie russo, a Mayak nel sud degli Urali, ha contaminato 272.000 persone*. Al momento, gli americani non sanno dove mettere le scorie. Lo stesso problema si riscontra in Francia dove le scorie si accumulano nelle varie centrali. Il sito di stoccaggio di Soulaisnes rilascia gas radioattivi* e il primo sito della Manche, saturo dal 1994, è diventato ingestibile: i fusti sono degradati a tal punto che non si possono più spostare, malgrado l’inquinamento dei corsi d’acqua già in atto*. Nonostante le certezze dei progettisti, non esiste un sistema di confinamento impermeabile, sia in superficie che in profondità, perchè la radioattività delle scorie agisce sul contenitore... già dopo pochi anni (quando i progettisti ci avevano assicurato che la soluzione sarebbe stata stabile per secoli). D’altra parte, la crosta terrestre è viva, e mai nessun sito potrà impedire le infiltrazioni di acqua che rovinano i fusti (ricordiamo che il plutonio dimezza la sua radioattività dopo 24.000 anni, e l’uranio dopo 710 milioni di anni!).

- Il nucleare è pericoloso. I rischi di incidenti maggiori esistono sempre, come si è verificato poche settimane fa in Slovenia. Cresceranno con l’invecchiamento delle centrali attuali. Riguardo alla nostra zona, un incidente metterebbe in pericolo tutta la pianura padana, dove viene prodotta la maggioranza delle derrate alimentari del nostro paese e dove c’è la maggior parte dell’acqua disponibile in Italia. Non era previsto che la piscina Eurex di Saluggia rilasciasse sostanze radioattive nelle falde (il che fa temere per l’Acquedotto del Monferrato). Eppure...

Secondo l’Autorité de Sureté Nucléaire francese, occorrono “un minimo di 15 anni per avviare in buone condizioni la produzione di un nuovo reattore”*. Mentre Scajola prevede “entro 5 anni la prima pietra delle nuove centrali”!!...* Già a novembre 2007 l’amministratore delegato di Areva, la società francese che costruisce le centrali nucleari, lanciava una frecciata ai pro-nucleari italiani: “Da voi c’è troppa ideologia.”*  Ai danni di chi?

- Attorno a una centrale le leucemie infantili da 0 a 5 anni sono raddoppiate (219% in un raggio di 5 chilometri). E’ quanto emerge da uno studio* pubblicato a fine 2007 e realizzato dall’Ufficio Federale Tedesco di Protezione dalle Radiazioni sui casi di cancri da 0 a 5 anni apparsi attorno a 15 impianti nucleari dal 1980 al 2003. Anche senza incidenti minori nel funzionamento di una centrale, questa incide pesantemente sulla salute delle popolazioni circostanti (in Germania gli scarichi autorizzati di sostanze radioattive, consentiti a tutti gli impianti nucleari nel quadro di un mantenimento “di routine”, sono inferiori a quelli autorizzati altrove, per esempio in Francia.) Altri studi tedeschi precedenti avevano già evidenziato questo problema sanitario. Insieme a ragioni economiche hanno indotto la Germania (che sul suo territorio sfrutta l’energia solare più dell’Italia!) a uscire progressivamente dal nucleare. Nonostante questa scelta, questo paese è esportatore di elettricità, in particolare verso la Francia nucleare *.

La soluzione nucleare poteva avere un senso 30 anni fa, oggi è superata. La produzione di elettricità di origine eolica ha superato nel 2007 quella di origine nucleare*, così come era già per l’idroelettrico*. Negli Stati Uniti d’America, dove la produzione di energia elettrica è in mano ai privati, non si sono progettate nuove centrali dal 1978, nonostante gli incentivi dati dall’amministrazione Bush, perché non è conveniente dal punto di vista economico*. Secondo il rapporto statistico dell’International Energy Agency (I.E.A)*, il nucleare rappresenta il 6,3% della produzione mondiale di energia primaria (l’energia prodotta dai reattori, di cui, secondo l’I.E.A. stessa, solo il 33% è effettivamente trasformata in elettricità, il resto è disperso sotto forma di vapore o di acqua calda). Se invece consideriamo i consumi reali, ovvero “l’energia finale”, il nucleare rappresenta il 2,5% del consumo energetico mondiale. Soltanto il 2,5%! (Il nucleare rappresenta secondo l’I.E.A. il 15,2% della produzione mondiale di elettricità, che rappresenta a sua volta il 16,3% del consumo mondiale di energia; il 15,2% del 16,3% sono, per l’appunto, il 2,48%*). In Francia, l’85% della produzione dei 58 reattori (il 15% viene esportato) copre solamente il 17% del consumo energetico globale del paese* (che non ha potuto evitare il grande black-out europeo del novembre 2006*). Tutto ciò significa che il nucleare non potrà mai costituire un’alternativa alle energie fossili, tanto più che anche l’uranio comincerà a scarseggiare intorno al 2030*. Una parte così piccola non ha nessun impatto nella lotta contro le emissioni di CO2. Per arrivare al 20% dell’energia totale, soglia critica per avere un impatto ambientale significativo, bisognerebbe costruire una centrale ogni 10 giorni per i prossimi 60 anni*. L’hanno capito bene per esempio i paesi produttori di petrolio dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente che investono massicciamente nell’energia solare (è già in progetto un elettrodotto di 3.000 km tra Algeria e Germania-Belgio che trasporterà l’elettricità generata da centrali solari nel Sahara). L’Italia deve per forza essere più stupida degli altri? (Sole 24 Ore, 30-06-08)*

La prima esperienza nucleare (la centrale E. Fermi) non ha reso Trino più ricca dei paesi vicini. tanti comuni intorno a noi hanno saputo in questi anni svilupparsi, senza centrale. In compenso l’eredità nucleare ci ha lasciato problemi: le scorie. Il ministro Scajola ha promesso incentivi sulla bolletta energetica dei comuni che accetteranno l’insediamento di nuove centrali. A più di vent’anni dai 3 referendum (8/9 novembre 1987) nei quali anche i trinesi con percentuali nette (61%, 58,5% e 57.4% su una media votanti dell’80,3%) decretarono l’uscita dell’Italia dal nucleare, sarebbe veramente paradossale essere comprati oggi per una scelta energetica che si è deciso di abbandonare allora. 

SE NON VOGLIAMO QUESTA CENTRALE, ESPRIMIAMOCI SUBITO. E’ L’UNICA POSSIBILITA’ DI EVITARLA. PER FARLO:

 SABATO 19 LUGLIO

Manifestazione Antinucleare Pacifica  -  partenza ore 16,00 da Piazza Dante Alighieri (piazza della stazione ferroviaria) e corteo fino al Ponte su fiume Po.

 

                                                                                                           GRUPPO SENZA SEDE - TRINO

- Elenco delle fonti citate nel documento

- Documento dell'EDF (Ente Electricité de france) pag..254

- Documento dell'EDF (Ente Electricité de France) pag. 260

- Documento dell'EDF (Ente Electricité de France) pag. 261

- Articolo "I costi umani del nucleare"