L'incontro con il Magistrato Rita Sanlorenzo è stato molto interessante e ricco di contenuto. La nostra ospite ha iniziato commentando positivamente il nome della nostra Associazione, ed affermando che nella nostra epoca varie sono le persone che si sentono "senza sede" in mezzo alle polemiche ed ai problemi economici ed istituzionali, ma occorre fare rete e farsi forza, lottare per i tempi che verranno. In questi tempi di crisi economica molte persone si riscoprono più deboli, smarrite e preoccupate nonostante la propaganda ufficiale inviti all'ottimismo. Occorre invece ragionare, analizzare le questioni e capire la realtà dei fatti. Un buon punto di partenza è la nostra Costituzione, definita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come il nostro terreno comune su cui costruire la nostra convivenza. La nostra Costituzione è stata creata dopo la guerra, quando l'Italia, uscita da una dittatura che la aveva portata alla rovina, ha l'esigenza di riscoprirsi, ha la necessità di essere libera, democratica, e di far sì che parti tra loro opposte possano convivere in armonia. Il miracolo avviene: nel documento fondante dell'Italia post bellica c'è spazio per i cattolici, i comunisti, i liberali. I principi sanciti sono limpidi, chiari, soprattutto la versione originale si caratterizza per un linguaggio accessibile a tutti. L'intento dei padri costituenti, e questo è evidente nei punti essenziali del documento, era quello di superare l'autoritarismo che aveva portato morte e rovina agli italiani, stabilire un terreno comune per una convivenza in armonia e per conciliare le varie istanze. La Repubblica italiana è fondata sul lavoro, e questa è una affermazione democratica dal punto di vista dei lavoratori. Inoltre la Costituzione sancisce la separazione dei poteri: è un principio liberale, classico, che ha origine nel filosofo illuminista francese Montesquieu. Il nostro è un meccanismo complicato ed un modello per altri Paesi, europei e non, soprattutto per quelli che si sono accinti o si accingono a fare delle riforme. A garanzia della separazione dei poteri c'è il Presidente della Repubblica, che ha poteri delicati e che è garante del sistema. Segue la Corte Costituzionale, che deve collocarsi al di sopra del potere politico e parlamentare, e valutare se le leggi infrangono il potere superiore, la Legge suprema, ossia la Costituzione. Nello Statuto Albertino la Magistratura era collocata sotto la giurisdizione del Ministro della Giustizia, e per questo durante il fascismo non ci furono grandi cambiamenti nella gestione della giustizia. Nella maggior parte dei casi i magistrati hanno obbedito al regime spontaneamente, proprio a causa dell'ordinamento giudiziario già vigente. Dopo la guerra la magistratura è diventata un organo autonomo, situato al di sopra del potere politico ed indipendente. I giudici devono poter condannare anche i potenti e tutelare i deboli, che devono poter far valere le proprie ragioni ed i propri diritti. Il Ministro della  Giustizia non è un capo, è responsabile del buon andamento della giustizia ma, secondo l'art. 101 della Costituzione, il Giudice risponde solo alla legge. Il Consiglio Superiore della Magistratura organizza gli uffici, le carriere, ecc..., ed è stato creato proprio per evitare che altri poteri influenzassero il corso della giustizia. L'istituzione del CSM ha incontrato molte resistenze all'inizio: istituito finalmente nel 1958, viene eletto ogni 4 anni e, nel corso del tempo, si è arricchito di facoltà e poteri. E' composto per due terzi da magistrati, per un terzo da rappresentanti del potere politico, ed ovviamente, quando si rinnova il CSM, i magistrati esprimono idee, filosofie e concezioni del mondo differenti tra loro. Ora si assiste ad un incessante assalto alla Costituzione, definita antiquata e non più in grado di garantire la governabilità del Paese. La Costituzione è la base fondante di una Società, gli Usa, una nazione indiscutibilmente leader e potente, ha una Costituzione di 300 anni che nessuno intende cambiare. Se si cambia una Costituzione si sradica qualcosa di profondo. E'evidente lo svilimento del Parlamento, che si rinnova con delle leggi elettorali che impediscono alla gente di scegliere i rappresentanti, ci si trova di fronte a liste già confezionate, e questo altera profondamente gli equilibri interni alle istituzioni. I singoli non possono più avere successo con l'elettorato, ma diventano deputati o senatori solo in virtù dei loro legami ad un partito. Le regole della rappresentanza vengono così sovvertite, e comanda chi è scelto dalle segreterie dei partiti. La dialettica parlamentare non esiste più, si alza la mano secondo gli ordini di scuderia, ed il Parlamento ratifica le decisioni del governo o dei partiti senza dibattito costruttivo. Esiste una "Costituzione materiale", che regola effettivamente il funzionamento di un Paese senza necessariamente modificare la Carta Costituzionale. Ad esempio si fa molto ricorso allo stato di emergenza, previsto dalla Costituzione per i casi veramente gravi per permettere di ricorrere alle decisioni dell'Esecutivo senza il vaglio del Parlamento. Il meccanismo ora è stato esteso a vari ambiti, ad esempio a quello dei Rom. Pur non essendosi verificato un aumento di presenze od un incremento di problemi di ordine pubblico si è proceduto a degli sgomberi, anche in alcune realtà dove c'era una certa integrazione, con i bambini che frequentavano le scuole, i genitori che lavoravano, ecc... E'stato dichiarato lo stato di emergenza anche per le Olimpiadi, per il G8, per i lavori all'Isola della Maddalena, per il terremoto, dando un impulso decisionista ma vanificando ogni controllo. I fatti hanno poi dimostrato che la mancanza di controllo genera malaffare, tanto che si dice che "dietro una emergenza c'è una convenienza".La magistratura è per definizione un organo di garanzia, che deve fare rispettare le regole, mantenere la legalità e tutelare il singolo quando la legalità è infranta, invece in Italia la magistratura viene vista come un ostacolo al decisionismo. Ci sono stati vari strappi istituzionali, polemiche, la degenerazione del linguaggio anche ad alti livelli (pensiamo al presidente del Consiglio Berlusconi che ha definito i magistrati "antropologicamente disturbati") che hanno danneggiato l'assetto democratico del Paese. Uno strappo istituzionale è stata la mozione del 5 dicembre 2001, che disattendeva la sentenza della Corte di Cassazione sulle Rogatorie. Prima i giudici e poi la Corte di Cassazione respingono la legge sulla limitazione delle Rogatorie emanata dal Parlamento, e con la mozione del dicembre 2001 si supera apertamente il principio liberale della separazione dei poteri, perché emerge l'insofferenza del potere nei confronti degli atti dei giudici. Indubbiamente il giudice ha grandi responsabilità, ed inevitabilmente interpreta la legge anche al di là della volontà politica di chi la ha fatta. Tutte le leggi comunque non possono infrangere la Costituzione, e se un giudice ritiene che una norma sia incostituzionale deve chiederne l'annullamento. Il giudice non deve ottenere il consenso di chi detiene il potere, deve affermare il significato della legge, accettando che i gradi superiori di giudizio possano prendere decisioni anche opposte. La legge non è un meccanismo, è un insieme rigido di norme ed il giudice è l'interprete della volontà del legislatore con tutti i parametri di cui può disporre. Con la legge sulle rogatorie il potere, insofferente nei confronti del sistema giudiziario, ha emanato una legge pretendendo che si si adeguasse ad essa ma, mancando di determinati parametri, la Cassazione la ha disapplicata ed il Senato si è ribellato. Un altro strappo grave è stato quello che si è verificato per il caso di Eluana Englaro. A fronte di una sentenza definitiva del giudice che autorizzava la sospensione dell'alimentazione della ragazza in stato vegetativo da anni, il Consiglio dei Ministri aveva preparato un decreto per obbligare la ripresa dell'alimentazione. In questo caso il Presidente Napolitano aveva ricordato gli ambiti di ciascun potere, e che non tutto è permesso. Un altro esempio è quello del lodo Alfano, annullato dalla Corte Costituzionale in quanto permetteva delle deroghe molto vistose al principio di uguaglianza. Anche in questo caso ci sono state grandi polemiche, i giudici costituzionali sono stati tacciati di essere dei politici espressione della sinistra. Si sta vivendo un periodo di incertezza nell'attesa della riforma del CSM e del sistema giudiziario, che prevede la separazione delle carriere dei giudici e dei magistrati. La magistratura sconta la sfiducia dei cittadini perché il sistema non funziona, i tempi sono lunghi, i costi elevati, i meccanismi sono farraginosi, e così può accadere che un giudice emette una sentenza magari poi completamente ribaltata da un altro. I Cittadini hanno ragione, ma devono anche sapere che nessuna delle riforme proposte, a mezzo legge ordinaria o costituzionale, ha questi scopi. Sono previsti solo tagli, comprensibili visto il periodo di crisi, però, su un organico previsto dalla legge di 10.000 magistrati, ne mancano ben 1.100, il personale amministrativo viene continuamente ridotto e gli avanzamenti di carriera non sono pochissimi. I meccanismi processuali sono farraginosi e pieni di trappole: il processo Mills è andato in prescrizione per tre mesi. La legge in vigore in precedenza prevedeva la prescrizione del reato entro 12 anni, con la nuova legge si è passati a 3 anni e mezzo. L'Avvocato Mills era stato condannato, era stato corrotto, ma la macchina giudiziaria è arrivata tardi. Le riforme proposte sicuramente non tuteleranno il cittadino, e nemmeno le leggi come quella sul processo breve o sul legittimo impedimento. Anche la limitazione delle intercettazioni creerà dei problemi a chi svolge le indagini: secondo la proposta di legge si potranno effettuare soltanto quando ci saranno delle prove dell'esistenza di un reato, ma a questo punto diventano superflue. E'certamente sbagliato divulgare al pubblico a mezzo stampa le intercettazioni, in particolare quando riguardano fatti specificamente privati dell'indagato, ma questi sistemi servono per cercare nuove piste di indagini, non quando ci sono già le prove. Per ciò che riguarda la riforma del processo penale ora la norma prevede che il giudice debba ascoltare i testimoni portati dalla difesa, ma con la facoltà di ammettere i testi sulla base dell'opportunità e della pertinenza. Con la proposta di riforma il giudice non avrà più questa facoltà, e la difesa potrà citare anche 200 testimoni, per i dettagli meno rilevanti, ed il giudice dovrà ascoltarli tutti,con conseguenti perdite di tempo, rischi di prescrizione, ecc...Ora il Pubblico Ministero deve procedere per ogni notizia di reato di cui è a conoscenza, con la riforma il Pubblico Ministero potrà agire soltanto sulla base dei rapporti che gli verranno presentati dalla Polizia Giudiziaria, la quale non è autonoma ma risponde a delle gerarchie ed al Ministro. E tutte queste leggi si potranno approvare senza modificare la Costituzione. Anche con  il decreto salva liste le regole non sono state rispettate in toto, è stata l'ennesima pretesa di intervenire su regole già approvate. Se la scelta è tra l'utile od il giusto, si sceglie sempre l'utile, e questo travolgerà la convivenza tra le persone ed il progresso, perché non c'è progresso senza regole. La questione dell'immigrazione sarà un banco di prova della tenuta della nostra democrazia: il voler creare un diritto speciale per lo straniero, sancisce che questo non è un essere umano come gli altri. Abbiamo ora delle forme di detenzione amministrative (Centri di Permanenza Temporanei), mentre prima la clandestinità era un reato amministrativo, che si aggravava in presenza di altri reati, ora è un reato di per sè, ed ha portato all'equazione clandestino = criminale. In realtà anche ora il reato si estingue con il pagamento di un pena pecuniaria, se l'ammenda non viene pagata il clandestino viene espulso, ma queste pene erano già previste quando si trattava di un reato amministrativo. Occorre continuare a ragionare, per evitare di diventare preda della propaganda e perché i cittadini possano occupare di nuovo un ruolo centrale nella Società italiana.

I nostri commenti

L'incontro è stato veramente interessante, ed ha fornito numerosi spunti di riflessione. Rita Sanlorenzo ha dimostrato di essere molto preparata, competente ed appassionata del suo lavoro, con il giusto equilibrio che i Magistrati debbono avere . Vorremmo continuare la riflessione e la discussione sulle regole e sulla legalità, invitando i trinesi a non rassegnarsi e ad attendere soluzioni dall'alto, ma a riscoprire la partecipazione, la solidarietà e le regole della convivenza comune. Ci piacerebbe fare queste riflessioni su temi così importanti anche con l'Amministrazione Comunale (Sindaco, Giunta e Consiglieri di maggioranza), peccato che alla manifestazione non ci fosse nemmeno un rappresentate. Un'assenza che ancora una volta vale più di tante parole:  speriamo che almeno sulle scelte future per la nostra Città, aprano dei dibattiti con i Cittadini in piena trasparenza anziché imporre dall'alto decisioni preconfezionate. Lo ripetiamo: un amministratore non deve solo presenziare a feste o ad eventi, ma anche essere presente nel tessuto sociale e prendere decisioni, magari a volte impopolari, ma  sempre volte al futuro ed al bene di chi è amministrato.