23 ottobre 2009: Finché c'è guerra c'è speranza?

E' stata veramente piacevole ed interessante la serata del 23 ottobre 2009, che ha avuto luogo nei locali dell'Oratorio Salesiano di Trino. Don Renato Sacco, del movimento cattolico Pax Christi, ha illustrato come viene vista la guerra oggi e come vivono le persone in un Paese in guerra come l'Iraq. Don Renato ha affermato che, secondo Pax Christi, il tema della pace deve essere centrale nelle attività umane e religiose per un credente, e soprattutto per un sacerdote, Cristo è la Pace, mentre la guerra è degradante. Un tempo la guerra era vista come una tragedia irrimediabile, nei detti popolari era citata come il male estremo (ad esempio in caso di calamità naturale, di danni ai raccolti, ecc..., si riconosceva la gravità dell'accaduto ma si diceva che comunque non era la guerra...), ora invece si tende a considerarla un business economico. E' stato citato l'aeroporto di Cameri, ed il fatto che alla Fiera di Arona c'è uno stand dell'esercito per sensibilizzare i visitatori. Anche sul giornale "Topolino" compaiono pubblicità che invitano i giovani a scegliere la carriera militare. A Cameri si assembleranno gli aerei F35, con un costo di 14 miliardi di Euro (le stime dei costi per

la ricostruzione dell'Abruzzo sono di circa 12 miliardi di Euro!), e questo viene visto come una opportunità lavorativa ed economica. Di fatto nessuna forza politica vi si è opposta: i Sindacati non azzardano un parere (positivo o negativo che possa essere), l'Amministrazione Provinciale di Centrosinistra ha fatto partire il progetto, il Centrodestra è ben felice di portarlo avanti e neppure la Chiesa ha fatto sentire la sua voce. Soltanto Pax Christi e Mons. Charrier, già Vescovo di Alessandria, si sono espressi in modo contrario a questo progetto, in nome di una pace che va conquistata e difesa giorno per giorno. Don Renato è stato 10 volte in Iraq, varie volte a Sarajevo durante la guerra, in Burundi ed in Kosovo, ma quando si rivolge ai giovani per parlare della sua esperienza si rende conto che essi percepiscono nella guerra un fascino particolare. Addirittura oggi l'abbigliamento in stile mimetico è diventato una moda, anche il linguaggio utilizza termini relativi alla guerra per indicare azioni quotidiane (ad esempio si dice "mirare ad ottenere qualcosa", ecc... Ben pochi si rendono conto che in realtà la violenza priva della vita e che non ha nulla di affascinante. Un soldato rimasto ucciso in Afghanistan , poco prima di morire aveva affermato, parlando con i suoi

familiari, che la guerra è un lavoro sporco ma qualcuno lo deve fare. La svolta è cominciata nel 1991 con la Prima guerra del Golfo: i mass media hanno mostrato immagini sfolgoranti dei combattimenti, che hanno dato un'idea esaltante della guerra nascondendo quello che di atroce essa porta con sè. Era anche il periodo in cui si celebravano le presunte"bombe intelligenti", capaci di colpire esattamente l'obiettivo mirato. Nel 1991 a Baghdad nel rifugio blindato Al-Miria si trovavano 400 persone, per lo più donne e bambini. L'unica porzione non blindata era una apertura per l'aria. Una prima bomba intelligente aveva centrato questa apertura alzando la pressione all'interno del rifugio, una seconda aveva portato la temperatura a 2000 gradi, uccidendone tutti gli occupanti. Ancora oggi è possibile vedere le sagome delle persone schiacciate contro il muro, letteralmente liquefatte, con le madri che tentano di proteggere i loro figli. In queste realtà operano varie organizzazioni tra cui Emergency, che vede la guerra dalla parte delle vittime che vengono curate dai medici dell'organizzazione. La guerra coinvolge realmente le persone.

Pax Christi era presente nel 1999 a Belgrado, quando gli aerei militari partivano da Aviano del Friuli per bombardare la città. Don Renato, che si era perso in questa capitale devastata dalle bombe, incontra un poliziotto che lo aiuta a ritrovare la strada, rapportandosi come persone, non come individui coinvolti in una guerra. La guerra tra Iran ed Iraq ha provocato più di un milione di morti, e l'Italia ha venduto armi ad entrambe le fazioni, addirittura 9 milioni di mine per il Curdistan. Durante l'ultimo viaggio compiuto da Don Renato in Iraq il Vescovo del Curdistan ha affermato di non poter più rientrare nella sua casa perché il terreno circostante è disseminato di mine, gettate negli anni 80 e che sono rimaste sul terreno, in attesa di qualche incauto che le urti e che rimanga ucciso o mutilato. Gli effetti delle armi si fanno sentire anche dopo anni, anche quando i regimi politici sono cambiati, anche totalmente. L'Italia ha fatto affari d'oro al tempo di Saddam Hussein: le rubinetterie del novarese e del verbano hanno esportato tantissimo, e nessuno si preoccupava del fatto che fosse un Dittatore, dato che allora un Dinaro Iraqeno valeva ben 3 Dollari.

Prima della guerra non c'era libertà,  si accusava Saddam Hussein di accumulare ricchezze, però la mortalità infantile era bassissima, le cure mediche ed ospedaliere erano ad altissimo livello e l'Università era a portata di tutti e le minoranze erano tutelate; ovviamente c'erano molti problemi, ma il livello di vita era decisamente alto. Poi, in nome dell'esportazione della Democrazia, che mascherava gli appetiti delle grandi Multinazionali nei confronti dei pozzi petroliferi, si è deciso di fare la guerra e di rovesciare il regime. Ora tutto è cambiato: anche quando sembra che le cose vadano meglio, la violenza ed i problemi ricominciano sempre ed ovunque. In questa Nazione sta avendo luogo il più grande esodo di profughi in Medio Oriente dopo quello dei palestinesi del 1948. Le minoranze sono vessate, fino al 2003 i controlli alle frontiere erano severissimi, mentre ora chiunque può entrare nel Paese, essendo i controlli quasi inesistenti ; per questo si sono riversati terroristi, trafficanti di armi, integralisti, mafiosi.... Allo scoppio della guerra le prigioni e gli ospedali psichiatrici sono stati svuotati, in quei giorni si è proprio visto il caos entrare nelle città, nella vita quotidiana, addirittura si vedevano i matti dirigere il traffico.... La guerra ha portato il caos, lo sconvolgimento totale del vivere. Oggi In Iraq il terrorismo è presente ed è forte. E' facile dare sempre la colpa ad Al-Qaeda, ma sicuramente ci sono anche altri interessati a mantenere viva la strategia della tensione. Don Renato giustamente ha detto che a distanza di anni non si è ancora riusciti a capire chi c'è dietro la Strage di Piazza Fontana in Italia, a maggior ragione è ancora più complicato capire chi sta dietro agli attentati terroristici. Quando scoppia una bomba davanti ad una Chiesa si reagisce con uno spirito da crociata, ma quando scoppia davanti ad una Moschea l'opinione pubblica non si indigna minimamente. Ormai anche le persone politicamente più filoamericane sono stanche, ci sono interi villaggi di profughi scappati dalla violenza o dai ricatti di mafiosi che vogliono estorcere denaro minacciando  ripercussioni sui figli. Nel Paese del petrolio, dove basta scavare da qualsiasi parte perché esca l'"oro nero", una bombola di gas costa 40 Euro (una cifra enorme per un profugo che ha perso il lavoro), e la benzina costa mezzo Euro al litro. Addirittura ora la gente deve fare la fila tutta la notte ai distributori per poter fare il pieno il mattino successivo. Tra le voci dei media che ci mostrano una situazione non veritiera, si alzano le voci di coloro che invece ci raccontano di come la realtà sia diversa. Nel 2008 il Superiore dei Monaci caldei chiedeva di chi era la responsabilità di questa terribile situazione, che vede quotidianamente cadere dei veri e propri martiri. Non c'è una famiglia che non abbia avuto almeno un morto. Sempre nel 2008 è stato rapito ed ucciso Mons. Rahho, Vescovo di Mosul, e con lui sono stati assassinati 3 padri di famiglia di 30 anni (ognuno di loro aveva 3 bambini). Tra gli esponenti più conosciuti di pax Christi ci sono Mons. Bettazzi, Don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, morto di tumore nel 1993 dopo essere stato a Sarajevo nel 1992, e Mons. Bona, Vescovo di Saluzzo. Anche Emergency, che è una Associazione laica, condivide le stesse idee sulla guerra di Pax Christi, ed i suoi esponenti non esitano a levare la voce contro queste violenze assurde. Questi gruppi sono scomodi, addirittura negli ultimi tempi Emergency fatica a portare il suo messaggio di pace nelle scuole o negli Enti perché non si vuole che la realtà venga a galla: i medici devono curare ma tacere, non devono parlare di quello che vedono e vivono quotidianamente. Ma nei filmati proiettati durante la serata, si è vista tanta gente comune provata dalla sofferenza ma capace di sperare che un giorno la guerra finirà ; si vedono famiglie costrette a fuggire ed a lasciare tutti i loro averi per una lotta che non comprendono e che non è la loro e che , più che desiderare di "importare" la democrazia, vorrebbero pace e sicurezza per sè e per loro famiglie.