16 maggio 2013:

Serata informativa sui malati cronici non autosufficienti

Relatore: Giuseppe D'Angelo

Responsabile della Fondazione Promozione Sociale di Torino, capofila delle petizioni.

Introduzione del Presidente del Gruppo Senza Sede Santina Ferrarotti

Solo riconoscendo le stesse esigenze e gli stessi diritti degli altri cittadini, alle persone incapaci di autodifendersi, si può vincere l’emarginazione sociale “

 Era il 25 MARZO 2007, con in mente proprio questa frase, il Gruppo senza Sede si rivolse per la prima volta ai trinesi, in merito agli argomenti che verranno trattati stasera. Eravamo nella chiesa di San Pietro Martire, gentilmente concessa dal Priore della Confraternita, riscaldata alla meglio con le stufette  che ognuno di noi si era portato da casa, perché all’epoca eravamo banditi dalle sale pubbliche, (la storia è ampiamente trattata sul nostro sito). 

Quella domenica mattina, distribuimmo ai presenti l’opuscolo della Regione Piemonte : REGOLAMENTO PER L’ACCESSO AI SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI, i relatori erano Francesco Santanera, pilastro della Fondazione Promozione Sociale di Torino,   e Mauro Perino del Consorzio Intercomunale dei Servizi alla persona di Collegno e Grugliasco, comuni all’avanguardia in Piemonte nell’impegno per la tutela delle persone meno fortunate.

Li avevamo invitati a Trino appunto per spiegarci i diritti degli anziani malati cronici non autosufficienti alle cure sanitarie senza limiti di durata.

Noi del Gruppo senza Sede abbiamo continuato a seguire queste delicate e complesse problematiche, divulgando informazioni tramite i giornali ed aderendo alle Petizioni popolari, grazie alle quali molti diritti sono stati riconosciuti, come i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).

Stasera vogliamo testimoniare i progressi e valutare quanto ancora resta da fare, perché i diritti riconosciuti vengano davvero rispettati, nell’interesse di tutti, soprattutto in questo periodo di tagli lineari ai fondi sanitari ed assistenziali.

Di fronte a necessità sempre più pressanti e senza possibilità di soluzioni a breve, ci stiamo abituando a far fronte da soli alle carenze dei servizi : a scuola i genitori dipingono i muri, restaurano i bagni, fanno collette per il materiale didattico, c’è chi, stufo di inciampare, si ripara da solo il marciapiedi o la buca nell’asfalto davanti a casa.

Con la scusa della crisi, si sta affidando al buon cuore del volontariato la copertura delle carenze della sanità pubblica. EMERGENCY, non sta più curando solo le popolazioni del terzo mondo, ma deve far fronte in Italia a situazioni sempre più drammatiche.

Negli Stati Uniti, che spesso vengono citati come esempio di democrazia e di avanguardia, è allarme per l’aumento di decessi tra chi non può pagare le cure ed arriva ad assumere farmaci a caso, regalati da amici o parenti sperando, come fosse una lotteria, di aver individuato quello giusto per i suoi problemi. Spesso queste misture generano sovradosaggi con conseguenze  letali. 

Alcuni capolavori del “fai da te”, divulgati da stampa e televisione come esempi di virtù e di inventiva tipicamente italiane, tamponano lacune vergognose, non ci competono ma si fanno, per sfinimento e disperazione.

Ma la salute è ben altra cosa, non è solo dall’ inventiva, dall’ efficienza e dalla serietà professionale dei singoli operatori o dalla buona volontà caritatevole degli amministratori che devono dipendere le condizioni di vita di tutti, ma dall’ organizzazione di un efficiente servizio sanitario e socio assistenziale pubblico, basato sul rispetto delle leggi e dei principi della nostra Costituzione. (Art. 32)

Chi è più fragile si ritrae e soccombe, persone malate, male assistite, abbandonate a sé stesse, rassegnate, con le spalle al muro fino ad arrivare al suicidio, danno l’esatta misura del grado di inciviltà di una Nazione.

I Comuni sono le realtà amministrative più a contatto con le esigenze socio assistenziali e devono essere i primi a vigilare affinchè sul territorio vengano

applicate correttamente le leggi, non basta delegare alle Associazioni la gestione delle emergenze, non servono solo erogazioni di fondi una tantum per le esigenze immediate, occorrono lungimiranti prese di posizione e precisi piani concordati con le Asl, per una corretta gestione delle convenzioni, (come dovrebbe essere per l’ IPAB Sant' Antonio Abate).  

Ma non basta ancora, i cittadini non possono proprio più permettersi di essere sprovveduti, perciò, come Associazione culturale, riteniamo utile fornire informazioni come strumenti per provare a reagire, a difendere i diritti, è impegnativo ma si può fare, perché dobbiamo pretendere il rispetto delle leggi, non l’elemosina. 

Per questi motivi siamo orgogliosi di dare il nostro modesto contributo di volontari, nelle battaglie sul fronte del socio assistenziale, a fianco della FONDAZIONE PROMOZIONE SOCIALE rappresentata stasera da Giuseppe D’Angelo (membro di segreteria), con Antonella Figus, che ringrazio per la loro  presenza a Trino. Un saluto va anche al Presidente della Fondazione, Maria Grazia Breda ed all’instancabile fondatore della stessa, Francesco Santanera. Prima di lasciare la parola a D’Angelo che ci chiarirà i punti che avete letto sulla locandina, cioè quali sono i diritti alle cure socio sanitarie che tutti noi dobbiamo avere il coraggio di far valere, cosa fare quando gli enti che dovrebbero prendersi cura della nostra salute, non riconoscono o sottovalutano le esigenze ed i diritti, per ignoranza, incompetenza, per pigrizia, per superficialità, per convenienza, interviene Nicola Bruno, che segue molto da vicino questi argomenti e ne riassumerà le motivazioni.

Verranno anche spiegati i punti essenziali della nuova petizione popolare nazionale rivolta al Parlamento, per le cure domiciliari, 315 di noi l’hanno già firmata, sarà possibile firmare fino al 31 dicembre 2014.

Trino, 16 maggio 2013                                                                       Santina Ferrarotti

 

 

Appunti ed informazioni relativi alla serata.

Fin dal 1953 i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) sono stati più volte ribaditi come diritti acquisiti, per i quali nelle tasse paghiamo una quota per il servizio sanitario, per la continuità delle cure. Nei LEA sono comprese le prestazioni sanitarie per i non autosufficienti,  però per i giovani o per le persone “importanti” anche non giovani, i ricoveri ospedalieri sono gratuiti e garantiti anche per mesi, mentre per gli anziani non autosufficienti i ricoveri durano solo pochi giorni, dopo di che vengono indirizzati presso le RSA, con l’obbligo di pagamento di una quota alberghiera giornaliera di circa 80-90 euro, di cui il 50% a carico dell’ utente, stabilita anche in base ai parametri ISEE, nonostante le leggi prevedano che se non è in grado di far fronte ai pagamenti, è il Comune che deve intervenire.

Con la DGR 45/2012, la Regione Piemonte ha stabilito che i primi 30 giorni in RSA sono gratuiti, poi scatta la quota alberghiera del 50%. Dopo 60 giorni scatta la quota intera, per cui chi non può pagare passa in totale carico ai familiari.

La Fondazione promozione Sociale ha presentato ricorso al TAR e l’ha vinto. Pertanto si ribadisce il diritto ad essere curati dal Servizio Sanitario e dichiara l’illegalità delle liste d’attesa. Tuttavia nel dicembre 2012, la Regione Piemonte ha tentato di aggirare queste disposizioni del Tribunale Amministrativo Regionale, inviando una circolare alle Asl dicendo di far riferimento alla normativa precedente alla DGR 45.

Per l’accoglienza in RSA il primo passaggio è la visita presso l’ UVG (Unità Valutativa Geriatrica) o l’  UVH  (Unità Valutativa Handicap) che dovrebbe redigere il piano di intensità delle cure e trovare un’immediata collocazione. Quasi sempre le liste d’attesa impediscono l’immediatezza del ricovero in convenzione ed i familiari che non sono in grado di accudire il loro congiunto, devono optare per ricoveri in strutture a pagamento, anche per lunghi periodi.

E’ possibile fare opposizione con una diffida all’Asl, chiedendo che venga riconosciuto il convenzionamento entro un termine preciso. (la modulistica è scaricabile dal sito www.fondazionepromozionesociale.it

In casi di mancanza di familiari, è possibile nominare un tutore, rivolgendosi al Pubblico Ministero, o un amministratore di sostegno.

Per i redditi da prendere a base per stabilire le quote alberghiere dovute dagli anziani ultra 65enni, le norme attuali prevedono una franchigia di 15000,00 Euro che non viene intaccata; per la prima casa si fa riferimento ai valori ICI con una franchigia di 51000,00 Euro, si prendono quindi in considerazione tutti gli altri redditi che possono essere usati fino ad esaurimento degli stessi, fatte salve le somme di cui sopra.

La bozza del nuovo ISEE del gennaio 2013, (a firma del vice ministro Cecilia Guerra), abolisce le franchigie e prende in considerazione non solo il reddito dell’assistito, ma anche quelli di coniugi e figli, anche non conviventi, anche se residenti all’estero. 

Va ricordato che il ricovero in RSA in convenzione, deve comprendere tutte le spese (farmaci, imboccamento, pannoloni, aria condizionata ecc…)

La cauzione può essere richiesta per una sola mensilità, va escluso solo chi è coperto dal contributo del Comune.

Poiché le prestazioni svolte dai familiari a domicilio, sono considerate volontaristiche e non sono regolamentate dalle leggi, con la Petizione popolare nazionale, si chiede anche che venga riconosciuto un contributo pari almeno alla metà della retta corrisposta dalle Asl alle RSA.

I Comuni possono fare molto in appoggio alle esigenze dei cittadini, innanzitutto possono informarli circa le leggi ed i diritti, pretendere dalle Regioni l’erogazione delle quote sanitarie dovute, in tempi brevi, redigere un Piano di Zona con i resoconti dei bisogni e possono aderire alle Petizioni.