Sullo stato di salute della popolazione sul territorio

Dal giornale "La Sesia" del 19 gennaio 2010

Tumori: adesso verrà il peggio.

Cinquant'anni di utilizzo dei farmaci in agricoltura rischiano di diventare, per Vercelli, ciò che l'eternit ha rappresentato per Casale. Cioè la fonte di un costante aumento delle malattie tumorali. Una fonte più subdola da isolare rispetto all'eternit, perché fitofarmaci diversi provocano tumori differenti (al fegato, al rene, alla prostata, e cos' via), mentre l'amianto ha un solo bersaglio: la pleura. La considerazione, di certo pesante e destinata a far discutere, è di Pietro Martignone, medico chirurgo di Gattinara, specialista in medicina del lavoro e medicina legale. In una lunga lettera inviata a La Sesia, Martignone propone alcune riflessioni  su temi di stretta attualità vercellese. Partendo dal registro tumori, rispetto al quale, è il suo commento, "la scelta fatta finora è stata di non fare nulla". E da alcune considerazioni sulla sanità: "Un ospedale, oggi, ha bisogno di attrezzature costosissime che devono essere sfruttate, con personale molto preparato, su tre turni giornalieri. Bisogna avere il coraggio di dire che, a Vercelli, tali reparti non ci saranno mai perché non sfruttabili, dal momento che a Novara verrà realizzata la cittadella della salute." Rispetto alle considerazioni sul registro tumori, Pietro Martignone sostiene che "questo argomento è strettamente legato all'uso sconsiderato di fitofarmaci in risicoltura, che si è protratto per più di 50 anni. Quando mi specializzai in medicina del lavoro negli anni '70 a Torino, il professor Rubino in un suo testo, aveva aveva già diviso i fitofarmaci allora noti in due classi: i fitofarmaci sicuramente cancerogeni (erano circa il 30 per cento) mentre il resto era in dubbio di cancerogenesi. Purtroppo i primi erano i più usati perché erano i più efficaci, al punto che al momento del loro bando gli agricoltori ne avevano fatto ampia scorta, per poterli usare ancora per anni.""Io-prosegue il medico gattinarese- ho lavorato cinque anni all'Istituto Donegani in questo settore e so di cosa parlo. Non è azzardato prevedere che entro i prossimi dieci anni la patologia oncologica da abuso di questi prodotti diventerà, per Vercelli, quella che è stata la patologia da uso di amianto a Casale. La questione è resa più complessa dal fatto che i prodotti prima usati e poi vietati sono stati moltissimi e che gli organi colpiti sono i più svariati (fegato, rene, prostata, ecc... mentre per l'uso di amianto si aveva a che fare con un solo agente e un solo organo bersaglio (la pleura) ed era usato in un solo stabilimento." Sulla sanità vercellese, Martignone accusa i politici "almeno i più preparati - scrive - di sapere che un ospedale moderno e all'avanguardia non potrà mai essere realizzato per problemi di costi e di sfruttabilità delle attrezzature, ma tutti tacciono perché pensano ai voti e rivendicano in coro per Vercelli un nuovo ospedale, che non ci sarà mai come invece ci è stato promesso." Alcune considerazioni vengono poi riservate al nucleare e al caso Trino. "Le caratteristiche di un luogo in cui installare una nuova centrale -scrive- sono: abbondanza di corsi d'acqua (per il raffreddamento dei reattori), luogo ben servito da strade (per poter evacuare il sito e la popolazione per eventuali deprecabili problemi), una classe politica e una popolazione snesibile ad elargizioni in denaro. Tutte queste caratteristiche si trovano a Trino, che già gode di sovvenzioni per essere luogo di deposito di scorie nucleari. Addrittura le ultime sovvenzioni sono o saranno usate da noti politici di Trino per sovvenzionare una fondazione, "Terre d'Acqua", che è ben poca cosa, se paragonata a "Vercelli e i suoi eventi". Quest'ultimo ente opera con iniziative di tutt'altro spessore e con ritorni di prestigio ed economici che permettono di non gravare sul bilancio comunale di Vercelli. Tornando a Trino: viste le premesse, come non pensare che si farà anche la centrale?" Perplessità anche sull'Ippodromo di Prarolo, "un progetto che non troverà mai esecuzione, almeno nelle mega dimensioni ipotizzate e rispetto al quale bene ha fatto il Sindaco a chiedere maggiore chiarezza".

I nostri commenti.

Abbiamo voluto riportare interamente questi due articoli per suscitare degli spunti di riflessione. Troppo spesso la paura del futuro e gli immediati interessi economici spingono le persone ad accettare scelte politiche ed economiche dannose per l'ambiente e per la salute. Vi invitiamo a riflettere, perché la tutela della vita non di deve limitare alle discussioni sull'aborto, sul'interruzione delle terapie, ecc... Sono argomenti importantissimi e complessi, ma è un dovere anche cercare di evitare che le persone si ammalino, perché la malattia causa un abbassamento della qualità della vita che nessuna ricchezza potrà mai compensare. Anche nei momenti di maggiore crisi non dobbiamo dimenticare che la vita rimane sempre il bene più grande, e prima di barattarla in cambio di vantaggi economici (che comunque non sempre ci sono) occorre pensare a cosa è più importante per noi.