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Conferenza stampa Fondazione Promozione sociale 17 giugno 2025

Comunicazto Stampa del Gruppo Senza Sede gougno 2025

Presidio 18 giugno 2025


COMUNICATO - IPOTESI DEFICIT ECCESSIVO E PIANO DI RIENTRO REGIONE PIEMONTE


*I GESTORI DELLE RSA PUNTANO A FARE PIÙ SOLDI DALLE TASCHE DEI PIEMONTESI, MA 15MILA MALATI NON AUTOSUFFICIENTI RICOVERATI IN REGIONE SONO SENZA QUOTA SANITARIA ASL*

Documento integrale post incontro Regione Piemonte


Comunicato stampa Gruppo Senza Sede maggio 2025


Liste di esclusione dalle cure non autosufficienti FpsCsa

Riferimenti normativi - intervista a Nicola Bruno

Tagli fondi Rsa, tutti i dubbi sull’emendamento Cantù   - Quotidiano Sanità

Proposta di legge per l'istituzione e la promozione dei tutori-ads volontaru



















I








ISEE,

Presidio 18 giugno 2025 - Conferenza Stampa volantino Pieghevole

Comunicato Stampa del gruppo Senza Sede giugno 2025
Il 20 maggio u.s. il Comitato per la promozione dei Diritti delle persone non autosufficienti,
composto dalla Fondazione Promozione Sociale e da altre 19 Associazioni piemontesi, ha
inviato agli Assessori regionali Federico Riboldi (Sanità) e Maurizio Marrone (Welfare) un
promemoria di 19 pagine contenente l’esposizione delle criticità della sanità pubblica e
numerose dettagliate proposte per la stesura del Piano socio-sanitario del Piemonte. Il testo
era già stato discusso il 13 maggio durante un incontro delle parti firmatarie con gli Assessori
che hanno dimostrato attenzione e disponibilità assicurando una sollecita volontà di agire per
la soluzione delle urgenze. Di seguito esponiamo in sintesi alcuni contenuti del documento :
1. La valutazione sociale non può negare l’accesso alle cure
2. I malati inguaribili sono sempre curabili
3. Le liste di attesa sono causa dell’impoverimento delle famiglie piemontesi
4. Prestazioni domiciliari, centri diurni ed RSA sono inadeguati rispetto alle esigenze
cliniche dei malati non autosufficienti
Seguono proposte per affrontare la situazione di emergenza recuperando risorse :
Attivare i finanziamenti messi a disposizione dall’Unione Europea ; verificare l’effettivo
rendimento dei beni mobiliari e soprattutto immobiliari ; restituire al Fondo sanitario
regionale le quote di finanziamenti sottratti e dirottati ad altri settori ; stanziare risorse da
assicurare ai Comuni per le integrazioni delle rette.
Per la predisposizione del piano sanitario e socio-sanitario si chiede di avviare urgentemente
un Tavolo per l’applicazione dei Livelli Essenziali di Assistenza con il confronto tra la politica
ed il territorio, per arrivare alla revisione dei sistemi tuttora utilizzati per la valutazione
multimediale dei pazienti e l’abrogazione delle Dgr. 10/2022 e 36/2017. Promuovere in ogni
ospedale reparti post-acuzie, prevedere nel Parco della salute le prestazioni sanitarie
necessarie alle cure dei malati cronici non autosufficienti. Individuare strutture sanitarie e
socio-sanitarie con posti letto a gestione pubblica diretta e potenziare l’assistenza
domiciliare. Per ogni richiesta e proposta presentata le Associazioni hanno esposto un elenco
cronologico di leggi e norme, a partire dall’articolo 32 della Costituzione, che purtroppo in
molti casi vengono disattese del tutto o in parte rendendo sempre più complicato accedere
alle cure del Servizio sanitario nazionale sempre più a vantaggio delle sanità privata.
Martedì 17 giugno alle ore 10,30 al Centro Servizi per il Volontariato, la Fondazione
promozione sociale presenterà “l’esposto alla Corte dei Conti” sulle risorse Lea Asl Città di
Torino/Regione per i malati non autosufficienti ricoverati in Rsa senza quota sanitaria e del
“presidio di mercoledì 18 giugno” in piazza Castello.
Nel mentre La Fondazione promozione sociale, le organizzazioni del Coordinamento sanità e
assistenza e quelle del Comitato per la difesa dei diritti delle persone non autosufficienti
sono in attesa di essere ricevute dal “Prefetto di Torino”, al quale hanno inviato “nota per il
Governo sui 24 mila malati cronici non autosufficienti” a cui Regione e Asl regionali (dati della
stessa Regione Piemonte) negano quote sanitarie in Rsa (Livello essenziale di assistenza) e
cure domiciliari (previste dalle delibere regionali.
Trino, giugno 2025 Associazione culturale Gruppo senza Sede


La Fondazione promozione sociale invita alla Conferenza Stampa

*Martedì 17 giugno alle ore 10,30*
*al Centro Servizi per il Volontariato Vol. To*
*via Giolitti 21 - Torino*

Presentazione dell’*esposto alla Corte dei Conti* sulle risorse Lea Asl Città di Torino/Regione per i malati non autosufficienti ricoverati in Rsa senza quota sanitaria e del *presidio di mercoledì 18 giugno* in piazza Castello.

La Fondazione promozione sociale, le organizzazioni del Coordinamento sanità e assistenza e quelle del Comitato per la difesa dei diritti delle persone non autosufficienti sono in attesa di essere ricevute dal *Prefetto di Torino*, al quale hanno inviato *nota per il Governo sui 24mila malati cronici non autosufficienti* a cui Regione Piemonte e Asl regionali (dati della stessa Regione Piemonte) negano quote sanitarie in Rsa (Livello essenziale di assistenza) e cure domiciliari (previste dalle delibere regionali). 

_Fondazione promozione sociale - Andrea Ciattaglia_

COMUNICATO - IPOTESI DEFICIT ECCESSIVO E PIANO DI RIENTRO REGIONE PIEMONTE


💥 Poichè l'abbiamo già vissuto - e sono stati tempi buissimi - mettiamo subito le mani avanti:
*"SULLA GARANZIA DEI LEA PER I MALATI NON AUTOSUFFICIENTI, LA REGIONE PIEMONTE NON PUO' ARRETRARE, NEMMENO SE CI SARA' PIANO DI RIENTRO"*
❌Anzi, le Asl della Regione sono già oggi ampiamente inadempienti sul LEA "quote sanitarie residenziali per malati non autosufficienti". I dati della Regione Piemonte fotografano 9mila persone che hanno chiesto la quota sanitaria per ricovero in Rsa e non l'hanno ricevuta (si tratta del pagamento della quota sanitaria del 50% dell'intera retta, che è un LEA - articolo 30 del Dpcm 12 gennaio 2017 - non vincolata ad alcun criterio personale o sociale, se non alla condizione di non autosufficienza del richiedente).
👎🏻Di più, i posti letto in Rsa oggi in Piemonte sono quasi 34mila, ma le risorse impiegate dalla Regione per le convenzioni coprono a malapena le quote sanitarie di metà dei malati ricoverati, lasciando oltre 15mila famiglie piemontesi da soli, a fronte di rette da oltre 3mila euro/mese per la cura dei loro cari. 
⁉️Le associazioni si interrogano: i Lea sono Livelli essenziali per i quali le risorse devono essere previste dalle Istituzioni. Dove sono finiti quei soldi? Si tratta delle uniche risorse sicure dei bilanci, che corrispondono a spese obbligatorie, che gli enti pubblici devono (non "possono") coprire. Il Presidente Cirio e l'Assessore Riboldi hanno chiesto a Roma i soldi per le quote sanitarie dei piemontesi? Perchè essendo Lea, se le hanno chieste, le prestazioni dovrebbero essere coperte e le quote sanitarie date a tutti i piemontesi non autosufficienti ricoverati. Perchè non è avvenuto? Cos'è andato storto? Dove sono questi soldi dei cittadini malati?
_(Fondazione promozione sociale - segue Comunicato)_

Documento integrale post incontro Regione Piemonte

*I GESTORI DELLE RSA PUNTANO A FARE PIÙ SOLDI DALLE TASCHE DEI PIEMONTESI, MA 15MILA MALATI NON AUTOSUFFICIENTI RICOVERATI IN REGIONE SONO SENZA QUOTA SANITARIA ASL*

_Fondazione promozione sociale sulla proposta dei gestori Aiop: «La Regione attivi subito una misura di emergenza per coprire le quote sanitarie mancanti e non conceda il ‘libera tutti’ per gli aumenti delle rette. Promuoviamo il modello Piemonte, senza scadere in quello lombardo: serve un nuovo Tavolo Lea»_

🗣️«L’emergenza dei malati non autosufficienti in Piemonte sono gli oltre 15mila ricoveri privati, senza convenzione Asl, che costringono le famiglie piemontesi ad impoverirsi e indebitarsi per pagare rette da oltre 3mila euro al mese. Altro che aumento delle tariffe per far contenti i gestori». Così la presidente della Fondazione promozione sociale, Maria Grazia Breda, commenta le notizie di stampa sulle richieste dei gestori affiliati ad Aiop alla Regione: “libera tutti” sulle rette, con la possibilità di aumentare a dismisura la parte non sanitaria.
La proposta dei gestori prefigura un sistema «alla lombarda» in cui la quota sanitaria non copre più il 50 per cento della retta complessiva, ma una percentuale molto più bassa, perché la parte alberghiera si amplia a dismisura. Un sistema totalmente fuori controllo in cui il Servizio pubblico non avrebbe più la titolarità del controllo sulla parte al di fuori della retta sanitaria, con gli utenti lasciati da soli in balìa di grandi società, costretti a sottoscrivere contratti con condizioni impossibili da verificare.

💶 Un sistema in parte già in essere, perché i gestori possono chiedere agli utenti dei ricoveri in convenzione “extra” di difficilissima valutazione (10 minuti un più al giorno di operatore, come si fanno a controllare?), mentre su quelli privati, che sono circa la metà dei 33mila posti letto Rsa regionali, le rette sono completamente discrezionali, figlie della contrattazione tra gestore e utente, cioè tra un soggetto fortissimo e uno debole: figli e parenti di malati, già provati da anni di assistenza domiciliare.
«Ma soprattutto – osserva Breda – quella dei gestori è una proposta che vìola i Livelli essenziali di assistenza. L’articolo 30 dei Lea è chiarissimo: i ricoveri in Rsa ‘sono a carico del Servizio sanitario nazionale per una quota pari al 50 per cento della tariffa giornaliera’. Modificare questa proporzione aumentando la spesa alberghiera a dismisura è fuorilegge. Sarebbe come dire che i ricoveri in ospedale o in riabilitazione sono a totale carico del Servizio sanitario, salvo quote alberghiere che possono essere addebitate per una migliore sistemazione. È la quint’essenza della sanità privatizzata, addirittura fuori dall’orbita del controllo pubblico». 

🗓️ «La Regione Piemonte – continua la presidente, che partecipò attivamente ai lavori 2002-2010 per declinare in Piemonte i Lea del 2001 – vanta un percorso unico di grande tutela dei malati non autosufficienti in convenzione con le Asl: sono riconosciuti appieno come utenti del Servizio sanitario, al punto che non devono firmare obblighi per il pagamento della quota alberghiera, che si configura come compartecipazione ad una spesa regolata dalla Regione. Per i pazienti in convenzione, le singole strutture hanno accordi con Asl e Comuni, non vincoli contrattuali con clienti».

🔢 I gestori che chiedono «più soldi» non sono certo una categoria in difficoltà. Delle millantate ‘chiusure per crisi’ del periodo Covid se ne sono verificate una manciata, di strutture miste (autosufficienti/non autosufficienti) già in difficoltà gestionale. Solo nell’ultimo anno, dati Regione Piemonte, i posti Rsa regionali sono cresciuti di 579 unità passati da 32.527 a 33.096, segno di un settore redditizio, in espansione e non certo in sofferenza. Che può vantare grandi aiuti pubblici, riassunti così dal Presidente della IV Commissione del Consiglio regionale ed ex Assessore alla Sanità, Luigi Icardi: «Nel corso del 2021 si è proceduto all'adeguamento del piano tariffario allineandolo all'incremento Istat pari al 1,3% nel 2021, del 3,8% nel 2022, applicato con effetto retroattivo, per un ammontare di oltre 14 milioni. Nel 2024 si è aggiunto un ulteriore adeguamento del 3,5%. Complessivamente, per l'intero sistema della residenzialità, dal 2021 al 2024 compreso, la Regione ha incrementato le risorse di ben 35.814.000 euro». Nel 2025 è stato garantito un ulteriore aumento di 18 milioni. È bene notare, che nemmeno un euro di questi è servito per nuove convenzioni o per l’aumento degli standard di cura e assistenza: semplicemente, i gestori hanno garantito lo stesso servizio e sono stati pagati di più. Non contenti, ora vogliono ancora più soldi, direttamente dalle tasche dei malati piemontesi e delle loro famiglie.

[Fondazione promozione sociale onlus/ets - 011.8124469 - 345.6749838]

COMUNICATO STAMPA

ALLARME ROSSO SULLE LISTE

DEI MALATI NON AUTOSUFFICIENTI ESCLUSI DAL SSN

FONDAZIONE PROMOZIONE SOCIALE E CSA:

«I LEA FINANZIATI DAL GOVERNO GARANTISCONO LORO LA COPERTURA DELLA
RETTA AL 50%, CIRIO E RIBOLDI DICANO DOVE SONO FINITI I SOLDI»

Torino, 5 maggio 2025

«I dati delle mancate cure Asl ai malati non autosufficienti sono da allarme rosso,
condizioni di carenza di servizi che la Regione scarica direttamente sulle tasche e sulla
fatica quotidiana di decine di migliaia di famiglie piemontesi».
La Fondazione promozione sociale e il Coordinamento sanità e assistenza CSA
commentano i dati diffusi dalla Regione nel documento preparatorio al nuovo Piano
socio-sanitario, che hanno ufficializzato 24mila casi di cure negate (14mila prestazioni
domiciliari, circa 10mila ricoveri in convenzione) da parte delle Asl piemontesi.
«Per chi segue i casi quotidianamente – dice la presidente della Fondazione
promozione sociale, Maria Grazia Breda – si tratta della conferma che le Asl
escludono dalle cure migliaia di cittadini piemontesi malati gravissimi, molto spesso
con demenza, in base a criteri di esclusione dal fondamentale diritto alla tutela della
salute che sono totalmente illegittimi, in violazione delle norme nazionali».
Uno dei nodi critici della questione, secondo le associazioni di tutela degli utenti, è il
permanere di una «confusione istituzionale» a tutto danno degli utenti.
«I non autosufficienti – osserva Breda – sono malati, a tutti gli effetti competenza del
Servizio sanitario. Sorprende che ancora si utilizzi strumentalmente il concetto di

integrazione socio-sanitaria per escludere proprio la competenza delle Asl: i dati sugli
esclusi dalle cure sono nella parte di documento regionale relativa alle politiche sociali,
mentre tutti coloro che non ricevono le convenzioni hanno chiesto l’intervento all’Asl,
come previsto dai Livelli essenziali delle prestazioni Lea».
Sul concetto di integrazione socio-sanitaria, per le associazioni, è giunto il momento
di fare chiarezza in modo definitivo: «Se si valutano i malati non autosufficienti che
chiedono quote sanitarie o assegni di cura con i criteri dei Servizi sociali (Isee e
selezione in base alle condizioni del nucleo famigliare), che è l’unica forma concreta di
‘integrazione socio-sanitaria’ effettivamente praticata, viene meno l’universalismo del
Servizio sanitario e si generano le liste di esclusione dai servizi, che per edulcorare
un po’ la pillola vengono chiamate ‘liste di attesa’. Non lo sono affatto, perché nessuno
dei malati in lista sa quando avrà la prestazione, come avviene per le liste di visite ed
esami. In questo caso l’intervento è rinviato sine die, senza alcuna indicazione di
attivazione, e spesso i malati muoiono senza convenzione sanitaria, pagando di tasca
propria l’intera retta».
«Quel che è ancora più allarmante – dicono Fondazione e Csa, che sono tra i promotori
del Comitato per la promozione del diritto alle cure delle persone non autosufficienti,
costituito insieme ad altre realtà del settore – è che nel documento della Regione è
scritto che ‘non è realistico attendersi risorse aggiuntive significative per colmare il
divario tra i bisogni assistenziali e le risorse disponibili, né dal fondo sanitario né da
quello sociale nazionale’. Una dichiarazione di resa senza condizioni, perché la Regione
non ha nemmeno provato a chiedere in sede nazionale un aumento degli stanziamenti
per garantire i Livelli essenziali delle prestazioni, né sul fronte delle convenzioni
sanitarie, né su quello della spesa sociale per le integrazioni economiche delle quote
alberghiere».
Lo scollamento tra governo e Regioni è evidente: pochi giorni fa il Sottosegretario alla
Sanità, Marcello Gemmato, ha ribadito che «il Fondo sanitario nazionale è deputato
a finanziare le sole prestazioni sanitarie rientranti nei LEA per come individuati dal
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 gennaio 2017 (in particolare,
l'articolo 30), che definisce i Livelli essenziali di assistenza». E proprio l’articolo 30
definisce senza ombra di dubbio e senza nessun’altro vincolo all’accesso che
«i trattamenti di lungoassistenza, recupero e mantenimento funzionale [tra i quali
rientrano i ricoveri in Rsa, ndr]» sono «a carico del Servizio sanitario nazionale per una
quota pari al 50 per cento della tariffa giornaliera».
PRESIDENTE CIRIO, ASSESSORE RIBOLDI, DOVE SONO QUESTI SOLDI SANITARI
DEI CITTADINI PIEMONTESI? COSA STATE FACENDO DELLE LORO RISORSE?
E SE MANCANO, COSA STATE FACENDO PER OTTENERLE?


Comunicato stampa Gruppo Senza Sede maggio 2025

Possibile che non si riesca a capire o non si voglia prendere atto che la non autosufficienza, a
qualunque età, è una conseguenza di cause cliniche : gravi malattie, infortuni o loro esiti che
hanno compromesso in parte o del tutto l’autonomia delle persone negli atti della vita
quotidiana e nelle attività strumentali ? E’ ancora il caso di ribadire il concetto di
“integrazione socio-sanitaria ?” Se si continua a valutare i malati non autosufficienti, che
fanno richiesta di quote sanitarie o assegni di cura, usando i criteri dei Servizi sociali (Isee e
selezione in base alle condizioni del nucleo famigliare) viene meno l’universalismo del Servizio
sanitario e si generano le “liste di esclusione dai servizi” . Non sono e non si possono chiamare
ipocritamente “liste di attesa” come quelle per visite specialistiche o esami, perché non viene
specificata una data certa di quando si avrà accesso alla prestazione. I malati, spesso anziani
e gravissimi, sono confinati in un penoso e tacito limbo fino alla morte. Eppure proprio pochi
giorni fa il Sottosegretario alla sanità Marcello Gemmato aveva ribadito : “ Il fondo sanitario
nazionale è deputato a finanziare le sole prestazioni sanitarie rientranti nei LEA (Livelli
Essenziali di Assistenza) per come individuati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 12 gennaio 2017 (in particolare l’articolo 30). Proprio l’articolo 30 specifica senza
ombra di dubbio e senza alcun vincolo, che “I trattamenti di lungo-assistenza, recupero e
mantenimento funzionale (tra i quali rientrano i ricoveri in RSA) sono a carico del Servizio
sanitario nazionale per una quota pari al 50 per cento della tariffa giornaliera” . I dati
piemontesi sono da allarme rosso : 24 mila casi di cure negate da parte delle ASL (14 mila
prestazioni domiciliari, circa 10 mila ricoveri in convenzione). Poiché il Servizio sanitario
nazionale stanzia i fondi, serve un intervento di emergenza per l’applicazione del LEA per
riconoscere la convenzione a tutti i casi già classificati come “urgenti” e a tutti quelli che sono
in ricovero completamente privato da un anno. Oltre ad un cambiamento strutturale delle
RSA, che oggi ancora operano con standard non più adeguati alla gravità sanitaria dei malati
ricoverati. Vogliamo evitare i già sentiti piagnistei sulla mancanza di soldi ? Presidente Cirio e
Assessore Riboldi non credete che sarebbe giusto e rispettoso chiarire dove sono i fondi
sanitari governativi destinati ai cittadini non autosufficienti piemontesi ? Se mancano, come vi
state attivando per ottenerli ?
Trino, maggio 2025 Associazione culturale Gruppo senza Sede


Riferimenti normativi-intervista a Nicola Bruno

 

Gian Piero Prassi
Vercelli (psg) Il caso segnalato da Gianluca Mercadante (vedere la testimonianza sottostante) riguardo le dimissioni “frettolose” della mamma con la polmonite, poi mancata, ha avuto un enorme risonanza su Facebook ed è servito anche ad evidenziare che sono diversi i casi simili, con commenti del tipo: «Mia madre è stata abbandonata al suo destino... perché l’azienda ospedaliera aveva deciso così, non conveniva più investire su una». Sfogo condiviso da molte altre persone. Il tema che emerge è quello dell’assistenza ai non autosufficienti o ai cronici che non hanno una prospettiva di guarigione.
Per questi malati e fragili si sta battendo da anni la Fondazione di Promozione Sociale di Torino che nel Vercellese è rappresentata dal “Gruppo Senza Sede” di Trino. Il referente, Nicola Bruno già in passato ha denunciato la mancanza di adeguati livelli di assistenza in Piemote: «Da anni ci battiamo perché la Regione rispetti pienamente la Legge, garantendo i livelli minimi di assistenza a tutti i cittadini, Cosa che oggi non avviene affatto».
Una latitanza che si è verificata anche recentemente. «Siamo ancora in attesa di  risposte - sottolinea Bruno - alle richieste inoltrate lo scorso 12 luglio 2024 al Consiglio ed alla Giunta regionale per garantire ai cittadini piemontesi non autosufficienti le prestazioni sanitarie socio-sanitarie ed assistenziali a cui hanno diritto. Attendiamo risposte circa la richiesta dell’avvio di un “Tavolo” per la stesura di un Piano sociosanitario, lo stanziamento di risorse per le urgenze da aggiungere al fondo sanitario per le prestazioni rientranti nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e un cronoprogramma per la presa in carico di tutti i malati non autosufficienti. Vedo che l’assessore alla Sanità Riboldi è molto attivo nel taglio di nastri e visite alle Asl ma non ascolta le tante associazioni che chiedono un confronto su questi temi. Stiamo vedendo in questi giorni che la sanità Piemontese è sull’orlo del fallimento e non ci stupisce visto che non siamo mai riusciti ad avere nemmeno chiare indicazioni si come vengono spesi i fondi statali destinati proprio ai livelli minimi di assistenza».
Al di là di questa annosa questione Bruno fa una logica osservazione: «Bisogna riaprire i reparti di Geriatria oppure creare strutture ad hoc, per assistere comunque in un ambiente ospedaliero. I pazienti anziani dimessi dai reparti ma che abbisognano di attenzioni che nella maggior parte delle Rsa non sono possibili, in teoria, se con diagnosi terminale, dovrebbero andare negli hospice, che però sono pochi e già pieni di malati oncologici».
Non è una richiesta peregrina, ma semplicemente la “pretesa” di vedere rispettata la Costituzioni e le varie Leggi, come sottolinea il referente dei “Senza Sede”: «L’art. 3 della legge 4 agosto 1955 n. 692 dispone che l’assistenza sanitaria debba essere fornita senza limiti di durata alle persone colpite da malattie specifiche della vecchiaia; l’art. 29 della legge 12 febbraio 1968 n. 132 impone alle Regioni di programmare i posti letto degli ospedali tenendo conto delle esigenze dei malati “acuti, cronici, convalescenti e lungodegenti”; la legge 13 maggio 1978 n. 180 stabilisce che le Asl devono assicurare a tutti i cittadini, qualsiasi sia la loro età, i necessari servizi diretti alla prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie mentali; la legge 23 dicembre 1978 n. 833 istitutiva del Servizio sanitario nazionale obbliga le Asl a provvedere alla “tutela della salute degli anziani, anche al fine di prevenire e di rimuovere le condizioni che possono concorrere alla loro emarginazione” (art. 2, 8, f). Le prestazioni devono essere fornite agli anziani, come a tutti gli altri cittadini, qualunque siano “le cause, la fenomenologia e la durata” delle malattie (art. 2, 3)».
I riferimenti normativi, pero, sono quasi sempre “lettera morta” specialmente nella nostra Regione.
Ma dai “Senza Sede” arriva anche un consiglio per i famigliari che si trovino nella situazione evidenziata da Mercadante.
«Purtroppo ci scontriamo spesso con il fatto che le famiglie non fanno abbastanza, non si oppongono, non segnalano, non fanno abbastanza per far riconoscere i diritti dei loro cari malati. Ad esempio se il caso le dimissioni dall’ospedale si possono anche rifiutare. Nessun malato che necessita ancora di cure sanitarie può essere dimesso, salvo che gli sia stata garantita la continuità delle cure o a domicilio, se l’interessato è d’accordo e se i familiari o terze persone volontariamente si assumono l’impegno di proseguire le cure a casa, fermo restando il supporto di personale qualificato a carico della Sanità pubblica oppure presso altre strutture sanitarie (altri reparti dell’ospedale o case di cura convenzionate), dove il malato venga trasferito a cura e spese dell’Asl, anche se la destinazione è una casa di cura privata convenzionata. In tutte queste strutture la degenza deve essere gratuita. Prima di accettare le dimissioni, soprattutto nel caso di malattie croniche o invalidanti, è bene valutare con molta attenzione le conseguenze derivanti dalle proprie decisioni e dalle proposte formulate dalla struttura ospedaliera.
Infatti, il malato cronico o lungodegente che accetta le dimissioni dall’ospedale esce dalla tutela completa e continuativa del Servizio sanitario nazionale (se accettano le dimissioni)».
Il consiglio è dunque il seguente: «chi ha necessità di continuare le cure e non può essere curato a casa può opporsi alle dimissioni o al trasferimento in altra struttura che appaia chiaramente inadeguata. Se l’ospedale o la casa di cura convenzionata insiste, ci si può opporre inviando ai responsabili sanitari una lettera raccomandata, seguendo il modello predisposto dalla Fondazione Promozione Sociale di Torino che ha un sito web facilmente accessibile e supporta chi ne ha bisogno».


Tagli fondi Rsa, tutti i dubbi sull’emendamento Cantù   - Quotidiano Sanità

https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=128420

Proposta di legge per l'istituzione e la promozione dei tutori-ads volontaru

Comunicato

PIEMONTE, UN PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE VERSO LA TUTELA DEI DIRITTI DI MALATI CRONICI E PERSONE CON GRAVE DISABILITÀ NON AUTOSUFFICIENTI:
PROPOSTA DI LEGGE PER L’ISTITUZIONE E LA PROMOZIONE DEI TUTORI VOLONTARI

 

È stata depositata ufficialmente al Consiglio regionale del Piemonte, primo firmatario il Consigliere Silvio Magliano, la proposta di legge numero 75 (“Disposizioni per la promozione dell'esercizio, a titolo volontario, degli istituti giuridici di tutore di persone interdette e di amministratore di sostegno”) per promuovere e valorizzare «le figure del tutore volontario di persone interdette e dell'amministratore di sostegno volontario»

Il testo prevede di istituire un sistema coordinato per la promozione e valorizzazione di volontari Tutori e Amministratori di sostegno, con l'obiettivo di assicurare un supporto adeguato alle persone non autosufficienti, incapaci in tutto o in parte di tutelarsi, garantendo loro protezione, tutela dei diritti e della dignità, attraverso una gestione attenta e su misura dei loro bisogni personali.

In concreto - secondo la proposta di legge n.75 - i piemontesi che vorranno volontariamente assumere il compito di Tutori o Amministratori di sostegno di persone malate o con grave disabilità che hanno perso la capacità di rappresentarsi, saranno riconosciuti ufficialmente, supportati dalle istituzioni con corsi di formazione e aggiornamento e una rete di coordinamento e consulenza garantita dagli Uffici provinciali di pubblica tutela. La Regione si impegna anche a realizzare campagne informative per dare evidenza della possibilità di svolgere questo delicato, ma prezioso compito.

L' Associazione Tutori Volontari, l'UTIM e le altre associazioni aderenti del Coordinamento sanità e assistenza - Csa, a loro volta, garantirebbero – se la norma fosse effettivamente approvata – una “sponda” di promozione e di valorizzazione del nuovo istituto, vigilando sul buon funzionamento del sistema.

Si legge nella Relazione di accompagnamento della norma: «La promozione delle figure di tutore e amministratore di sostegno volontario rappresenta una risposta alla necessità di un approccio più umano e vicino alla persona, evitando conflitti di interesse e promuovendo un’assistenza centrata realmente sul beneficiario».

Il testo ha recepito numerose istanze delle associazioni di tutela dei diritti del Csa. Il presidente dell’Utim, Vincenzo Bozza, il segretario e la presidente dell’Associazione tutori volontari, Giuseppe D’Angelo e Antonella Figus esprimono «apprezzamento per la proposta, che prevede la messa in opera di un istituto di tutela che evita i conflitti di interesse delle tutele assegnate a Comuni e Asl (enti che sono titolari delle cure e degli interventi assistenziali degli stessi beneficiari di cui dovrebbero fare gli interessi) e del fenomeno delle molte tutele o amministrazioni di sostegno (anche 20 insieme) affidate a professionisti a pagamento, in genere avvocati, che non riescono a garantire attenzione agli aspetti relazionali e di qualità della vita, limitandosi molto spesso ad una fredda gestione economica, a spese del beneficiario stesso. In questo senso, è apprezzabile che la proposta limiti l’attività dei volontari a non più di due incarichi di tutela e/o amministrazione di sostegno contemporaneamente».

Tra le istanze “storiche” delle associazioni del Csa, c’è quella di non ridurre la tutela o l’amministrazione di sostegno ad un rendiconto economico annuale, dedicando invece una maggiore attenzione da parte dei Tutori/Amministratori e da parte degli stessi Giudici tutelari agli aspetti relazionali e di riconoscimento dei diritti delle persone con grave disabilità e dei malati non autosufficienti. Un obiettivo che l’approvazione della legge potrebbe aiutare a raggiungere, investendo di responsabilità in questa direzione non solo i volontari che si candideranno, ma anche, come enti di promozione del nuovo istituto, le associazioni che operano proprio per la promozione e la difesa dei diritti di coloro che non sono in grado di farlo da sé.

Rimane comunque fermo il caposaldo della priorità della nomina dei familiari al ruolo di tutore o amministratore di sostegno dei beneficiari, così come stabilita dal Codice civile. «Perciò – aggiungono i rappresentanti delle associazioni del Csa – la norma si rivolge prioritariamente a quei casi di persone sole e senza rete famigliare, per i quali una figura esterna indipendente è garanzia di vera tutela».

I compiti che si assumono i volontari sono ben delineati all’articolo 4 della proposta: «1 .I tutori volontari di persone interdette e gli amministratori di sostegno volontari affiancano, supportano o rappresentano la persona beneficiaria del provvedimento di tutela o di amministrazione di sostegno secondo le disposizioni del proprio incarico e nei limiti fissati dal giudice tutelare, garantendone la cura degli interessi personali e patrimoniali. 2. In tale ambito non si sostituiscono ai compiti e alle responsabilità in carico alle istituzioni, in particolare per quanto concerne l'erogazione di prestazioni, alle ASL, agli enti locali e ad altri servizi sanitari e socio-assistenziali territoriali».

Il provvedimento prevede anche un iniziale stanziamento di risorse per «a) erogare ai tutori di persone interdette e agli amministratori di sostegno volontari di persone prive di patrimonio e di adeguati mezzi, un rimborso per le spese sostenute», salvo che siano parenti entro il quarto grado del beneficiario; «b) finanziare la stipula di polizze assicurative per la responsabilità civile connessa all'incarico ricoperto dai tutori e amministratori di sostegno volontari; c) prevedere specifiche agevolazioni sotto forma di benefit per i tutori di persone interdette e gli amministratori di sostegno volontari, inclusi sconti o agevolazioni su servizi pubblici, trasporti, attività culturali, sportive e ricreative».

Infine, il testo della proposta di legge prevede che «la Regione riconosce altresì incentivi a favore delle organizzazioni di volontariato che promuovono la figura del tutore di persone interdette e dell'amministratore di sostegno volontari, mediante contributi economici, facilitazioni nell'accesso a spazi pubblici e servizi, e altre forme di sostegno, per la realizzazione di attività di sensibilizzazione, formazione e aggiornamento delle persone che intendono svolgere la funzione di tutore di persone interdette e di amministratore di sostegno».

Ora “la palla” passa alla IV Commissione del Consiglio regionale (Sanità e politiche sociali) per avviare l’iter di discussione.
Utim, Tutori Volontari e tutto il Csa monitorano il percorso, inviando questa nota a tutti i Consiglieri regionali componenti della Commissione e alla Giunta regionale e confidando in tempi rapidi per l’approvazione.

Per informazioni: Associazione tutori volontari OdV,  info@tutori.it,  tel. 348.568234



Aggiornamento delle strutture residenziali per anziani malati cronici non autosufficienti

Aggiornamento delle strutture residenziali per anziani malati cronici non autosufficienti (posti letto Rsa). La Regione ha pubblicato il periodico aggiornamento (6 febbraio 2025) https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/sostegno-alle-cure/residenze-sanitarie-assistenziali-per-anziani-non-autosufficienti-rsa


Alcuni commenti a caldo:
a) i posti Rsa accreditati in Piemonte, a dicembre 2024, sono 32.976. "Accreditati", quindi operativi e con il permesso di funzionare. Sono tutti (salvo quote infinitesimali) convenzionabili. Cioè per tutti i posti letto la Regione (le Asl del Piemonte) possono - di più, devono in base ai Lea - coprire la quota sanitaria, cioè il 50% della retta totale. Lo fanno? No. Negano un fondamentale diritto a migliaia di piemontesi;

b) dall'incrocio degli ultimi dati disponibili, possiamo stimare ragionevolmente che la Regione (le Asl del Piemonte) copre la quota sanitaria per circa la metà dei posti letto Rsa. Cioè, metà dei posti letto sono effettivamente convenzionati (che vuol dire comunque che i malati piemontesi pagano il 50% della loro degenza, mica ricovero gratis!). Gli altri sono privati puri, pagati a retta intera da parte dei cittadini piemontesi e delle loro famiglie: l'ammontare della singola retta mensile è in media di 3.000 euro; l'ammontare di tutti i pagamenti delle rette private supera il miliardo di euro, che ogni anno i piemontesi a cui viene negato il diritto alla quota sanitaria pagano dalle loro tasche. E' una tassa occulta sulla malattia che la Giunta regionale guidata da Alberto Cirio fa gravare sulle famiglie piemontesi;

c) ogni posto Rsa aggiuntivo autorizzato dalla Regione come da documento allegato è oggi un posto privato puro, non coperto da convenzione. Perchè? Perchè la Regione con la  delibera 10-5445/2022 ha posto un tetto alle convenzioni, fissando il budget 2019 come limite annuale per le convenzioni. In più, con successivi provvedimenti, la Regione ha deliberato che le risorse per affrontare il rincaro della quota sanitaria dei ricoveri già convenzionati sono prelevate sempre dallo stesso budget limitato (con il risultato di attivare meno convenzioni, perchè la singola convenzione costa di più e il budget totale rimane lo stesso);

d) se la Regione non inverte urgentemente la rotta, finanziando molte più quote sanitarie, quanto peseranno sulle tasche dei piemontesi i nuovi posti letto? L'incremento previsto - e in larga parte già autorizzato - dalla Regione è di 2.665 posti letto (dagli attuali 32.925 a 35.590). Il corrispettivo economico, a carico delle famiglie piemontesi, ripetiamo, se non interveerrà un deciso aumento delle convenzioni sanitarie, ammonterà a circa 95 milioni di euro all'anno (2.665 posti x 36.000 euro/anno). L'ulteriore tassa sulla malattia è servita.


Non autosufficienti, respinte 5 richieste al giorno

Ricovero dei malati non autosufficienti,
l’emendamento Cantù al Senato cancella i loro diritti

Torino, 5 marzo 2025

COMUNICATO STAMPA

Ricovero dei malati non autosufficienti,
l’emendamento Cantù al Senato cancella i loro diritti

La Fondazione promozione sociale onlus/Ets lancia l’allarme sull’emendamento alla
proposta di legge sulle professioni sanitarie licenziata dalla Commissione Affari sociali
e Sanità del Senato (Ddl 1241, Misure di garanzia per l'erogazione delle prestazioni
sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria) che prevede la modifica dell’articolo
30 della legge 730 del 1983. Nella sciagurata eventualità dell’approvazione, il testo
della norma passerebbe da:«Sono a carico del fondo sanitario nazionale gli oneri delle
attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-assistenziali» a «Sono a carico
del fondo sanitario nazionale esclusivamente gli oneri delle attività di rilievo
sanitario anche se connesse con quelle socio-assistenziali». Si tratta di variazioni
in linguaggio tecnico, che nascondono una sottrazione dei diritti fondamentali dei
malati.
L’emendamento presentato dalla relatrice del provvedimento – la senatrice della
Lega, Maria Cristina Cantù – punta ad escludere dalla piena copertura sanitaria dei
costi di ricovero i malati non autosufficienti che hanno interventi sanitari
nettamente preponderanti su tutte le altre prestazioni che ricevono.
Di più, la seconda parte dell’emendamento, applica tali disposizioni ai «procedimenti
giurisdizionali in essere», con una valenza retroattiva la cui legittimità sarebbe tutta
da verificare.
______________________________________
La Fondazione promozione sociale è un Ente del Terzo Settore, nato nel 2003 come onlus, in affiancamento
allo storico Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base di Torino. La Fondazione lavora
per la promozione e la difesa dei diritti di coloro che non possono difendersi da sé – i più deboli della società:
le persone con disabilità/i malati cronici non autosufficienti. Non riceve sovvenzioni dalle istituzioni e non
gestisce servizi per loro conto a garanzia della sua totale indipendenza, necessaria per rivendicare i diritti
negati proprio dalle istituzioni – le cure sanitarie, per esempio –agli utenti malati/ persone con disabilità non
autosufficienti.

«I minacciati tagli alla spesa sanitaria e sociale per dirottare altrove le già scarse
risorse minacciano di farsi sempre più feroci – osserva la presidente della Fondazione
promozione sociale, Maria Grazia Breda –. Inoltre, la norma è scritta in modo che, in
caso di sua sciagurata approvazione, non possiamo escludere una sua futura
applicazione anche ai ricoveri ospedalieri, a quelli riabilitativi e di lungodegenza.
Infatti, la parcellizzazione delle prestazioni e la loro distinzione in sanitarie e non
sanitarie è l’anticamera dell’imputazione del costo delle prestazioni definite non
sanitarie a carico dei malati».
Dopo il fallimento dell’integrazione socio-sanitaria (in realtà, l’accollo di una parte dei
costi dei ricoveri di lungo periodo a malati e famiglie) è all’orizzonte anche la fine della
gratuità delle prestazioni anche di acuzie? Finiremo per pagare una retta alberghiera
ospedaliera o in Casa di cura per i pasti e la pulizia delle camere?
«Il riconoscimento della copertura sanitaria totale delle spese di ricovero, i cosiddetti
casi di ricovero al 100% sanitario in Residenza sanitaria assistenziale – aggiunge Maria
Grazia Breda – è stata utilizzata strumentalmente dai gestori delle strutture. Non è
vero che ‘tutti i ricoverati in Rsa’ hanno diritto al 100% di copertura sanitaria della
retta. E non è nemmeno vero che la discriminante per la copertura totale è la malattia
di Alzheimer».
Il 100% sanitario è stato riconosciuto, dopo lunghi procedimenti legati «a pochi casi
sull’enorme quantità di ricoverati – osserva Breda -. Il riconoscimento del 100% della
spesa a carico del Servizio sanitario ha certificato la loro assoluta gravità delle loro
condizioni cliniche. Si tratta, insomma, di ricoveri ‘sbagliati’, che in un Paese che non
avesse ridotto all’osso i reparti di medicina ospedaliera e i posti di lungodegenza, non
sarebbero mai arrivati in struttura socio-sanitaria, fermandosi a luoghi di cura con
copertura sanitaria totale».
Inoltre, la Fondazione promozione sociale segnala che «non abbiamo traccia, invece,
di prese di posizione dei gestori, né della senatrice Cantù, sul fatto che migliaia di
italiani anziani malati cronici non autosufficienti non ricevono dal Servizio sanitario
nemmeno la quota sanitaria del loro ricovero di lungo-assistenza (50% previsto
dall’articolo 30 dei Lea, ma di fatto applicato con moltissime carenze, come
dimostrano le lunghissime liste di attesa per la convenzione sanitaria, in cui i malati
restano anche per anni)».

Per informazioni: Fondazione promozione sociale, 011.8124469 – 345.6749838,


Comunicato stampa del Gruppo Senza Sede

E’ del 12 luglio 2024 la Piattaforma inoltrata al Consiglio ed alla Giunta regionali con richieste e proposte per garantire ai cittadini piemontesi non autosufficienti le prestazioni sanitarie socio-sanitarie ed assistenziali a cui hanno diritto. Le organizzazioni che l’hanno sottoscritta di Torino ed altre Provincie, con a capo la Fondazione Promozione Sociale, sono a tutt’oggi in attesa di risposte circa la richiesta di un avvio di un Tavolo per la stesura di un Piano socio-sanitario, lo stanziamento di risorse per le urgenze da aggiungere al fondo sanitario per le prestazioni rientranti nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) ed un cronoprogramma per la presa in carico di tutti i malati non autosufficienti. Si chiede alla Giunta regionale di abrogare le deliberazioni approvate nel Piano di rientro ormai concluso e di adeguare i nuovi provvedimenti alle norme nazionali (di rango superiore) che disciplinano le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie rientranti nei Lea : (Sentenze n. 62/2020 e n. 157/2020 della Corte costituzionale) ed interventi di conferma del Consiglio di Stato con due sentenze n. 1858/2019 e n. 1/2020, dopo aver precisato che “ il diritto alla salute è soggettivo, pieno ed incondizionato” .E’ illegittimo considerare la valutazione sociale ed economica per negare l’accesso alle prestazioni socio-sanitarie Lea, che sono un diritto di tutti i malati, compresi quelli cronici non autosufficienti di ogni età (Decreto Presidente del Consiglio 12/1/2017) ma le risorse stanziate dalle Asl (quindi stabilite dalla Giunta a priori, senza calcolare il reale fabbisogno) non sono adeguate a soddisfare le domande. Le Commissioni di Valutazione delle Asl richiedono la presentazione dell’Isee per consentire una prestazione Lea prevista dalla Dgr 34/2016 punto 3, che è illegittima per l’accesso ad una prestazione che rientra nell’ambito del settore sanitario. Il malato cronico non autosufficiente o la persona disabile in situazione di gravità viene declassato a “caso sociale” ed il diritto soggettivo ed esigibile alla prestazione socio-sanitaria (Lea) è rinviato senza una data certa di presa in carico. Tra i criteri escludenti dal diritto alla prestazione anche la presenza di coniugi, figli, altri familiari, benché l’obbligo di curare i malati sia previsto dalla Legge 833/1978 in capo al Servizio sanitario regionale (Asl) e non ai congiunti. Infatti la Legge 1580/1931 che prevedeva la rivalsa sui familiari per le spese ospedaliere è stata abrogata. Sono rilevanti le parti che riguardano l’organizzazione delle Rsa – Apsp, con concrete proposte di modifiche o integrazioni alle normative vigenti circa le procedure di accreditamento, nell’interesse della tutela degli ospiti, incapaci di difendersi e di segnalare anche soprusi e violenze, è indispensabile una responsabilità diretta delle Asl circa le azioni del personale operante con la valutazione delle capacità professionali e della predisposizione psichica verso questi malati. Si chiede di rendere obbligatoria l’esposizione di tabelloni che indichino per ciascun turno lavorativo il personale presente e la qualifica, la presenza in tutte le Rsa di un medico con qualifica di Direttore sanitario, di infermieri e personale socio-sanitario che operino secondo i principi del lavoro di gruppo, assicurando una presenza medica nelle 24 ore, come avviene in tutti i reparti ospedalieri e nelle strutture sanitarie; prestazioni riabilitative costanti indispensabili per il recupero o il mantenimento delle autonomie e delle funzioni, terapie di contrasto al dolore e cure palliative nel rispetto della Legge 38/2010. E’ inoltre importante che vengano esclusi dal ricovero in Rsa i pazienti con patologie non stabilizzate e malati che hanno necessità di prestazioni ospedaliere continuative, il pieno rispetto della Legge 24/2017 (sul rischio di salute) e del nuovo piano pandemico. Oltre al libero accesso con orari molto ampi per familiari ed amici, si suggerisce di prevedere anche la saltuaria presenza all’interno delle strutture di cittadini, volontari e familiari costituiti in Comitati al fine di verificarne i servizi.

Il testo integrale di 32 pagine della Piattaforma è consultabile sul sito della Fondazione Promozione Sociale, con le dirette testimonianze di cittadini piemontesi che descrivono le difficoltà per veder riconosciuto il diritto alla salute.

Gennaio 2025                                                                 Associazione culturale Gruppo Senza Sede

 

Piemonte: un nuovo Comitato per tutelare le persone non autosufficienti


Con vivo piacere informiamo che lo scorso 4 ottobre 2024 si è costituito il Comitato per la Promozione dei Diritti delle Persone Non autosufficienti, un'importante iniziativa in Piemonte, che unisce diverse associazioni impegnate a favore delle persone con disabilità intellettiva/autismo, anziani malati non autosufficienti e minori con...

Condivisione iniziative Regione e Comune di Torino


  1. Sul tema “non autosufficienza” il 9 dicembre u.s. il “Comitato per la promozione dei diritti delle persone non autosufficienti” (1) è stato ricevuto dalla IV Commissione del Consiglio regionale del Piemonte.

Uniamo gli interventi presentati (V. ARTICOLO DOCUMENTI AUDIZIONE)

Nelle prossime settimane ci saranno gli incontri con i singoli Consiglieri.

 

  1. Inviamo altresì il volantino che sempre in data 9 dicembre è stato distribuito davanti al Consiglio comunale di Torino dalle organizzazioni  Alzheimer Piemonte, Csa e Fondazione promozione sociale.

L'iniziativa è stata necessaria per sollecitare il Presidente della IV Commissione Camarda e l'Assessore Rosatelli a convocare il Direttore generale dell'Asl Città di Torino per affrontare la drammatica situazione delle liste d'attesa per ottenere cure domiciliari e convenzioni in RSA.

Chi è interessato a collaborare alle iniziative in programma ci contatti, sarà ben gradito.


l Comitato si è costituito il 4 ottobre 2024. In allegato l'elenco delle associazioni aderenti. Le adesioni sono aperte a quanti condividono i contenuti della Piattaforma di richieste alla Regione (disponibile cliccando qui => Piattaforma).

 

Documenti audizione e nuovi appuntamenti


Nel ringraziare tutti i presenti all’audizione di lunedì u.s., come anticipato inviamo la documentazione presentata e gli articoli che sono stati pubblicati.

L'audizione ha raggiunto sia l'obiettivo di far sentire la nostra voce sia quella di costringere la Giunta a prendere atto della situazione gravissima che si è creata.

L'occasione dell'audizione di lunedì 9 dicembre in Regione è stata importante ma non esaurisce il nostro giro di incontri con i Gruppi consiliari.

 

Prossimo incontro già fissato:

Le Consigliere di Alleanza Verdi Sinistra (AVS) hanno dato disponibilità di incontrare il Comitato
lunedì 16 dicembre alle 13:00 in via Arsenale 14 al quinto piano.

Come al solito fateci sapere chi sarebbe disponibile.

 

Altri appuntamenti

Siamo in attesa di un appuntamento con la Consigliera Gianna Gancia (Lega nord) già contattata.

Hanno dato disponibilità e attendiamo le loro proposte di data ai Consiglieri Di Sabato (M5S), Silvio Magliano (Lista Cirio - Moderati), Canalis e Valle (Gruppo Pd).

 

L'audizione ha visto una presenza significativa di Consiglieri di maggioranza e minoranza.

Sarà utile proseguire il confronto e cercare di coinvolgere i loro Consiglieri che operano nei territori per avviare una pressione sulle Asl attraverso i Sindaci ed i Consigli comunali

 

Verso la fine del mese di gennaio 2025 faremo il punto della situazione.

 Documento 1 - Documento 2 - Documento 3- Documento 4 - Documento 5 - Documento 6 - Documento 7 - Documento 8 - Documento 9

Cure negate agli anziani: la denuncia di UTIM

La Stampa di Torino del 24 ottobre 2024 ha riportato un caso segnalato dall'UTIM di Nichelino tramite lo "Sportello dei diritti": una paziente anziana non autosufficiente è stata classificata come "NON urgente" dall'ASL, con conseguente diniego della quota sanitaria per la RSA.

Il comportamento dell'ASL appare illegittimo, poiché fondato su criteri socio-economici (proprietà,...

Convegno


Buongiorno,

Si unisce per opportuna conoscenza il programma / invito del convegno:

“GLI ANZIANI IN RSA: PROBLEMATICHE E PROSPETTIVE DI INTERVENTO”

che avrà luogo a Torino, il 9 Novembre 2024 presso l’Hotel Concord, Via Lagrange 47

Per eventuali ulteriori informazioni, rif.to: Daniela Cazzaro -  d.cazzaro@clickled.it

Cordiali saluti

ISEE Piemonte: consorzio condanna restituzine rette


BILANCIO REGIONE: LE TASSE NASCOSTE DELLA GIUNTA CIRIO

COMUNICATO STAMPA

Torino, 1 agosto 2024

BILANCIO REGIONE: LE TASSE NASCOSTE DELLA GIUNTA CIRIO

LA MAGGIORANZA SI VANTA DI NON AVER AUMENTATO I TRIBUTI.
“DIMENTICA” I TRECENTO MILIONI DI EURO ALL’ANNO DEI PIEMONTESI
A CUI HA RIFIUTATO LA QUOTA SANITARIA RSA

 

Piemonte, “Va tutto bene, madama la Marchesa!” Ieri, in occasione dell’approvazione dell’assestamento di bilancio, il Capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Riva Vercellotti ha dichiarato
(TgR Piemonte): «La Regione prosegue il risanamento del debito senza aumentare le tasse» e
«tutti i dati macroeconomici danno il Piemonte in una fase estremamente positiva».

Ricostruzioni di una realtà che non c’è, rappresentata non volendo vedere che negli ultimi cinque anni la Giunta Cirio ha caricato almeno 15mila piemontesi di milioni di euro di «tasse occulte»,
non riconoscendo la quota sanitaria del loro ricovero in Rsa – Residenza sanitaria assistenziale.

Risultato? La Regione ha caricato sulle spalle dei piemontesi con i familiari malati non autosufficienti,
il dichiarato «risanamento dei conti».

La cifra è enorme: 15mila malati oggi pagano ogni anno 35-40mila euro di rette Rsa da soli, senza alcun aiuto sanitario, che gli è stato negato dalle Asl. Metà di questo importo deve essere, per legge nazionale, coperto dal Servizio sanitario regionale, che invece non lo fa.

Il totale (quota sanitaria di 18-20mila euro/anno per 15mila malati) ammonta a circa 300 milioni di euro, che è esattamente l’importo che la Regione paga ogni anno per il rientro dal disavanzo, come dichiarato dall’Assessore al Bilancio, Andrea Tronzano (TgR Regione).

L’ordine dell’Assessorato alla Sanità, delle Asl e delle Unità di valutazione geriatriche è di non pagare la convenzione a cui hanno diritto ai malati non autosufficienti. Selezionare le richieste, filtrare gli accessi, dire di «no» alle richieste secondo criteri non sanitari (Isee, possesso di casa…) e valutazioni discrezionali dei funzionari Uvg.

L’Amministrazione regionale considera tutto questo quando dice che «in Piemonte la situazione è estremamente positiva»? Oltre all’impoverimento che, a causa delle quote sanitarie non riconosciute è diffusissimo anche nella classe media, è molto alto il rischio che gli anziani malati cronici non autosufficienti specie con demenza vengano ricoverati, da famiglie abbandonate dalle Asl, in strutture a basso costo, perché i parenti non ce la fanno a sostenere costi proibitivi delle Rsa a canone privato.

La responsabilità della Giunta regionale del Piemonte è oggettiva: non garantendo la retta in convenzione, non tutela la salute dei piemontesi non autosufficienti e nemmeno i loro risparmi di una vita.

Per contatti: 345.6749838


Piattaforma alla Regione Piemonte

Piattaforma messa a punto con i Vostri contributi, che sarà consegnata nei prossimi giorni al Consiglio e alla Giunta regionale del Piemonte.

Fondo regionale legge 112/2016

Alleghiamo per opportuna conoscenza copia della Determinazione Dirigenziale della Regione Piemonte, D.D. 1 luglio 2024, n. 927, che riguarda l'assegnazione delle risorse del "Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare".

APPELLO URGENTE ALLA REGIONE PIEMONTE: STOP ALLE PROROGHE

APPLICAZIONE IMMEDIATA DELL’ISEE DA PARTE DEI COMUNI/CONSORZI PER GARANTIRE I DIRITTI DELLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI

 

Torino, 4 luglio 2024

Le organizzazioni di tutela dei malati e delle persone con disabilità intellettiva/autismo non autosufficienti CHIEDONO all’Assessore regionale Maurizio Marrone (Politiche sociali) e alla nuova Giunta regionale di non cedere alle pressioni degli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali e dei Comuni piemontesi, prorogando per l’ennesima volta il termine per la presentazione dei Regolamenti Isee in materia di integrazione rette per gli utenti delle Rsa, delle Comunità alloggio, dei Centri diurni, ecc.

Richiesta di accesso agli atti

Ricordiamo che nei giorni scorsi le associazioni del Csa hanno presentato richiesta formale alla Regione Piemonte di “accesso agli atti” in merito ai Regolamenti degli oltre 40 Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali (Comuni, Consorzi, Unioni dei Comuni, ecc.) sui criteri di compartecipazione per le rette delle prestazioni socio-sanitarie.

Obbligo non rispettato

Sono difatti scaduti il 30 giugno 2024 i termini – già prorogati più volte – per la consegna alla Regione Piemonte dei Regolamenti degli Enti gestori.

Si tratta di un obbligo stabilito dalla delibera di Giunta regionale del Piemonte DGR 10-6984/2023, che ha definito le “linee guida” di redazione dei Regolamenti, nel rispetto dell’Isee nazionale (Dpcm 159/2013 e successive modifiche e integrazioni).

L’aggiornamento dei Regolamenti è peraltro un mero atto burocratico. I Regolamenti devono adeguarsi alla disciplina dell’ISEE come confermato anche dalle “linee guida” regionali nonché da numerose sentenze passate in giudicato.

Ripetute Proroghe

Riordiamo che l’Isee è in vigore dal lontano 2013 (Dpcm 159/2013) e che la Regione Piemonte e i suoi Comuni, anziché applicarlo, hanno prodotto in questi anni ben 10 proroghe ([1]), prevedendo regolamenti più penalizzanti per gli utenti rispetto alle regole nazionali!

Ancora oggi i Comuni e i Consorzi pretendono che i ricoverati paghino cifre non dovute in quanto non considerate dall’Isee (indennità di accompagnamento e pensione di invalidità). Anche sulle proprietà immobiliari, i Comuni penalizzano gli utenti, negando l’integrazione della retta alberghiera con regole illegittime.

Le precedenti proroghe sono state chieste e avallate politicamente dall'Assessore Maurizio Marrone e dalla Giunta regionale, per favorire il vergognoso intervento dell'Anci Piemonte volto ad ottenere la modifica - in peggio per gli utenti con gravi disabilità e malati cronici non autosufficienti - di norme nazionali che gli Enti gestori avrebbero dovuto finalmente applicare. 

Violazione dei diritti

Gli Enti gestori, che includono Comuni e Consorzi socio-assistenziali, stanno continuando a perpetrare una violazione cinica dei diritti delle persone con disabilità e degli anziani malati non autosufficienti.

Questi Enti, incaricati dell'applicazione del decreto Isee (e non della sua “interpretazione” a loro vantaggio), hanno calcolato in modo volutamente errato, con i loro strumentali e illegittimi regolamenti, le quote alberghiere da versare per i residenti in strutture socio-sanitarie.

Importanza dei LEP

L’Isee, essendo una norma nazionale che fissa un livello essenziale delle prestazioni (Lep), è sovraordinato rispetto alle delibere locali e andava applicato a partire dall’entrata in vigore del Dpcm 159/2013 e s.m.i..  In merito al tema delle risorse, si tratterebbe di circa 30 milioni all’anno secondo alcune stime non verificate degli Enti gestori. Pertanto somme da anni corrisposte dai cittadini piemontesi più deboli che non dovevano essere versate per la copertura delle rette alberghiere.

Fondo non autosufficienze inutilizzato

Non è che mancassero le opzioni per risolvere questa crisi. In occasione dell'incontro del 18 settembre 2023, abbiamo fatto presente all'Assessore Maurizio Marrone che gli Enti gestori e la Regione avrebbero potuto/dovuto utilizzare le risorse messe a disposizione dallo Stato attraverso il Fondo non autosufficienze, che è stato invece vergognosamente dirottato ad altre destinazioni nel 2016, senza alcuna opposizione da parte degli stessi che ora impediscono l’applicazione dell’Isee. Inoltre, non è credibile che, i tutti questi anni trascorsi, gli Enti suddetti non abbiano trovato il tempo per impostare una programmazione finanziaria volta a procurarsi le risorse necessarie e/o a razionalizzare l'utilizzo di quelle a disposizione per far fronte ad un obbligo di legge. Obbligo al quale sembrano aver scoperto di non poter assolvere solamente in esito all'approvazione, da parte della Regione, delle “Linee giuda” applicative dell'Isee (Dgr. 10-6984/2023).

Richiesta alla Regione Piemonte

Alla Regione Piemonte - alla quale abbiamo dato atto di avere finalmente emanato nuove “Linee di indirizzo” nel 2023 per una corretta applicazione dell'Isee – CHIEDIAMO a gran voce di NON farsi ancora complice di un ulteriore accanimento contro le persone più vulnerabili, e quindi di non “certificare” l'ingiustizia perpetrata associandosi politicamente alla richiesta degli Enti gestori volta al Governo centrale per cambiare a loro vantaggio le norme Isee. Chiediamo, altresì, con l’occasione un incontro urgente all’Assessore Maurizio Marrone.

Circa 15.000 anziani malati e 5.000 persone con disabilità non autosufficienti sono direttamente colpiti, in Piemonte, da queste decisioni nefaste. Un bacino numericamente significativo, assieme alle loro famiglie, anche dal punto di vista politico/elettorale che continueremo ad informare di questa vergognosa azione dei «difensori dell’equità» sulla pelle delle famiglie piemontesi più deboli.

 

**Con richiesta di diffusione**




([1]Il 15 gennaio 2015 è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte la Dgr 10-881 sulle linee guida per la gestione transitoria del nuovo Isee (1° proroga). Con altra Dgr (pubblicata sul BU il 30/07/2015) del 27 luglio 2015, n. 18-1899 "Proroga linee guida per la gestione transitoria dell'applicazione della normativa I.S.E.E. di cui al D.P.C.M. 5 dicembre 2013, n. 159" la Regione Piemonte ha prorogato il periodo transitorio previsto dalla Dgr. n. 10-881 fino al 30 settembre 2015 (2° proroga). Con successiva Dgr (16-2186 del 5 ottobre 2015) ha ulteriormente prorogato il periodo sino al 31 dicembre 2015 (3° proroga). Con altra Delibera (n. 19-3087) la Regione Piemonte ha ulteriormente prorogato il periodo transitorio previsto dalla Dgr 10-881 fino al 31 dicembre 2016 (4° proroga). Con ulteriore Delibera (n. 35-4509) la Regione Piemonte ha ulteriormente prorogato il periodo transitorio previsto dalla Dgr 10-881 fino al 31 dicembre 2017 (5° proroga). In data 26 gennaio 2018 la Regione ha prorogato ulteriormente "sine die" l'emanazione del provvedimento con Dgr 16-6411 ("Proroga della Dgr 10-881 del 12/01/2015 in materia di linee guida per l'applicazione della normativa Isee di cui al Dpcm 5 dicembre 2013, n. 159") (6° proroga). Con delibera del 29 dicembre 2022 (Dgr. 23-6180) la Regione Piemonte approva le linee guida per l’adozione dell’Isee, prorogando l’applicazione dello stesso e la stesura dei nuovi regolamenti al 30 giugno 2023 (7° proroga). Con nuovo provvedimento approvato «in autotutela», la Giunta della Regione Piemonte riconosceva come illegittimi alcuni passaggi della delibera del 29 dicembre 2022 e ne approvava una nuova, la 10-6984 del 5 giugno 2023 (8° proroga) fissando il termine di redazione dei regolamenti comunali in materia di Isee al 15 settembre 2023. Il 29 settembre, la Regione ha proroga ulteriormente i termini al 31 dicembre 2023 con la delibera 11-7489 (9° proroga). Con Dgr 29-7935 del 18 dicembre 2023 la Regione Piemonte proroga ulteriormente al 30 giugno 2024 il termine entro il quale inviare da parte dei Comuni/Consorzi i loro regolamenti aggiornati in conformità delle linee guida regionali del 5 giugno 2023 (10° proroga).

Mozione sulle cure ai malati cronici non autosufficienti


Incontro pubblico A.D.N.A. 12 giugno 24 a Ellera di Corciano PG

La riforma del Gattopardo

Inoltriamo il Comunicato del Comune che informa sull'importante MOZIONE (allegata) discussa ed approvata dal Consiglio Comunale di TORINO il 17 giugno 2024, della quale avevamo anticipato con una mail il 26 marzo scorso in merito alle iniziative per contrastare le liste di attesa per l’accesso alle prestazioni quali Rsa, ecc.

 Riportiamo anche il collegamento alla registrazione video della stessa seduta del Consiglio, dove si potrà ascoltare l’interessante dibattito riferito alla Mozione a partire dal minuto 04:19:58.

Consiglio Comunale - Lunedì 17 giugno 2024 (youtube.com)

Il 9 maggio 2024 su "Otto e mezzo" de La7 è andato in onda il servizio "La riforma che non c'è", ovvero la legge 33 sulla “Non autosufficienza” ed il suo decreto attuativo... 

Una rivoluzione copernicana, secondo i promotori (il “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”); una legge pericolosa, secondo noi, che relega gli anziani malati non autosufficienti in un sistema a parte, privo di risorse e diritti, in un sistema “ghetto”, lo SNAA, “Sistema nazionale per la popolazione anziana”, spostando fuori dalla competenza dei diritti del Servizio sanitario nazionale coloro che sono visti come "scarti", come riconosciuto anche da Papa Francesco. 

La buona notizia è che le recenti proteste del “Patto” (da cui anche il titolo del servizio “La riforma che NON c’è”) confermano indirettamente che il decreto attuativo ha “anestetizzato” la legge 33, ridimensionando da un lato il ruolo dello SNAA e dall’altro “rinvigorendo” le norme vigenti che garantiscano le prestazioni Lea sanitarie e socio-sanitarie. Da notare che per adesso l'indennità di accompagnamento rimane ancora un diritto esigibile per tutti i malati non autosufficienti. 

Ma attenzione! Non abbassiamo la guardia!

Occorre vigilare sull'art. 27 del Decreto attuativo, che prevede entro un anno nuove fondamentali norme sulle UVM, Unità di valutazione multidimensionali, col pericolo di introduzione a livello nazionale di criteri socio-economici (Isee…) per l’accesso alle prestazioni! 

Inoltre, sull’art. 30 dello stesso Decreto, che prevede purtroppo l’inserimento degli anziani NON autosufficienti in semplici strutture assistenziali, anziché in strutture socio-sanitarie.

Restiamo uniti!



Nota al Consiglio Comunale di Torino

Ill.mi

- Maria Grazia Grippo, Presidente del Consiglio comunale di Torino

- Vincenzo Camarda, Presidente IV Commissione Consiglio Comunale

- Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino

- Jacopo Rosatelli, Assessore per le politiche sociali Città di Torino

- Presidenti Circoscrizioni di Torino

- Monica Lo Cascio, Direttrice del Dipartimento Servizi Sociali, Socio Sanitari e Abitativi

 

Oggetto: Inadeguate le linee di indirizzo per lo sviluppo dei servizi socio-sanitari per i torinesi anziani malati cronici non autosufficienti.
Richiesta di audizione per affrontare la situazione drammatica delle liste d’attesa.

 

Premessa

Di seguito riportiamo alcuni esempi di situazioni che riguardano cittadini torinesi malati cronici non autosufficienti e i loro congiunti. Sono casi seguiti dalla Fondazione promozione sociale che, in media, è contattata da un centinaio di familiari al mese con situazioni analoghe.

Caso 1

Telefonata della moglie. Il marito è ricoverato all’ospedale Maria Vittoria: non è in grado di programmare il proprio presente e futuro ed è così grave da essere totalmente non autosufficiente. Ciononostante, l’ospedale vuole dimetterlo.

Caso 2

L’Uvg ha riconosciuto l’urgenza, con il massimo del punteggio sanitario (14) e 13 di sociale. Tuttavia la convenzione non viene attivata. L’anziana malata cronica non autosufficiente è ricoverata in Dgr 10/2022 in Rsa. Il suo ricovero di 30 giorni scade il 12 gennaio 2024, ma l’Uvg non attiva la convenzione e la Rsa vorrà la firma del contratto per non dimettere l’ammalata, che è gravissima. Sono 3.500 euro al mese, senza contare gli extra.

Caso 3

Anziana malata cronica non autosufficiente: trasferita per 30 giorni dall’ospedale al Presidio Farinelli. Il periodo di ricovero scade il 14/01/2024. Il 2 gennaio telefona la figlia. Su sua sollecitazione la madre è stata ricoverata il 31/12 nuovamente in pronto soccorso alle Molinette, dove viene riscontrata polmonite. E’ ancora in barella. Il Farinelli comunica che per loro è dimessa e non potrà rientrare.

Caso 4

Madre non autosufficiente in Dgr 10/2022 presso la Rsa Chiabrera, la figlia si oppone alle dimissioni per richiedere la prosecuzione del ricovero fino all’autorizzazione del ricovero definitivo in convenzione da parte dell’Uvg, che l’Asl nega nonostante la grave situazione sanitaria (10 punti). La figlia prosegue sempre con il pagamento delle rette alberghiere della Rsa, ma la struttura, tramite legale, invia un’ingiunzione di pagamento per le somme relative alle rette sanitarie.

Caso 5

Dal mese di novembre 2021, la signora non autosufficiente, con indennità di accompagnamento, è ricoverata privatamente in Rsa: la spesa ha superato ormai gli 80mila euro e, dal febbraio 2024, la struttura ha ulteriormente aumentato la retta, portandola a 4mila euro al mese. Nonostante ciò, non solo l’Asl continua a definire il caso «non urgente», ma la valutazione sociale (economica) continua ad essere sempre la stessa.

Caso 6

Anziana malata cronica non autosufficiente, affetta da demenza senile, ricoverata presso la casa di cura Villa Adriana con ricovero disposto dall’Asl Città di Torino. La casa di cura comunica alla figlia l’intenzione di procedere alla dimissione, ma questa si oppone. L’Uvg assegna un punteggio di 11 punti sia sanitari che sociali, ma ritiene comunque la questione “non urgente”. La casa di cura confermare la dimissione: la figlia è costretta ad inviare una conferma della propria opposizione alle dimissioni. La convenzione arriva un mese dopo il decesso della degente.

Caso 7

Anziana malata cronica non autosufficiente ricoverata in Dgr 10/2022 alla Rsa Convitto Principessa Felicita, presenta l’opposizione alle dimissioni, ma cede alle pressioni e paga il 100% della retta dopo il secondo mese di ricovero, firmando il contratto privato. Dopo poco riceve la valutazione Uvg: 13 punti sanitario, 7 punti sociale (a causa dell’Isee considerato troppo alto), priorità “non urgente”. L’Asl Città di Torino consiglia il “buono residenzialità”, che non può richiedere per i limiti stessi del bando.

Caso 8

Entrambi i genitori non autosufficienti, ricoverati in ospedale e poi trasferiti alla Rsa Carlo Alberto in Dgr 10/2022: alla madre viene riconosciuta l’urgenza Uvg e ottiene subito la convenzione. Al padre è invece assegnato un progetto domiciliare, senza tempi certi per la presa in carico. Il rientro al domicilio non è praticabile, per cui il padre prosegue il ricovero e la figlia si impegna a proseguire con il pagamento delle quote alberghiere. L’Asl continua a negare la convenzione: la rivalutazione Uvg riconosce la necessità di un ricovero in Rsa (10 punti sanitari), ma lo etichetta come “non urgente”, anche a distanza di un anno e mezzo. La Rsa invia pertanto un’ingiunzione di pagamento al degente, a cui la figlia presenta opposizione tramite legale.

 

Cittadini torinesi in lista d’attesa

In base ai dati forniti dalla stessa Asl Città di Torino, risultavano:

3.592 convenzioni su 6.128 domande nel 2022

4.128 convenzioni su 7.817 domande nel 2023

(cfr. A. Mondo, “Migliaia in attesa dell’inserimento in Rsa”, su “La Stampa” del 18 aprile 2024).

Facendo due conti, abbiamo 6.225 malati cronici non autosufficienti che pagano di tasca propria l’importo intero della retta di ricovero in Rsa e che subiscono le vessazioni sopra citate.

Senza dimenticare chi sostiene i costi per la badante/assistente familiare al domicilio.

Con l’accordo firmato tra Comune di Torino e Asl Città di Torino sulla «sperimentazione del modello delle cure domiciliari socio-sanitarie sostenute dal budget salute» (delibera della Giunta comunale del 29 giugno 2023), la Regione Piemonte e la Città di Torino hanno abbandonato di fatto il sistema di cure domiciliari socio-sanitarie di lunga durata per malati non autosufficienti, ora sostituite da un Servizio sociale poco tutelante, che seleziona gli utenti in base alla situazione economica (addio presa in carico per i richiedenti appena sopra le la soglia di indigenza), allargato a qualche prestazione sanitaria per le acuzie.

Il varo del nuovo modello prevede risorse invariate rispetto all’attuale livello di finanziamento: 13 milioni di euro all’anno del Comune e 13 dell’Asl (fondi regionali di politica sociale, non sanitaria).

Per cui sono 3.400 i malati non autosufficienti presi in carico con un contributo erogato per il pagamento di assistenti familiari o direttamente ai parenti o per prestazioni erogate da cooperative private accreditate presso Asl e Comune. Per contro in lista d’attesa a fine 2022 erano 4.330 i torinesi malati cronici non autosufficienti che avevano chiesto all’Asl cure di lunga durata a casa e si erano visti negare le prestazioni.

Ciononostante, nelle linee di indirizzo del 2 aprile 2024, predisposte dall’Assessore Jacopo Rosatelli, manca la richiesta all’Asl Città di Torino di un cronoprogramma per l’abbattimento delle liste d’attesa nelle quali sono parcheggiati, in attesa di convenzione e/o di contributi per il domicilio,  senza avere mai una data certa di presa in carico, i torinesi anziani malati cronici non autosufficienti.

Manca la richiesta perché nel suddetto documento non ci sono i dati delle liste d’attesa, benché il Comune di Torino sostenga i costi degli operatori sociali presenti nelle Commissioni di valutazione dell’Asl Città di Torino e quindi ha informazioni dirette a cui accedere.

Di fatto siamo di fronte a un documento inutile, perché il Sindaco Lo Russo e l’Assessore Rosatelli hanno rinunciato ad esercitare il loro ruolo nell’ambito della programmazione dell’Asl, che richiede di intervenire con cognizione di causa sulla base dei dati oggettivi delle liste d’attesa, per richiedere lo stanziamento nel bilancio dell’Asl Città di Torino di risorse adeguate ad abbattere le liste d’attesa.

Si ricorda che la necessità di coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti nell’erogazione dei servizi è messa in particolare luce dalla DGR 29 giugno 2015 n.26-1653. In essa si legge infatti che «Il P.A.T. [Piano Attività Territorio] è l’ambito di integrazione, sul piano della definizione degli obiettivi e della destinazione delle rispettive risorse, fra i servizi sanitari distrettuali e quelli sociali gestiti dai Comuni singoli o associati, al fine di offrire al cittadino interventi coordinati e completi, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e sulla base di una comune analisi dei bisogni di salute presenti sul territorio di riferimento».

Il Piano delle Attività Territoriali è proposto dal Direttore del Distretto e compete, nel caso del Comune di Torino, al Sindaco o al suo delegato (Assessore Rosatelli), ai Presidenti delle Circoscrizioni e al Direttore del Comune per i rapporti con l’Asl. L’espressione del parere obbligatorio si basa sulla proposta, formulata dal Direttore del Distretto, relativa al Programma delle attività territoriali-distrettuali nel quale devono essere indicate le risorse, le priorità sulle quali intervenire, le modalità operative più adeguate per garantire le prestazioni e i tempi della loro attuazione; la diffusione dell’informazione sui settori socio-sanitari e socio-assistenziali e la promozione, a livello di indirizzo politico, delle relative attività in forma integrata e coordinata. Siamo nell’ambito della tutela della salute e del diritto esigibile alle prestazioni socio-sanitarie Lea.

Al riguardo, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 1/2020, dopo aver precisato che il diritto alla salute è «un diritto soggettivo pieno ed incondizionato», ha evidenziato che «l’affermato principio dell’equilibrio di bilancio in materia sanitaria (...) non possa essere invocato in astratto, ma debba essere dimostrato concretamente come impeditivo, nel singolo caso, all'erogazione delle prestazioni e, comunque, nel caso in cui la disabilità dovesse comportare esigenze terapeutiche indifferibili, il nucleo essenziale del diritto alla salute deve essere salvaguardato (cfr. Corte Costituzionale n. 304 del 15 luglio 1994)» e che, pertanto, «l’Ente pubblico dovrebbe dimostrare che non vi sono alternative organizzative e di essersi, comunque, adoperato in ogni modo per rinvenirle o reperire ulteriori risorse finanziarie», cosa che non risulta venga mai fatta dall’Asl Città di Torino.

Per quanto sopra, si chiede al Presidente della IV Commissione consiliare della Città di Torino di convocare un’audizione con le Istituzioni citate e di invitare, oltre alle scriventi organizzazioni, le altre associazioni interessate e le organizzazioni sindacali.

Si ringrazia dell’attenzione e si inviano cordiali saluti.

p. Fondazione promozione sociale e Csa

Maria Grazia Breda e Antonio Colonna



Comunicato stampa del Gruppo Senza Sede

 Il 25 marzo scorso a Verona, si è tenuto il Convegno nazionale “ Persone malate croniche non autosufficienti e malati di  Alzheimer o con altre demenze : garantire le cure di lunga durata del Servizio Sanitario Nazionale, a casa, in RSA e nel fine vita “.

Organizzato dal CDSA (Coordinamento Diritto alla Sanità per Anziani) con numerose ONLUS tra le quali la Fondazione Promozione Sociale di Torino che ha trasmesso i resoconti alla scrivente Associazione. Impegno del CDSA è assicurare il continuo confronto con i gruppi interparlamentari impegnati sul tema della non autosufficienza, per l’introduzione di soluzioni innovative per l’assistenza domiciliare, per la riorganizzazione delle RSA e specialmente garantire l’accesso alle prestazioni Lea (Livelli essenziali di assistenza ) con concreti  risultati pratici a livello socio-sanitario. Dopo il messaggio con gli auguri per un proficuo impegno da parte del Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana, la presidente del CDSA Donatella Oliasi  ha sottolineato nell’introduzione i punti principali del Convegno : Il diritto dei malati inguaribili, la cui cura è competenza del Servizio Sanitario Nazionale, ad essere curati senza limiti di durata e senza accanimento. Malati e non “scarti”  da scaricare sulle spalle dei familiari o la cui responsabilità delegata ai servizi assistenziali. Ruoli importanti delle Regioni nell’organizzazione di tali prestazioni e dei Sindaci, quali massime autorità locali di tutela della salute pubblica, devono vigilare ed entrare nella programmazione delle Asl, chiedere conto delle risorse a bilancio, verificare l’andamento delle liste d’attesa e controllare l’operato dei Direttori di Distretto. Altro punto importante è l’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) che può diventare una concreta alternativa al ricovero in RSA per i casi meno gravi di cure a domicilio. La compartecipazione economica del Servizio Sanitario, presente nel Dpcm del 29.11.2001 a favore di tale forma assistenziale, che fu soppressa con il Dpcm del 12 gennaio 2017, andrebbe ripristinata. Sempre a sostegno dei familiari che scelgono, avendo le capacità,  adeguati spazi ed attrezzature (pur non essendo obbligati dalla legge), di assistere al proprio domicilio i loro cari, sarebbe utile istituire un Assegno di Assistenza di almeno 850,00 Euro mensili da spendere interamente per l’assunzione di personale a domicilio e da aggiungere all’ Indennità di Accompagnamento di 17,00 Euro al giorno. Da non confondere con l’Assegno di Cura previsto dall’art. 34 del Dlgs n. 29/2024 che non ha carattere universale in quanto i destinatari dovrebbero essere ultra ottantenni, in condizioni di salute gravissime e con Isee inferiore a 6000,00 Euro. Poiché l’assistenza a domicilio spesso non è attuabile, la riforma delle RSA dovrebbe riconoscere tali strutture come parte integrante della filiera del Servizio Sanitario, aggiornando al 70% la quota sanitaria, aumentare gli standard operatore/paziente abolendo il minutaggio e adeguare il trattamento economico del personale con i parametri dei dipendenti della sanità pubblica. La presentazione si è conclusa ricordando le parole del Professor Giovanni Maria Flick (Presidente Emerito della Corte Costituzionale) che il 17 maggio 2023 al Convegno di Roma così si era espresso : ” Ogni qualvolta il legislatore statale o regionale si propone di attribuire all’ambito dell’assistenza sociale esigenze che hanno invece natura sanitaria, dobbiamo ricordare che gli stessi bisogni risultano più solidamente tutelati se ascritti all’ambito della sanità piuttosto che se ascritti all’ambito dell’assistenza sociale”.

Parti importanti del Convegno sono state le commoventi testimonianze di cittadini di varie Regioni, stremati da infinite liste d’attesa, da assistenza continuativa a familiari con gravi patologie, trascurati dalla sanità pubblica, che stanno dando fondo ai risparmi di una vita per accedere privatamente a cure mediche urgenti .

Il dettaglio della giornata è integralmente leggibile sui siti delle Associazioni.

 

Trino, maggio 2024                                                   Associazione culturale Gruppo senza Sede

Segnalazione convegno BOLOGNA

Venerdì 10 maggio 2024 a Bologna (Palazzo D’Accursio, Piazza Maggiore, 6) dalle ore 14,00 alle ore 18,30.

La Fondazione promozione sociale e la rivista "Prospettive", con il direttore, Andrea Ciattaglia, interverranno su:

"Amministratori di sostegno e tutori di malati o persone con disabilità non autosufficienti: quali attività a garanzia dei diritti sanitari dei beneficiari e dei tutelati?".

Per informazioni e iscrizioni:
Associazione Diritti senza barriere
dirsenbar@yahoo.it
cell. 340.4856948

BROCHURE DEL CONVEGNO

Rivivi il Convegno di Verona sul diritto alle cure per i malati non autosufficienti

collegamento alla registrazione integrale del Convegno di Verona sulle persone malate non autosufficienti e la garanzia delle cure di lunga durata, del 25 marzo u.s. organizzato dal CDSA.

Iniziative vs liste di attesa RSA

Portiamo a Vs. opportuna conoscenza due iniziative assunte in merito al tema delle liste di attesa per ottenere il ricovero in convenzione in RSA come previsto dalle norme vigenti.

In merito uniamo:

Il nuovo decreto ignora le nostre richieste

Il 18 marzo 2024 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie generale - n. 65, il DECRETO LEGISLATIVO 15 marzo 2024 , n. 29 - ”Disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione della delega di cui agli articoli 3, 4 e 5 della legge 23 marzo 2023, n. 33”  (in vigore dal 19-3-2024).

Dei 5 punti più critici che avevamo espresso in un commento (clicca QUI), purtroppo, nulla è stato recepito.

Anche se il decreto legislativo pone un maggiore accento alla salvaguardia delle prerogative del Servizio Sanitario Nazionale per gli anziani malati non autosufficienti, le criticità segnalate sono di una gravità inaudita. Due tra queste:

a) la previsione di un accesso alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari, semiresidenziali e residenziali, filtrato in base a criteri diversi dalla sola condizione sanitaria (es. socio-economici);

b) l'inserimento degli anziani NON autosufficienti in semplici strutture assistenziali, anziché in strutture socio-sanitarie.

La nostra azione di contrasto pertanto continua, tenendo presente che, per il punto a), è previsto che entro il 19 marzo 2025 dovrà essere adottato un specifico decreto ministeriale.

Comunicato stampa del Gruppo senza Sede

“ Non c’è cura senza cuore” . Sarà forse facendo circolare simpatici slogan che la Giunta regionale piemontese intende risollevare la qualità della sanità pubblica ? Per decine di migliaia di malati cronici non autosufficienti  non c’è cura e non c’è nemmeno rispetto del loro diritto fondamentale alle cure sanitarie. Migliaia di famiglie si impoveriscono perché almeno 15 mila degenti in Rsa e chissà quanti assistiti in casa, devono sostenere privatamente tutte le spese perché la Regione, le Direzioni Generali delle Rsa, i Direttori di Distretti, con procedure discrezionali ed illegittime negano i riconoscimenti delle quote sanitarie.

Si dimentica che il Servizio sanitario nazionale deve curare tutti i malati, dalla nascita alla morte, e che gli anziani “ non autosufficienti in quanto malati cronici ” hanno diritto, come tutti, alle prestazioni della sanità come l’accesso alle Rsa, col riconoscimento della quota sanitaria che ammonta al 50% della retta, senza tener conto dell’Isee, cioè dei depositi bancari, del possesso della casa di abitazione e delle disponibilità dei figli.

Le rette in Rsa di buon livello possono arrivare a 4000 euro mensili . Pochi possono far fronte a queste cifre senza l’integrazione del servizio sanitario, così si scelgono strutture a buon mercato con garanzie di servizi bassissime o addirittura fuori legge, come quelle che i Nas hanno chiuso di recente anche ad Alessandria. La responsabilità di questa drammatica situazione ricade sulle istituzioni che non garantiscono l’accesso alla quota sanitaria, nel rispetto delle leggi nazionali vigenti. Anziché disperdere energie mentali per produrre slogan ed annunciare “contentini” per i gestori delle Rsa, non sarebbe meglio togliere l’illegittimo blocco della spesa per le quote sanitarie in Rsa (delibere 1-5265 e 10-5445 del 2022 ) e finanziare mille posti letto di nuove quote sanitarie in Rsa ? 

Trino, Marzo 2024                                                   Associazione culturale Gruppo senza Sede

 

Comunicato stampa


Mentre la Giunta Cirio annuncia "contentini" per i gestori delle Rsa, che non accettano e chiedono di più, nega la quota sanitaria a 15mila malati non autosufficienti ricoverati (e chissà quanti altri in lista di attesa a casa).

Non sarebbe stato meglio - nel rispetto delle leggi vigenti - togliere l'illegittimo blocco della spesa per le quote sanitarie in Rsa (delibera e 1-5265 e 10-5445 del 2022) e finanziare mille posti letto di nuove quote sanitarie in Rsa?

Nel comunicato ALLEGATO raccontiamo due tra i tantissimi casi seguiti dalla Fondazione promozione sociale, cui le Asl negano, letteralmente fino alla morte, l'erogazione della quota sanitaria.

Con richiesta di pubblicazione e diffusione

Soggiorni estivi per disabili

Inoltriamo l’urgente informativa sotto riportata pervenuta da Utim odv, con preghiera di diffusione e possibilmente di partecipazione.

Fotografia articolo

Volantino centri diurni soggiorno

INVITO A PARTECIPARE ALL’INCONTRO DI

Giovedì, 15 febbraio 2024

ore 9.30 – 12,30

c/o Fondazione promozione sociale  - Via Artisti 36 - TORINO

 

 

  • Gentili Associazioni,

l’invito è esteso alle Organizzazioni con le quali vi sono state o sono tuttora in corso iniziative condivise a tutela del diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie (Lea) per i malati cronici, specialmente anziani, compresi i malati di Alzheimer o con altre demenze; delle persone con disabilità intellettive e/o autismo, con riguardo a chi non è autosufficiente.

L’obiettivo dell’incontro è:

1)       a livello regionale,

-     condividere le difficoltà incontrate nell’ambito delle proprie attività per ottenere le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie adeguate alle esigenze dei malati cronici e persone con disabilità non autosufficienti a fronte della risposta di Asl e Comuni alle loro richieste;

-     valutare se vi siano punti di interesse comune per poter prestare una proposta unitaria di nuovo Piano sanitario e socio-sanitario alla nuova Giunta regionale dopo le elezioni del prossimo 8/9 giugno;

2)       a livello nazionale,

-     avviare una prima analisi della legge 227/2021 per la disabilità e della legge 33/2023 per la non autosufficienza (entrambe ancora in definizione per via dei decreti attuativi), per valutare eventuali obiettivi comuni su cui orientare richieste verso Governo e Parlamentari.

Vista la complessa situazione politica, sia per le proposte di riforma costituzionale in campo, specie per l’autonomia regionale differenziata, che per le elezioni europee e il loro esito, ci sembra quanto mai necessario provare ad unire gli sforzi e le energie di ciascuno, fermo restando che è sempre utile avere uno sguardo della situazione osservata da più punti di vista e sapere quali diritti possiamo comunque attivare sui singoli casi.

Con l’auspicio che la proposta sia accolta, restiamo in attesa di una conferma in merito alla Vostra partecipazione all’incontro proposto.

Pericolo chiusura Csm - Centri di salute mentale


Comunicato stampa Pronto Soccorso_Fondazione promozione sociale

In merito all'oggetto, uniamo il comunicato diffuso dall'UTIM Nichelino nei giorni scorsi, nonché articoli di stampa relativi ai recenti e abbastanza positivi sviluppi della locale vicenda.

Dato che la problematica dei CSM è purtroppo attuale e diffusa in quasi tutti i Distretti sanitari delle ASL piemontesi, appare opportuno monitorare attentamente la questione in ciascun territorio e, se necessario, avviare iniziative in merito (ad es. lettere di sollecitazione, interrogazioni, petizioni come da esempio allegato, ….).

Segnalateci, se del caso, difficoltà riscontrate nei Vs. territori ed eventuali iniziative.

Salute mentale in pericolo a Nichelino

Nichelino riapre

Uno spireglio per il CSM

Petizione CSM modulo


Novità Importante dalla associazione UMANA!

Dopo il successo del Convegno del 6 novembre 2023 a Perugia, condividiamo l'ampia sintesi video dell’evento, realizzata dall'associazione UMANA, che mette in luce le problematiche cruciali degli anziani malati cronici non autosufficienti, oltre a discutere la controversa Legge 33/2023.

Grazie ai contributi dei vari relatori (esperti, medici, rappresentanti di associazioni, politici, ecc.), il video apre una finestra su questa tematica delicata e rappresenta una risorsa preziosa per tutti coloro che vogliono approfondire la loro conoscenza su questi temi.

Invitiamo tutti a guardare il video, disponibile qui, e lanciamo un appello a cuore aperto a condividere il più possibile la presente PETIZIONE

Restiamo uniti!

Cercasi Volontari per l'evento in Piazza Bodoni - 8 Dicembre


Informiamo con piacere che la Fondazione promozione sociale ed il Csa parteciperanno all'evento:

"Il Dono del Volontariato" (promosso dal Centro servizi Vol.To.)

VENERDÌ 8 DICEMBRE 2023

presso il “Villaggio di Natale” in Piazza Bodoni a Torino.

 

Si tratta di un'opportunità per promuovere le nostre attività ed informare attivamente la cittadinanza sulla tutela dei diritti delle persone anziane malate croniche o con disabilità/autismo non autosufficienti.

Il nostro stand sarà allestito dalle 9:00 alle 15:00. Avremo a disposizione dal Vol.To. un gazebo con tavoli, sedie e tutte le attrezzature necessarie. Prepariamo cartelli e materiale da diffondere.

Per coprire adeguatamente tutte le necessità, abbiamo bisogno di volontari disponibili a partecipare un paio d’ore, suddivisi in 3 turni:

- I° turno:     dalle 9:00 alle 11:00 (incluse le operazioni di allestimento)

- II°  turno:   dalle 11:00 alle 13:00

- III° turno:   dalle 13:00 alle 15:00 (concluso con le operazioni di disallestimento)

Ogni turno richiederà la presenza di (almeno) 3 o 4 volontari, così da coprire l'interno dello stand per gestire le attività previste, nonché l'esterno dello stand per interagire con il pubblico e fornire le prime informazioni.

Contiamo molto sulla Vostra partecipazione! E, per una migliore organizzazione e distribuzione dei compiti, Vi chiediamo di indicarci la Vostra disponibilità per uno o più turni.

Restiamo in attesa di conoscere appena possibile le Vostre disponibilità e Vi ringraziamo anticipatamente per l’aiuto che vorrete assicurarci.


Convegno sulle RSA a Milano

Si inoltra il programma del Convegno nazionale sul tema:

"Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) per le persone anziane malate croniche non autosufficienti nel Servizio Sanitario Nazionale"

organizzato dal CDSA, “Coordinamento nazionale per il diritto alla sanità per le persone anziane malate e non autosufficienti”  (*)

VENERDI 17 NOVEMBRE 2023  - ore 10/17.30
Sala Pirelli c/o Consiglio Regionale (accessibile) - Via Fabio Filzi, 22 – MILANO

Partecipazione gratuita ma prenotazione obbligatoria inviando mail a: l.valsecchi@medicinademocratica.org

Il Convegno segue l’incontro tenutosi a Roma il 17 maggio 2023 alla Biblioteca della Camera dei Deputati, di cui riportiamo a questo link  le relazioni dei partecipanti contenenti ii contributi per la stesura dei decreti attuativi della legge 33/23023 per la non autosufficienza.

Con l’iniziativa di Milano del 17 novembre p.v. poniamo l’attenzione sulla necessità di affrontare la riorganizzazione delle Rsa, prestazione socio-sanitaria che rientra nei Lea e quindi nella piena titolarità del Servizio sanitario nazionale.

Confidiamo nella presenza di Vostri incaricati


Comunicato Stampa del Gruppo Senza Sede

Da 17 anni i volontari del Gruppo senza Sede di Trino si impegnano nell’informazione, intensificandola da quando la Sanità pubblica ha dato chiari segnali di decadenza, che sta sempre più penalizzando le persone fragili. Riteniamo quindi giusto far sapere che, in Piemonte, 15000 anziani malati  e 5000 persone con disabilità non autosufficienti, elettori, con le relative famiglie, sono direttamente colpiti dalle recenti decisioni politiche territoriali.

L’Assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone e la Giunta regionale, con il Dgr.n.11-7489 del 29/09/2023 pubblicato sul B.U. il 5 ottobre 2023, hanno ceduto alle pressioni degli Enti gestori dei servizi socio assistenziali e dei Comuni piemontesi, alla luce dell’iniziativa dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani ), prorogando al 31 dicembre 2023 il termine (del 15 settembre), per la presentazione dei regolamenti Isee in materia di integrazione alle prestazioni socio-sanitarie. La norma nazionale di riferimento – l’Isee – è in vigore dal 2013

( Dpcm 159/2013 ) ! La Regione Piemonte ed i suoi Comuni, anziché applicarla, hanno prodotto in questi 10 anni ben 9 proroghe, prevedendo regolamenti più penalizzanti per gli utenti  rispetto alle regole nazionali ! Proroghe in nome “ dell’equità e della mancanza di risorse “  per cui non si è rispettata la legge dello Stato. Così si è preteso e si pretende che i ricoverati in Rsa paghino cifre superiori al dovuto perché nell’Isee vengono conteggiati indennità di accompagnamento e pensione di invalidità, lasciando loro la sola disponibilità di 100-150 euro mensili per coprire tutte le esigenze che non vengono soddisfatte dalle strutture. Anche sulle proprietà immobiliari i Comuni penalizzano gli utenti, negando l’integrazione della retta alberghiera, con regole non conformi alla legge dello Stato. In 10 anni non mancano interventi illuminanti come quello del 16 aprile 2016 dell’allora Presidente Anci e Sindaco di Torino Piero Fassino che aveva dato il “buon esempio” scrivendo al Ministero delle Politiche sociali per NON avere le risorse economiche corrispondenti alle prestazioni che i Comuni dovevano e devono fornire agli utenti, bensì per sollecitare il cambiamento del sistema di conteggio dell’Isee, rendendolo più penalizzante per i malati non autosufficienti “prevedendo una maggiore rilevanza del patrimonio mobiliare ed immobiliare “  e, in contrasto con le sentenze e la legge 89/2016 (già decreto legge del 29 marzo 2016 n. 42), “ la destinazione diretta e integrale dell’indennità di accompagnamento e di altri emolumenti destinati all’assistenza e alla cura dei soggetti disabili e non autosufficienti, al PAGAMENTO DELLA QUOTA SOCIALE”. 

Gli Enti gestori con inclusi Comuni e Consorzi socio-assistenziali – ed ora anche questa Amministrazione regionale – continuano a perpetrare una violazione cinica dei diritti dei più fragili. Questi Enti che devono applicare e non “interpretare” a loro uso e consumo il decreto legge Isee, hanno calcolato in modo volutamente errato, con i loro strumentali ed illegittimi regolamenti, le quote alberghiere da versare per i residenti in strutture socio-sanitarie. Una sottrazione silenziosa di circa 30 milioni di euro all’anno (300 milioni in 10 anni) a danno dei cittadini più vulnerabili del Piemonte. Dai provvedimenti approvati appare ormai evidente che sin dal primo momento la scelta politica di Comuni e Regione è stata quella di cambiare la legge senza fare nulla per applicarla.

Trino,ottobre 2023                                                  Associazione culturale Gruppo senza Sede


Comunicato Stampa del Gruppo Senza Sede

Su “ Il Monferrato “ del 12 settembre scorso compariva l’articolo “ Le nuove linee guida sul conteggio dell’ Isee “. Era citata la data del 15 settembre 2023 come termine imposto dalla Regione Piemonte entro cui i Comuni/Consorzi Socio Assistenziali ed Enti gestori delle Rsa avrebbero dovuto trasmettere alla Direzione Regionale Sanità e Assistenza i nuovi regolamenti che disciplineranno le erogazioni delle prestazioni sociali agevolate. In ottemperanza ad una sentenza del Tar del Piemonte ed alla delibera della Giunta regionale 10-6984 del 5 giugno 2023, che si era adeguata alla legge nazionale del 2013 sull’ Isee, su tutto il territorio piemontese entra in vigore il divieto di conteggiare nella condizione economica degli utenti l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità per ottenere le prestazioni socio-sanitarie. Ma molti di coloro che avrebbero dovuto, entro la prescritta data, adeguare le normative locali alle nuove linee guida, anziché dedicarsi col massimo impegno a rispettare le leggi nazionali e la delibera regionale, hanno profuso le energie nella richiesta di proroghe (ormai sport nazionale) e, non potendo impugnare la sentenza del Tar, hanno alzato la voce nelle lamentazioni circa le carenze di fondi (magari senza neppure preoccuparsi di dettagliare le spese, a volte eccessive, o incoerenti e/o non indispensabili, affrontate forse pescando nei fondi stanziati dal Governo per la sanità pubblica).  Non sono abbastanza coraggiosi par far presente allo Stato  (bilanci alla mano) che i fondi ricevuti sul territorio per tutelare la salute pubblica non sono sufficienti ? Forse sarà più facile allearsi e chiedere, come un sol uomo, allo Stato di approvare una legge che modifichi l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità, o dia un ritocchino anche alle norme circa il patrimonio mobiliare ed immobiliare, facendoli entrare come reddito nell’Isee evitando, con buona pace di tutti, tranne che dei malati e degli invalidi, di dover rivedere le consuetudini fin qui in atto ?

Trino, settembre 2023                                             Associazione culturale Gruppo senza Sede  


Questione ISEE/Contribuzione rette alberghiere

Alle associazioni del CSA,

Per utile aggiornamento sulla questione ISEE/Contribuzione rette alberghiere, riportiamo:

1.       più sotto il resoconto sintetico dell'incontro avuto Lunedì 18 u.s. con l'Assessore alle politiche sociali regionale Maurizio Marrone;

2.       in allegato uniamo invece il documento di approfondimento consegnato per l’occasione.

Ricordiamo che, in seguito al ricorso al TAR presentato con successo da Utim e Ulces, la Regione Piemonte ha rettificato la delibera sulle “Linee guida” per l'implementazione dell'ISEE (=> DGR 10-6984) . Tra gli elementi rilevanti, non è considerata la possibilità di conteggiare indennità di accompagnamento e pensione di invalidità nella compartecipazione retta.
Purtroppo i Comuni ed i Consorzi socio-assistenziali mostrano (ancora) una forte resistenza all'adeguamento, nonostante l'obbligo di modificare i propri Regolamenti entro il termine stabilito del 15 settembre 2023 (termine che, peraltro, potrebbe essere ulteriormente prorogato).

In tale contesto, raccomandiamo a ciascuna associazione di mantenere una vigilanza attiva sullo stato di implementazione di queste disposizioni sul proprio territorio, comunicandoci eventuali sviluppi.

Ringraziamo per l’attenzione e rimaniamo a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Un caro saluto

p. Csa

Giuseppe D'Angelo

 

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Oggetto: Resoconto sintetico incontro Assessore alle politiche sociali Regione Piemonte, Maurizio Marrone

Lunedì 18 settembre 2023 presso il Grattacielo della Regione (piano 22°)

Presenti: Enzo Bozza UTIM; Giuseppe D’Angelo ULCES; Mauro Perino, Fondazione Promozione Sociale

 

L'incontro è servito per chiarire le posizioni reciproche. L'Assessore è stato attento, ha ascoltato così pure i funzionari. Ma al termine pare che ciascuno sia rimasto sulle proprie posizioni. I funzionari presenti hanno mantenuto un "profilo basso"; un paio di interventi poco significativi. Al termine è stato consegnato ad ognuno dei presenti il promemoria (allegato). L’incontro iniziato verso le 16,15 è terminato alle 17,20 circa.

Qui di seguito un resoconto con i passaggi più significativi dell’incontro.

Giuseppe ha introdotto la questione ricostruendo in sintesi ciò che è avvenuto in questi ultimi anni e sottolineando soprattutto le responsabilità degli Enti gestori (Comuni e Consorzi) e l'accanimento verso i più deboli invece di cercare di applicare le norme sull'Isee socio-sanitario. Mentre la Regione ha adottato finalmente le linee guida, seppur dopo una "correzione" dovuta al passaggio al Tar promosso da Utim e Ulces, occorre che adesso le si faccia applicare, che vengano recepite nei Regolamenti senza ulteriori illegittime proroghe, ricordando un potenziale bacino di utenza di circa 20mila cittadini ricoverati in strutture residenziali in convenzione con l’Asl.

L'Assessore Marrone ha sottolineato come la Dgr si era resa necessaria per cercare di rispondere ad alcuni abusi di regolamenti comunali. La Dgr Isee poi è stata corretta senza attendere la sentenza Tar.

Ritiene personalmente che l'indennità di accompagnamento sia in qualche modo da versare (anche se le norme, ha sottolineato, possono dire diversamente) qualora la persona sia ricoverata in struttura. Diverso è il discorso per domicilio.

Ha ricordato che gli Enti gestori/Anci hanno chiesto incontro con il Governo per la revisione della norma sull'indennità di accompagnamento.

Non sono previste modifiche alla Dgr regionale Isee, ma un differimento dei termini per adeguare i Regolamenti.

Mauro ha ricordato la richiesta di Fassino (come Anci) nel 2016 di modifica dell'Isee in senso peggiorativo per gli utenti, invece di applicare la norma e di chiedere le risorse necessarie. In proposito ha approfondito la questione delle risorse, ricordando quelle previste dallo Stato originariamente con la Finanziaria 2007 e poi le disposizioni della legge regionale 1/2004 che impegnano anche la Regione.

L'Assessore ha chiesto se eravamo in qualche modo disponibili a venire incontro all'utilizzo dell'indennità di accompagnamento.

Enzo ha risposto rimarcando la necessità nonché il dovere di applicare le norme vigenti. Ha sottolineato l'assoluta illegittimità dei comportamenti dei Consorzi e dei Comuni che sono tenuti, come tutti i cittadini ma ancor più i funzionari pubblici, ad osservare e a far rispettare le leggi dello Stato. Con il loro non agire secondo il Dpcm  159/2013 si configura di fatto una vera e propria estorsione di denaro ai danni delle persone che fruiscono dei servizi socio sanitari.

Peraltro il Giudice tutelare chiede di giustificare l’utilizzo che fa il tutore delle risorse del tutelato e queste non si possono utilizzare contrariamente alla legge.

L'Assessore ha chiesto se gli avanzi di amministrazione degli Enti gestori – citati come risorse potenziali nel corso dell’introduzione - siano significativi.

Ha risposto Mauro, ricordando che pur nella difficoltà di valutare i bilanci, da quelli visti risultano avanzi anche importanti; ma che per comprenderne le ragioni occorre anche esaminare come sono state impiegate o investite le economie di spesa che non possono non essersi verificate a seguito di interventi statali che prima non erano previsti (esempio assistenza economica adulti/famiglie prima a carico dei soli comuni, poi delle social card varie...). Più in generale occorre chiarire come vengono spese le risorse, se la priorità è data ai Lea, come dovrebbe essere, o a spese discrezionali (esempio nidi o assistenza scolastica che incide sul pro-capite in base alle politiche di spesa locali, senza che la Regione "metta becco").

Mauro ed Enzo hanno poi precisato sulla necessità da parte dei tutori di utilizzare l'indennità di accompagnamento per permettere un "di più" rispetto al livello base (in genere assai basso) erogato dalle strutture di ricovero residenziale.

 


Comunicato Stampa del Gruppo Senza Sede sulle prestazioni sociali agevolate

Entro il 15 settembre 2023 i Comuni / Consorzi Socio-Assistenziali ed Enti gestori delle Rsa del Piemonte sono tenuti a trasmettere alla Direzione regionale Sanità e Assistenza i nuovi regolamenti che disciplineranno le erogazioni delle prestazioni sociali agevolate.

In breve di seguito le tappe che hanno, finalmente, permesso di adeguare le norme regionali alla legge sull’ Isee nazionale del 2013 e modificata nel 2016.

Dieci anni ed un ricorso al Tar, per arrivare alla delibera 10-6984 del 5 giugno scorso, con la quale la Giunta della Regione Piemonte approva “in autotutela” le nuove linee guida sull’ Isee, in sostituzione di quelle approvate il 29 dicembre 2022. La Regione ha, nei fatti, riconosciuto come fondati gli argomenti che Utim e Ulces avevano portato davanti al Tar del Piemonte e si è adeguata alle norme dell’Isee nazionale che è provvedimento di rango superiore alle delibere regionali ed ai regolamenti comunali. In virtù di ciò entra in vigore sul territorio regionale il divieto di conteggiare nella condizione economica degli utenti l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità. L’indennità di accompagnamento è personale, quindi la richiesta delle associazioni del Csa è, come da legge 18 del 1980 che l’ ha istituita, che sia erogata al soggetto beneficiario (non alla famiglia) “al solo titolo della menomazione”, senz’altri vincoli di accesso alla misura o di obbligo di utilizzo. Va inoltre precisato che quella presentata non è una “richiesta delle associazioni”, ma una prescrizione di una legge dello Stato, che le associazioni hanno confrontato con la delibera regionale arrivando alla conclusione che l’atto piemontese violava quello nazionale e andava impugnato a difesa di migliaia di persone non autosufficienti piemontesi. Inoltre il patrimonio mobiliare ed immobiliare, essendo già contato nel calcolo Isee, non può essere preso in considerazione quale criterio ulteriore di selezione per la definizione della capacità alla compartecipazione al costo del progetto assistenziale del richiedente. Infatti l’ Isee nazionale chiarisce che non devono rientrare in alcun calcolo “ulteriore” (su altri parametri) che non sono nominati nella norma nazionale.

In sostanza la casa e gli altri immobili di proprietà devono essere conteggiati come prescritto dall’ Isee e non possono costituire motivo di negazione delle prestazioni socio-sanitarie.

Sul sito della Direzione regionale “Settore Programmazione socio-assistenziale e socio-sanitaria ; standard di servizio e di qualità “ sarà possibile accedere agli atti della Pubblica Amministrazione per visionare tutti i documenti consegnati il 15 settembre prossimo. Le associazioni Utim e Ulces hanno già comunicato che lo faranno. Ovviamente la Fondazione Promozione sociale sarà al loro fianco per la tutela delle persone con disabilità e la lotta contro l’emarginazione sociale. Sui rispettivi siti sono consultabili tutti i documenti e tutti i passaggi di cui abbiamo fatto breve cenno con la presente.

Trino, agosto 2023                                                   Associazione culturale Gruppo senza Sede

Inviamo in allegato un commento che segue il servizio del Tg3 Regionale del Piemonte (sabato 26 agosto 2023 => il  video) sull’Isee socio-sanitario per persone con disabilità e malati non autosufficienti. Per esigenze di brevità del servizio, gli argomenti del Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base)  sono stati ridotti all’essenziale: l’obbligo per i Comuni piemontesi di rispettare la legge e quindi il divieto di considerare l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità come risorse disponibili per il pagamento della retta alberghiera da parte dell’utente.

Nel corso del servizio, la Presidente del Coordinamento Consorzi Enti gestori (Comuni, Consorzi, Unioni di Comuni) del Piemonte ha ribadito di fatto la volontà delle Amministrazioni di non applicare la norma e quindi di pretendere dagli utenti cifre che non sono permesse dalla legge. Fatto gravissimo che viene sostenuto, difeso, giustificato con motivazioni “di interesse collettivo”, peraltro non esplicitate, in ogni caso non accettabili, perché violano una norma nazionale già in vigore da dieci anni e confermata da numerose sentenze del Consiglio di Stato.

Lo scritto che uniamo precisa che i Comuni piemontesi non sono mai intervenuti per chiedere le risorse adeguate alle loro funzioni in materia di integrazione delle rette socio-sanitarie e che oggi vorrebbero continuare a rivalersi sugli utenti senza aver mai contestato il Piano e il Fondo per le non autosufficienze che ha tolto loro la disponibilità delle risorse per far fronte ai loro obblighi di legge. Finché pagavano i cittadini, tutti zitti e bene così. Ora, invece…

In più, va ricordato che:

a) I Comuni piemontesi non applicano l’Isee – ma regole più sfavorevoli per gli utenti – per il conteggio della retta alberghiera dal 2013 (Dpcm 159/2013 Isee) e poi, ancora, dalle sentenze del Consiglio di Stato del 2016 e dalla legge 89 dello stesso anno. Stando ai dati dei Comuni stessi, l’applicazione dell’Isee comporterebbe 30 milioni di euro di spesa in più, quindi, significa che negli ultimi 10 anni i piemontesi con grave disabilità, malati cronici non autosufficienti e loro famigliari si sono fatti carico di circa 300 milioni di euro che dovevano essere invece corrisposti dai Comuni;

b) il 6 aprile 2016 l’allora Presidente dell’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e Sindaco di Torino, Piero Fassino, scrisse al Ministro delle politiche sociali NON per avere le risorse corrispondenti alle prestazioni – diritto esigibile degli utenti – che i Comuni dovevano fornire o per contestare la limitatezza delle risorse del Fondo non autosufficienze, ma per… cambiare il sistema di conteggio dell’Isee (!), rendendolo più penalizzante per i malati non autosufficienti «prevedendo una maggiore rilevanza del patrimonio mobiliare e immobiliare» e, in contrasto con le sentenze e la legge 89 (già decreto legge del 29 marzo 2016, n. 42) e «la destinazione diretta e integrale dell’indennità di accompagnamento e di altri emolumenti destinati all’assistenza e alla cura di soggetti disabili e non autosufficienti al pagamento della quota sociale»;

c) quando nel 2020, a seguito della storica sentenza n. 152 della Corte Costituzionale, le pensioni di invalidità delle persone maggiorenni con invalidità al 100% sono passate da poco più di 280 euro a oltre 650, i Comuni hanno da un mese all’altro incamerato l’aumento dell’utente destinandolo al pagamento della retta alberghiera (operazione illegittima, perché la pensione di invalidità non costituisce reddito ai fini Isee), diminuendo la quota corrispondente di loro intervento. Quando c’è da “togliersi” e tagliare gli interventi, i Comuni agiscono subito; quando tocca a loro tirare fuori le somme previste dalle leggi, parte la serie dei pretesti per non agire: «manca una norma regionale», «guardiamo all’interesse collettivo», «agiamo con equità»… Adesso basta!

Tenendo ferme le questioni di diritto la nostra proposta è  una “alleanza” tra utenti/associazioni che li rappresentano e Comuni/Consorzi per ottenere le risorse per fare fronte agli obblighi di legge. Tale azione comune è  possibile solo se i Comuni/Consorzi riconoscono formalmente l'insindacabilità dell'applicazione della legge. In ogni caso, gli Enti Gestori e i Comuni dovrebbero essere consapevoli che se approvano o applicano regole difformi dall'Isee, la strada dei ricorsi é tracciata e il Piemonte rischia il verificarsi di situazioni che altrove si sono già verificate (in Veneto e in Lombardia addirittura i regolamenti dei due capoluoghi sono stati cassati da Tar e Consiglio di Stato). 

 

Lettera per i Consorzi socio-assistenziali

Applicazione dell'Isee per la compartecipazione alla retta alberghiera - Come rispondere all'allarme dei Consorzi "non ci sono soldi"

Forse avrete letto su la Repubblica del 6 agosto u.s. "Braccio di ferro sui fondi per le Rsa. Stop ai nuovi ospiti" e il successivo ritorno sul tema del 9 agosto con la posizione delle associazioni che fanno capo al Csa (Utim e Ulces) e della Fondazione promozione sociale (alleghiamo in ogni caso i due articoli).

Cosa succede? La Regione ha (finalmente, dopo dieci anni e un ricorso dell'Utim e dell'Ulces) dato le regole ai Comuni per scrivere i nuovi regolamenti per l'integrazione delle rette in Rsa, in Comunità alloggio, in Centro diurno. Questi nuovi regolamenti devono rispettare l'Isee nazionale (Dpcm 159/2013) e ai Comuni questo non va bene, perchè la norma nazionale prevede che a malati e persone con disabilità non si conti come reddito l'indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità e che il possesso della prima casa non comporti che il Comune non interviene a compartecipare la quota alberghiera.

Noi chiediamo ai Comuni e ai Consorzi il rispetto della legge e dell'Isee, che è livello essenziale delle prestazioni. I soldi vanno trovati (magari spendendo meno in tante iniziative superflue e non obbligatorie che i Comuni fanno).

Sarebbe importante che sui vostri territori steste dietro all'approvazione dei nuovi regolamenti e che i Consigli e le Giunte comunali fossero informate della nostra risposta: l'Isee è un livello essenziale, l'integrazione della retta è un diritto, tante altre attività dei Comuni non lo sono (quindi, dire che non ci sono i soldi non vale, anche perchè li si può richiedere alla Regione, che ha scritto le regole Isee da applicare).

Replica a Enti Gestori su ISEE

ISEE braccio di ferro fondi RSA

ISEE braccio di ferro


Inviamo in allegato una bozza di lettera (in formato Word) che abbiamo predisposto. Riguarda la DGR, Delibera di Giunta della Regione Piemonte, dell'8 maggio 2023, n. 9-6837 (allegata) che riprogramma le risorse ministeriali relative alla legge 112 del 2016 (conosciuta come legge sul "Dopo di noi"), non utilizzate da Comuni e Consorzi socio-assistenziali nell'anno 2016.

Chiediamo la Vostra collaborazione affinché ciascuna associazione invii questa lettera – con propria carta intestata/riferimenti - al Consorzio socio-assistenziale del proprio territorio (o all’Unione dei Comuni, o eventuale altro Ente gestore delle funzioni assistenziali, a seconda dei casi).

L’obiettivo è di assicurare che queste risorse, che sono già state assegnate e non ancora spese, siano utilizzate e non sprecate.

Invitiamo a leggere attentamente la bozza di lettera: in caso di domande, dubbi o bisogno di ulteriori chiarimenti o consigli, non esitate a chiamarci.

Un grazie anticipato per l’attenzione e la collaborazione.

ISEE, dopo la causa del CSA le nuove linee guida della Regione Piemonte


Su “Il Monferrato” del 9 giugno scorso abbiamo letto che il Consiglio di Amministrazione dell’Apsp S. Antonio Abate di Trino ha deciso l’aumento delle rette giornaliere a carico degli ospiti non convenzionati con l’Asl di Alessandria, a decorrere dal 1° luglio 2023. L’articolo cita la motivazione della decisione con riferimento alla delibera della Giunta regionale piemontese n. 1-5575 del 7 settembre 2022 ed al fatto che le rette non erano state ritoccate da quattro anni, nonostante gli aumenti delle spese per energia elettrica, metano e generi alimentari, oltre alle difficoltà di gestione della struttura causate dal Covid. Premettiamo che la suddetta delibera, approvata da tutti i rappresentanti degli Enti Gestori, tranne Anaste che rappresenta un’importante quota di circa il 25% dei 30mila posti letto regionali, si abbatte sulla testa dei ricoverati senza alcun confronto con le Associazioni impegnate nella difesa dei diritti dei malati cronici non autosufficienti. Gli adeguamenti tariffari imposti a coloro che pagano l’intera retta (non convenzionati), nulla hanno a che fare con la delibera n. 1-5575  che in realtà va a disciplinare solo le rette degli ospiti convenzionati. Quindi gli aumenti verranno applicati dai Gestori dell’ex Ipab di Trino secondo la loro unilaterale e discrezionale decisione non compatibile con i provvedimenti regionali. Inoltre il decreto “aiuti ter”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 settembre 2022, che fissa le “Misure straordinarie in favore delle Regioni e di Enti Locali” precisa al punto 3 : “Allo scopo di contribuire ai maggiori costi determinati dagli aumenti dei prezzi delle fonti energetiche e al perdurare degli effetti della pandemia, il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è incrementato di 1.400 milioni di euro per l’anno 2022, di cui 1.000 milioni di euro assegnati con la legge 5 agosto 2022 n. 111”. All’ articolo 8 si fissano le Disposizioni urgenti in favore del terzo settore “ Tra cui un fondo di 120 milioni per sostenere gli Enti del terzo settore e gli Enti religiosi civilmente riconosciuti che gestiscono servizi socio-sanitari e sociali svolti in regime residenziale, semi-residenziale rivolti a persone con disabilità, a fronte dell’aumento dei costi dell’energia termica ed elettrica nel terzo e quarto trimestre del 2022”. Sui trasporti in ambulanza, la DGR Piemonte 45-4248 nell’allegato 5, punto 5.5 recita : “ I trasferimenti in ambulanza per l’effettuazione di prestazioni diagnostiche e specialistiche, qualora non erogabili direttamente nell’ambito della struttura residenziale, sono garantiti dall’Asl per gli utenti in convenzione con integrazione tariffaria da parte dell’ Ente Gestore delle funzioni socio-assistenziali e a carico dell’utente per gli ospiti in regime privato o con posto letto convenzionato con il S.S.R. ma senza integrazione da parte dell’Ente Gestore; le altre spese per i trasporti da e per l’ospedale e/o strutture sanitarie o socio-sanitarie (esclusi quelli garantiti dall’Asl e dall’emergenza 118) sono ricomprese nella tariffa giornaliera”.  In conclusione, sarebbe importante sapere come sono stati gestiti presso l’Apsp di Trino i fondi ricevuti dallo Stato per fronteggiare la crisi pandemica ed i maggiori costi dei servizi offerti agli ospiti. E’ probabile che gli Enti, le Associazioni di tutela dei pensionati e le forze politiche amministrative di maggioranza e di opposizione, abbiano già preso posizione in merito, per verificare la corretta applicazione delle norme di legge. Il Gruppo senza Sede con la presente ha cercato di fornire informazioni utili ai diretti interessati. 

Trino, 14 giugno 2023                                               Associazione culturale Gruppo senza Sede


UTIM E ULCES: RICORSO AL TAR PIEMONTE CONTRO L’ISEE REGIONALE


invito all’incontro pubblico del 24 marzo p.v. ad Alessandria