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Piattaforma alla
Regione Piemonte
Fondo regionale
legge 112/2016
ISEE,
APPELLO URGENTE ALLA REGIONE PIEMONTE: STOP ALLE PROROGHE
Mozione sulle cure
ai malati cronici non autosufficienti
Incontro pubblico
A.D.N.A. 12 giugno 24 a Ellera di Corciano PG
La riforma del
Gattopardo 14.05.2024
Nota al Consiglio
Comunale di Torino
Comunicato
stampa del Gruppo Senza Sede
Segnalazione
convegno
BOLOGNA
I
ISEE,
Piattaforma alla Regione Piemonte
Piattaforma messa a punto con i Vostri contributi, che sarà
consegnata nei prossimi giorni al Consiglio e alla Giunta regionale
del
Piemonte.
Fondo regionale
legge 112/2016
Alleghiamo per
opportuna conoscenza
copia della Determinazione Dirigenziale della
Regione Piemonte, D.D. 1 luglio
2024, n. 927, che riguarda l'assegnazione delle
risorse del "Fondo per
l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del
sostegno
familiare".
APPELLO
URGENTE ALLA REGIONE PIEMONTE: STOP ALLE PROROGHE
APPLICAZIONE
IMMEDIATA DELL’ISEE DA PARTE DEI COMUNI/CONSORZI PER
GARANTIRE I DIRITTI DELLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI
Torino, 4 luglio 2024
Le
organizzazioni
di tutela dei malati e delle persone con disabilità intellettiva/autismo non
autosufficienti CHIEDONO all’Assessore regionale
Maurizio Marrone (Politiche sociali) e alla nuova Giunta
regionale di non cedere alle pressioni degli Enti gestori delle funzioni
socio-assistenziali e dei Comuni piemontesi, prorogando
per l’ennesima volta il termine per la presentazione dei
Regolamenti Isee in materia di integrazione rette per gli utenti delle
Rsa, delle Comunità alloggio, dei Centri diurni, ecc.
Richiesta
di accesso agli atti
Ricordiamo
che
nei giorni scorsi le associazioni del Csa hanno presentato
richiesta formale alla Regione Piemonte di “accesso agli
atti” in merito ai Regolamenti degli oltre 40 Enti gestori
delle funzioni socio-assistenziali (Comuni, Consorzi, Unioni
dei Comuni, ecc.) sui criteri di compartecipazione per le
rette delle prestazioni socio-sanitarie.
Obbligo
non rispettato
Sono
difatti
scaduti il 30 giugno 2024 i termini – già prorogati più
volte – per la consegna alla Regione Piemonte dei
Regolamenti degli Enti gestori.
Si
tratta di un obbligo stabilito dalla delibera di Giunta
regionale del Piemonte DGR 10-6984/2023, che ha definito le
“linee guida” di redazione dei Regolamenti, nel rispetto
dell’Isee nazionale (Dpcm 159/2013 e successive modifiche e
integrazioni).
L’aggiornamento
dei
Regolamenti è peraltro un mero atto burocratico. I
Regolamenti devono adeguarsi alla disciplina dell’ISEE come
confermato anche dalle “linee guida” regionali nonché da
numerose sentenze passate in giudicato.
Ripetute
Proroghe
Riordiamo
che
l’Isee è in vigore dal lontano 2013 (Dpcm 159/2013) e che la
Regione Piemonte e i suoi Comuni, anziché applicarlo, hanno
prodotto in questi anni ben 10 proroghe (),
prevedendo regolamenti più penalizzanti per gli utenti
rispetto alle regole nazionali!
Ancora
oggi
i Comuni e i Consorzi pretendono che i ricoverati paghino
cifre non dovute in quanto non considerate dall’Isee
(indennità di accompagnamento e pensione di invalidità).
Anche sulle proprietà immobiliari, i Comuni penalizzano gli
utenti, negando l’integrazione della retta alberghiera con
regole illegittime.
Le
precedenti
proroghe sono state chieste e avallate politicamente
dall'Assessore Maurizio Marrone e dalla Giunta regionale,
per favorire il vergognoso intervento dell'Anci Piemonte
volto ad ottenere la modifica - in peggio per gli utenti con
gravi disabilità e malati cronici non autosufficienti - di
norme nazionali che gli Enti gestori avrebbero dovuto
finalmente applicare.
Violazione
dei diritti
Gli
Enti
gestori, che includono Comuni e Consorzi
socio-assistenziali, stanno continuando a perpetrare
una violazione cinica dei diritti delle persone con
disabilità e degli anziani malati non autosufficienti.
Questi
Enti,
incaricati dell'applicazione del decreto Isee (e non della
sua “interpretazione” a loro vantaggio), hanno calcolato in
modo volutamente errato, con i loro strumentali e
illegittimi regolamenti, le quote alberghiere da versare per
i residenti in strutture socio-sanitarie.
Importanza
dei LEP
L’Isee,
essendo
una norma nazionale che fissa un livello essenziale delle
prestazioni (Lep), è sovraordinato rispetto alle delibere
locali e andava applicato a partire dall’entrata in vigore
del Dpcm 159/2013 e s.m.i.. In merito al tema delle
risorse, si tratterebbe di circa 30 milioni all’anno secondo
alcune stime non verificate degli Enti gestori. Pertanto
somme da anni corrisposte dai cittadini piemontesi più
deboli che non dovevano essere versate per la copertura
delle rette alberghiere.
Fondo
non autosufficienze inutilizzato
Non
è
che mancassero le opzioni per risolvere questa crisi. In
occasione dell'incontro del 18 settembre 2023, abbiamo fatto
presente all'Assessore Maurizio Marrone che gli Enti gestori
e la Regione avrebbero potuto/dovuto utilizzare le risorse
messe a disposizione dallo Stato attraverso il Fondo non
autosufficienze, che è stato invece vergognosamente
dirottato ad altre destinazioni nel 2016, senza alcuna
opposizione da parte degli stessi che ora impediscono
l’applicazione dell’Isee. Inoltre, non è credibile che, i
tutti questi anni trascorsi, gli Enti suddetti non abbiano
trovato il tempo per impostare una programmazione
finanziaria volta a procurarsi le risorse necessarie e/o a
razionalizzare l'utilizzo di quelle a disposizione per far
fronte ad un obbligo di legge. Obbligo al quale
sembrano aver scoperto di non poter assolvere solamente in
esito all'approvazione, da parte della Regione, delle “Linee
giuda” applicative dell'Isee (Dgr. 10-6984/2023).
Richiesta
alla Regione Piemonte
Alla
Regione
Piemonte - alla quale abbiamo dato atto di avere finalmente
emanato nuove “Linee di indirizzo” nel 2023 per una corretta
applicazione dell'Isee – CHIEDIAMO a gran voce di NON
farsi ancora complice di un ulteriore accanimento contro
le persone più vulnerabili, e quindi di non
“certificare” l'ingiustizia perpetrata associandosi
politicamente alla richiesta degli Enti gestori volta al
Governo centrale per cambiare a loro vantaggio le norme
Isee. Chiediamo, altresì, con l’occasione un incontro
urgente all’Assessore Maurizio Marrone.
Circa
15.000
anziani malati e 5.000 persone con disabilità non
autosufficienti sono direttamente colpiti, in Piemonte, da
queste decisioni nefaste. Un bacino numericamente
significativo, assieme alle loro famiglie, anche dal punto
di vista politico/elettorale che continueremo ad informare
di questa vergognosa azione dei «difensori dell’equità»
sulla pelle delle famiglie piemontesi più deboli.
**Con
richiesta
di diffusione**
Mozione sulle cure ai malati
cronici non autosufficienti
Incontro pubblico A.D.N.A. 12 giugno
24 a Ellera di Corciano PG
La riforma del Gattopardo
Inoltriamo il Comunicato del Comune che informa sull'importante MOZIONE (allegata) discussa ed
approvata dal Consiglio Comunale di TORINO il 17 giugno
2024, della quale avevamo anticipato con una mail il 26
marzo scorso in merito alle iniziative per contrastare le
liste di attesa per l’accesso alle prestazioni quali Rsa,
ecc.
Riportiamo anche il collegamento alla registrazione video della
stessa seduta del Consiglio, dove si potrà ascoltare
l’interessante dibattito riferito alla Mozione a partire dal
minuto 04:19:58.
Consiglio
Comunale - Lunedì 17 giugno 2024 (youtube.com)
Il 9 maggio 2024 su "Otto e mezzo" de La7 è andato in onda il
servizio "La riforma che non c'è",
ovvero la legge 33 sulla “Non autosufficienza” ed il suo
decreto attuativo...
Una rivoluzione copernicana, secondo i promotori (il “Patto
per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”); una
legge pericolosa, secondo noi, che relega gli anziani malati
non autosufficienti in un sistema a parte, privo di risorse e
diritti, in un sistema “ghetto”, lo SNAA, “Sistema nazionale
per la popolazione anziana”, spostando fuori dalla competenza
dei diritti del Servizio sanitario nazionale coloro che sono
visti come "scarti", come riconosciuto anche da Papa
Francesco.
La buona notizia è che le recenti proteste del “Patto” (da
cui anche il titolo del servizio “La riforma che NON c’è”)
confermano indirettamente che il decreto attuativo ha
“anestetizzato” la legge 33, ridimensionando da un lato il
ruolo dello SNAA e dall’altro “rinvigorendo” le norme vigenti
che garantiscano le prestazioni Lea sanitarie e
socio-sanitarie. Da notare che per adesso l'indennità di
accompagnamento rimane ancora un diritto esigibile per tutti i
malati non autosufficienti.
Ma attenzione! Non abbassiamo la guardia!
Occorre vigilare sull'art. 27 del Decreto attuativo, che
prevede entro un anno nuove fondamentali norme sulle UVM,
Unità di valutazione multidimensionali, col pericolo di
introduzione a livello nazionale di criteri socio-economici
(Isee…) per l’accesso alle prestazioni!
Inoltre, sull’art. 30 dello stesso Decreto, che prevede
purtroppo l’inserimento degli anziani NON autosufficienti in
semplici strutture assistenziali, anziché in strutture
socio-sanitarie.
Restiamo uniti!
Nota al Consiglio Comunale di
Torino
Ill.mi
- Maria Grazia
Grippo, Presidente del Consiglio comunale di Torino
- Vincenzo Camarda,
Presidente IV Commissione Consiglio Comunale
- Stefano Lo Russo,
Sindaco Città di Torino
- Jacopo Rosatelli,
Assessore per le politiche sociali Città di Torino
- Presidenti
Circoscrizioni di Torino
- Monica Lo Cascio,
Direttrice del Dipartimento Servizi Sociali, Socio
Sanitari e Abitativi
Oggetto: Inadeguate le linee di indirizzo per
lo sviluppo dei servizi socio-sanitari per i torinesi
anziani malati cronici non autosufficienti.
Richiesta
di audizione per affrontare la situazione drammatica
delle liste d’attesa.
Premessa
Di seguito riportiamo alcuni esempi di situazioni che riguardano cittadini
torinesi malati cronici non autosufficienti e i loro
congiunti. Sono casi seguiti dalla Fondazione promozione
sociale che, in media, è contattata da un centinaio di
familiari al mese con situazioni analoghe.
Caso 1
Telefonata
della
moglie. Il marito è ricoverato all’ospedale Maria
Vittoria: non è in grado di programmare il proprio
presente e futuro ed è così grave da essere totalmente non
autosufficiente. Ciononostante, l’ospedale vuole
dimetterlo.
Caso 2
L’Uvg
ha
riconosciuto l’urgenza, con il massimo del punteggio
sanitario (14) e 13 di sociale. Tuttavia la convenzione
non viene attivata. L’anziana malata cronica non
autosufficiente è ricoverata in Dgr 10/2022 in Rsa. Il suo
ricovero di 30 giorni scade il 12 gennaio 2024, ma l’Uvg
non attiva la convenzione e la Rsa vorrà la firma del
contratto per non dimettere l’ammalata, che è gravissima.
Sono 3.500 euro al mese, senza contare gli extra.
Caso 3
Anziana
malata
cronica non autosufficiente: trasferita per 30 giorni
dall’ospedale al Presidio Farinelli. Il periodo di
ricovero scade il 14/01/2024. Il 2 gennaio telefona la
figlia. Su sua sollecitazione la madre è stata ricoverata
il 31/12 nuovamente in pronto soccorso alle Molinette,
dove viene riscontrata polmonite. E’ ancora in barella. Il
Farinelli comunica che per loro è dimessa e non potrà
rientrare.
Caso 4
Madre
non
autosufficiente in Dgr 10/2022 presso la Rsa Chiabrera, la
figlia si oppone alle dimissioni per richiedere la
prosecuzione del ricovero fino all’autorizzazione del
ricovero definitivo in convenzione da parte dell’Uvg, che
l’Asl nega nonostante la grave situazione sanitaria (10
punti). La figlia prosegue sempre con il pagamento delle
rette alberghiere della Rsa, ma la struttura, tramite
legale, invia un’ingiunzione di pagamento per le somme
relative alle rette sanitarie.
Caso 5
Dal
mese
di novembre 2021, la signora non autosufficiente, con
indennità di accompagnamento, è ricoverata privatamente in
Rsa: la spesa ha superato ormai gli 80mila euro e, dal
febbraio 2024, la struttura ha ulteriormente aumentato la
retta, portandola a 4mila euro al mese. Nonostante ciò,
non solo l’Asl continua a definire il caso «non urgente»,
ma la valutazione sociale (economica) continua ad essere
sempre la stessa.
Caso 6
Anziana
malata
cronica non autosufficiente, affetta da demenza senile,
ricoverata presso la casa di cura Villa Adriana con
ricovero disposto dall’Asl Città di Torino. La casa di
cura comunica alla figlia l’intenzione di procedere alla
dimissione, ma questa si oppone. L’Uvg assegna un
punteggio di 11 punti sia sanitari che sociali, ma ritiene
comunque la questione “non urgente”. La casa di cura
confermare la dimissione: la figlia è costretta ad inviare
una conferma della propria opposizione alle dimissioni. La
convenzione arriva un mese dopo il decesso della degente.
Caso 7
Anziana
malata
cronica non autosufficiente ricoverata in Dgr 10/2022 alla
Rsa Convitto Principessa Felicita, presenta l’opposizione
alle dimissioni, ma cede alle pressioni e paga il 100%
della retta dopo il secondo mese di ricovero, firmando il
contratto privato. Dopo poco riceve la valutazione Uvg: 13
punti sanitario, 7 punti sociale (a causa dell’Isee
considerato troppo alto), priorità “non urgente”. L’Asl
Città di Torino consiglia il “buono residenzialità”, che
non può richiedere per i limiti stessi del bando.
Caso 8
Entrambi
i
genitori non autosufficienti, ricoverati in ospedale e poi
trasferiti alla Rsa Carlo Alberto in Dgr 10/2022: alla
madre viene riconosciuta l’urgenza Uvg e ottiene subito la
convenzione. Al padre è invece assegnato un progetto
domiciliare, senza tempi certi per la presa in carico. Il
rientro al domicilio non è praticabile, per cui il padre
prosegue il ricovero e la figlia si impegna a proseguire
con il pagamento delle quote alberghiere. L’Asl continua a
negare la convenzione: la rivalutazione Uvg riconosce la
necessità di un ricovero in Rsa (10 punti sanitari), ma lo
etichetta come “non urgente”, anche a distanza di un anno
e mezzo. La Rsa invia pertanto un’ingiunzione di pagamento
al degente, a cui la figlia presenta opposizione tramite
legale.
Cittadini torinesi in lista d’attesa
In base ai
dati forniti dalla stessa Asl Città di Torino, risultavano:
3.592 convenzioni su 6.128 domande nel 2022
4.128 convenzioni su 7.817 domande nel 2023
(cfr. A. Mondo, “Migliaia
in
attesa dell’inserimento in Rsa”, su “La
Stampa” del 18 aprile 2024).
Facendo due
conti, abbiamo 6.225
malati
cronici non autosufficienti che pagano di tasca propria
l’importo intero della retta
di
ricovero in Rsa e che subiscono le
vessazioni sopra citate.
Senza dimenticare chi sostiene i
costi per la badante/assistente
familiare
al domicilio.
Con l’accordo
firmato tra Comune di Torino e Asl Città di Torino sulla
«sperimentazione del modello delle cure domiciliari
socio-sanitarie sostenute dal budget salute» (delibera della
Giunta comunale del 29 giugno 2023), la Regione
Piemonte e la Città di Torino hanno abbandonato di fatto
il sistema di cure domiciliari socio-sanitarie di lunga
durata per malati non autosufficienti,
ora sostituite da un Servizio sociale poco tutelante, che
seleziona gli utenti in base alla situazione economica
(addio presa in carico per i richiedenti appena sopra le la
soglia di indigenza), allargato a qualche prestazione
sanitaria per le acuzie.
Il varo del
nuovo modello prevede risorse invariate rispetto all’attuale
livello di finanziamento: 13 milioni di euro all’anno del
Comune e 13 dell’Asl (fondi regionali di politica sociale,
non sanitaria).
Per cui sono
3.400 i malati non autosufficienti presi in carico con un
contributo erogato per il pagamento di assistenti familiari
o direttamente ai parenti o per prestazioni erogate da
cooperative private accreditate presso Asl e Comune. Per
contro in lista d’attesa a
fine 2022 erano 4.330 i torinesi malati cronici non
autosufficienti che avevano chiesto all’Asl cure di
lunga durata a casa e si erano visti negare le
prestazioni.
Ciononostante,
nelle linee di indirizzo del 2 aprile 2024, predisposte
dall’Assessore Jacopo Rosatelli, manca la richiesta all’Asl
Città di Torino di un cronoprogramma per l’abbattimento
delle liste d’attesa nelle quali sono parcheggiati, in
attesa di convenzione e/o di contributi per il
domicilio, senza avere mai una data certa di presa in
carico, i torinesi anziani malati cronici non
autosufficienti.
Manca la
richiesta perché nel suddetto documento non ci sono i dati
delle liste d’attesa, benché il Comune di Torino sostenga i
costi degli operatori sociali presenti nelle Commissioni di
valutazione dell’Asl Città di Torino e quindi ha
informazioni dirette a cui accedere.
Di fatto siamo
di fronte a un documento inutile, perché il Sindaco Lo Russo
e l’Assessore Rosatelli hanno rinunciato ad esercitare il
loro ruolo nell’ambito della programmazione dell’Asl, che
richiede di intervenire con cognizione di causa sulla base
dei dati oggettivi delle liste d’attesa, per richiedere lo
stanziamento nel bilancio dell’Asl Città di Torino di
risorse adeguate ad abbattere le liste d’attesa.
Si ricorda che
la necessità di coordinamento tra i diversi soggetti
coinvolti nell’erogazione dei servizi è messa in particolare
luce dalla DGR 29 giugno 2015 n.26-1653. In essa si legge
infatti che «Il
P.A.T.
[Piano Attività Territorio] è l’ambito di integrazione, sul piano della
definizione degli obiettivi e della destinazione delle
rispettive risorse, fra i servizi sanitari distrettuali
e quelli sociali gestiti dai Comuni singoli o associati,
al fine di offrire al cittadino interventi coordinati e
completi, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e
sulla base di una comune analisi dei bisogni di salute
presenti sul territorio di riferimento».
Il Piano delle
Attività Territoriali è proposto dal Direttore del Distretto
e compete, nel caso del Comune di Torino, al Sindaco o al
suo delegato (Assessore Rosatelli), ai Presidenti delle
Circoscrizioni e al Direttore del Comune per i rapporti con
l’Asl. L’espressione del parere obbligatorio si basa sulla
proposta, formulata dal Direttore del Distretto, relativa al
Programma delle attività territoriali-distrettuali nel quale
devono essere indicate le risorse, le priorità sulle quali
intervenire, le modalità operative più adeguate per
garantire le prestazioni e i tempi della loro attuazione; la
diffusione dell’informazione sui settori socio-sanitari e
socio-assistenziali e la promozione, a livello di indirizzo
politico, delle relative attività in forma integrata e
coordinata. Siamo nell’ambito della tutela della salute e
del diritto esigibile alle prestazioni socio-sanitarie Lea.
Al riguardo,
il Consiglio di Stato, con
sentenza n. 1/2020, dopo aver precisato che il diritto
alla salute è «un
diritto
soggettivo pieno ed incondizionato», ha
evidenziato che «l’affermato
principio dell’equilibrio di bilancio in materia
sanitaria (...) non possa essere invocato in astratto,
ma debba essere dimostrato concretamente come
impeditivo, nel singolo caso, all'erogazione delle
prestazioni e, comunque, nel caso in cui la disabilità
dovesse comportare esigenze terapeutiche
indifferibili, il nucleo essenziale del diritto alla
salute deve essere salvaguardato (cfr. Corte
Costituzionale n. 304 del 15 luglio 1994)»
e che, pertanto, «l’Ente
pubblico dovrebbe dimostrare che non vi sono
alternative organizzative e di essersi, comunque,
adoperato in ogni modo per rinvenirle o reperire
ulteriori risorse finanziarie», cosa
che non risulta venga mai fatta dall’Asl Città di Torino.
Per quanto sopra, si chiede al Presidente della IV Commissione consiliare
della Città di Torino di convocare un’audizione con le
Istituzioni citate e di invitare, oltre alle scriventi
organizzazioni, le altre associazioni interessate e le
organizzazioni sindacali.
Si ringrazia
dell’attenzione e si inviano cordiali saluti.
p. Fondazione promozione sociale e Csa
Maria Grazia Breda e Antonio Colonna
Comunicato
stampa del Gruppo Senza Sede
Il
25 marzo scorso a Verona, si è tenuto il Convegno nazionale “
Persone malate croniche non autosufficienti e malati di Alzheimer o con
altre demenze : garantire le cure di lunga durata del
Servizio Sanitario Nazionale, a casa, in RSA e nel fine vita
“.
Organizzato dal CDSA (Coordinamento
Diritto alla Sanità per Anziani) con numerose ONLUS tra le
quali la Fondazione Promozione Sociale di Torino che ha
trasmesso i resoconti alla scrivente Associazione. Impegno del
CDSA è assicurare il continuo confronto con i gruppi
interparlamentari impegnati sul tema della non
autosufficienza, per l’introduzione di soluzioni innovative
per l’assistenza domiciliare, per la riorganizzazione delle
RSA e specialmente garantire l’accesso alle prestazioni Lea
(Livelli essenziali di assistenza ) con concreti
risultati pratici a livello socio-sanitario. Dopo il
messaggio con gli auguri per un proficuo impegno da parte del
Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana, la
presidente del CDSA Donatella Oliasi
ha sottolineato nell’introduzione i punti principali
del Convegno : Il diritto dei malati inguaribili, la cui cura
è competenza del Servizio Sanitario Nazionale, ad essere
curati senza limiti di durata e senza accanimento. Malati e
non “scarti” da
scaricare sulle spalle dei familiari o la cui responsabilità
delegata ai servizi assistenziali. Ruoli importanti delle
Regioni nell’organizzazione di tali prestazioni e dei Sindaci,
quali massime autorità locali di tutela della salute pubblica,
devono vigilare ed entrare nella programmazione delle Asl,
chiedere conto delle risorse a bilancio, verificare
l’andamento delle liste d’attesa e controllare l’operato dei
Direttori di Distretto. Altro punto importante è l’ADI
(Assistenza Domiciliare Integrata) che può diventare una
concreta alternativa al ricovero in RSA per i casi meno gravi
di cure a domicilio. La compartecipazione economica del
Servizio Sanitario, presente nel Dpcm del 29.11.2001 a favore
di tale forma assistenziale, che fu soppressa con il Dpcm del
12 gennaio 2017, andrebbe ripristinata. Sempre a sostegno dei
familiari che scelgono, avendo le capacità,
adeguati spazi ed attrezzature (pur non essendo
obbligati dalla legge), di assistere al proprio domicilio i
loro cari, sarebbe utile istituire un Assegno di Assistenza di
almeno 850,00 Euro mensili da spendere interamente per
l’assunzione di personale a domicilio e da aggiungere all’
Indennità di Accompagnamento di 17,00 Euro al giorno. Da non
confondere con l’Assegno di Cura previsto dall’art. 34 del
Dlgs n. 29/2024 che non ha carattere universale in quanto i
destinatari dovrebbero essere ultra ottantenni, in condizioni
di salute gravissime e con Isee inferiore a 6000,00 Euro.
Poiché l’assistenza a domicilio spesso non è attuabile, la
riforma delle RSA dovrebbe riconoscere tali strutture come
parte integrante della filiera del Servizio Sanitario,
aggiornando al 70% la quota sanitaria, aumentare gli standard
operatore/paziente abolendo il minutaggio e adeguare il
trattamento economico del personale con i parametri dei
dipendenti della sanità pubblica. La presentazione si è
conclusa ricordando le parole del Professor Giovanni Maria
Flick (Presidente Emerito della Corte Costituzionale) che il
17 maggio 2023 al Convegno di Roma così si era espresso : ”
Ogni qualvolta il legislatore statale o regionale si propone
di attribuire all’ambito dell’assistenza sociale esigenze
che hanno invece natura sanitaria, dobbiamo ricordare che
gli stessi bisogni risultano più solidamente tutelati se
ascritti all’ambito della sanità piuttosto che se ascritti
all’ambito dell’assistenza sociale”.
Parti importanti del Convegno sono state
le commoventi testimonianze di cittadini di varie Regioni,
stremati da infinite liste d’attesa, da assistenza
continuativa a familiari con gravi patologie, trascurati dalla
sanità pubblica, che stanno dando fondo ai risparmi di una
vita per accedere privatamente a cure mediche urgenti .
Il dettaglio della giornata è
integralmente leggibile sui siti delle Associazioni.
Trino, maggio 2024
Associazione culturale Gruppo senza Sede
Segnalazione
convegno
BOLOGNA
Venerdì 10 maggio 2024 a Bologna (Palazzo D’Accursio, Piazza Maggiore,
6) dalle ore 14,00 alle ore 18,30.
La Fondazione promozione sociale e la rivista
"Prospettive", con il direttore, Andrea Ciattaglia,
interverranno su:
"Amministratori di sostegno e tutori di
malati o persone con disabilità non autosufficienti:
quali attività a garanzia dei diritti sanitari dei
beneficiari e dei tutelati?".
Per informazioni e iscrizioni:
Associazione Diritti senza barriere
dirsenbar@yahoo.it
cell.
340.4856948
BROCHURE
DEL CONVEGNO
Rivivi il Convegno di Verona sul
diritto alle cure per i malati non autosufficienti
collegamento
alla registrazione
integrale del Convegno
di Verona
sulle persone
malate
non autosufficienti e la garanzia delle cure di lunga
durata, del 25 marzo u.s. organizzato
dal CDSA.
Iniziative vs liste di attesa RSA
Portiamo
a Vs. opportuna conoscenza due iniziative assunte in merito
al tema delle liste di attesa per ottenere il ricovero in
convenzione in RSA come previsto dalle norme vigenti.
In
merito uniamo:
Il nuovo decreto ignora le nostre
richieste
Il 18 marzo 2024 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
Serie generale - n. 65, il DECRETO
LEGISLATIVO 15 marzo 2024 , n. 29 - ”Disposizioni
in materia di politiche in favore delle
persone anziane, in attuazione della delega di cui agli
articoli 3, 4 e 5 della legge 23 marzo 2023, n. 33”
(in vigore dal 19-3-2024).
Dei 5 punti più critici che avevamo espresso in un commento
(clicca QUI),
purtroppo, nulla è stato recepito.
Anche se il decreto legislativo pone un maggiore
accento alla salvaguardia delle prerogative del Servizio
Sanitario Nazionale per gli anziani malati non
autosufficienti, le criticità segnalate sono di una gravità
inaudita. Due tra queste:
a) la previsione di un accesso alle
prestazioni socio-sanitarie domiciliari, semiresidenziali e
residenziali, filtrato in base a criteri diversi dalla sola
condizione sanitaria (es. socio-economici);
b) l'inserimento degli anziani NON
autosufficienti in semplici strutture assistenziali, anziché
in strutture socio-sanitarie.
La nostra azione di contrasto pertanto continua, tenendo
presente che, per il punto a), è previsto
che entro il 19 marzo 2025 dovrà essere adottato un specifico
decreto ministeriale.
Comunicato
stampa del Gruppo senza Sede
“
Non c’è cura senza cuore” . Sarà forse facendo circolare
simpatici slogan che la Giunta regionale piemontese intende
risollevare la qualità della sanità pubblica ? Per decine di
migliaia di malati cronici non autosufficienti
non c’è cura e non c’è nemmeno rispetto del loro
diritto fondamentale alle cure sanitarie. Migliaia di famiglie
si impoveriscono perché almeno 15 mila degenti in Rsa e chissà
quanti assistiti in casa, devono sostenere privatamente tutte
le spese perché la Regione, le Direzioni Generali delle Rsa, i
Direttori di Distretti, con procedure discrezionali ed
illegittime negano i riconoscimenti delle quote sanitarie.
Si
dimentica che il Servizio sanitario nazionale deve curare
tutti i malati, dalla nascita alla morte, e che gli anziani “
non autosufficienti in quanto malati cronici ” hanno diritto,
come tutti, alle prestazioni della sanità come l’accesso alle
Rsa, col riconoscimento della quota sanitaria che ammonta al
50% della retta, senza tener conto dell’Isee, cioè dei
depositi bancari, del possesso della casa di abitazione e
delle disponibilità dei figli.
Le
rette in Rsa di buon livello possono arrivare a 4000 euro
mensili . Pochi possono far fronte a queste cifre senza
l’integrazione del servizio sanitario, così si scelgono
strutture a buon mercato con garanzie di servizi bassissime o
addirittura fuori legge, come quelle che i Nas hanno chiuso di
recente anche ad Alessandria. La responsabilità di questa
drammatica situazione ricade sulle istituzioni che non
garantiscono l’accesso alla quota sanitaria, nel rispetto
delle leggi nazionali vigenti. Anziché disperdere energie
mentali per produrre slogan ed annunciare “contentini” per i
gestori delle Rsa, non sarebbe meglio togliere l’illegittimo
blocco della spesa per le quote sanitarie in Rsa (delibere
1-5265 e 10-5445 del 2022 ) e finanziare mille posti letto di
nuove quote sanitarie in Rsa ?
Trino,
Marzo 2024
Associazione culturale Gruppo senza Sede
Comunicato
stampa
Mentre
la
Giunta Cirio annuncia "contentini" per i gestori delle Rsa,
che non accettano e chiedono di più, nega la quota sanitaria a 15mila malati
non autosufficienti ricoverati (e chissà quanti altri in
lista di attesa a casa).
Non
sarebbe stato meglio - nel rispetto delle leggi vigenti -
togliere l'illegittimo blocco della spesa per le quote
sanitarie in Rsa (delibera e 1-5265 e 10-5445 del 2022) e finanziare mille posti letto di nuove quote sanitarie in Rsa?
Nel
comunicato
ALLEGATO raccontiamo due tra i
tantissimi casi seguiti dalla Fondazione promozione sociale,
cui le Asl negano, letteralmente fino alla morte,
l'erogazione della quota sanitaria.
Con
richiesta
di pubblicazione e diffusione
Soggiorni
estivi per disabili
Inoltriamo
l’urgente informativa sotto riportata pervenuta da Utim odv,
con preghiera di diffusione e possibilmente di
partecipazione.
Fotografia
articolo
Volantino centri diurni soggiorno
INVITO
A PARTECIPARE ALL’INCONTRO DI
Giovedì, 15 febbraio 2024
ore
9.30 – 12,30
c/o
Fondazione
promozione
sociale - Via Artisti 36 - TORINO
l’invito
è esteso alle Organizzazioni con le quali vi sono state o
sono tuttora in corso iniziative condivise a tutela del
diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie (Lea) per i
malati cronici, specialmente anziani, compresi i malati di
Alzheimer o con altre demenze; delle persone con
disabilità intellettive e/o autismo, con riguardo a chi
non è autosufficiente.
L’obiettivo
dell’incontro
è:
1) a livello regionale,
- condividere
le difficoltà incontrate nell’ambito delle proprie
attività per ottenere le prestazioni sanitarie e
socio-sanitarie adeguate alle esigenze dei malati cronici
e persone con disabilità non autosufficienti a fronte
della risposta di Asl e Comuni alle loro richieste;
- valutare
se vi siano punti di interesse comune per poter prestare
una proposta unitaria di nuovo Piano sanitario e
socio-sanitario alla nuova Giunta regionale dopo le
elezioni del prossimo 8/9 giugno;
2) a livello nazionale,
- avviare
una prima analisi della legge 227/2021 per la disabilità e
della legge 33/2023 per la non autosufficienza (entrambe
ancora in definizione per via dei decreti attuativi), per
valutare eventuali obiettivi comuni su cui orientare
richieste verso Governo e Parlamentari.
Vista
la complessa situazione politica, sia per le proposte di
riforma costituzionale in campo, specie per l’autonomia
regionale differenziata, che per le elezioni europee e il
loro esito, ci sembra quanto mai necessario provare ad
unire gli sforzi e le energie di ciascuno, fermo restando
che è sempre utile avere uno sguardo della situazione
osservata da più punti di vista e sapere quali diritti
possiamo comunque attivare sui singoli casi.
Con
l’auspicio che la proposta sia accolta, restiamo in attesa di una conferma in
merito alla Vostra partecipazione
all’incontro proposto.
Pericolo chiusura Csm
- Centri di salute mentale
In merito all'oggetto, uniamo il comunicato diffuso dall'UTIM Nichelino
nei giorni scorsi, nonché articoli di stampa relativi ai
recenti e abbastanza positivi sviluppi della locale vicenda.
Dato che la
problematica dei CSM è purtroppo attuale e diffusa in quasi
tutti i Distretti sanitari delle ASL piemontesi, appare
opportuno monitorare attentamente la questione in ciascun
territorio e, se necessario, avviare iniziative in merito
(ad es. lettere di sollecitazione, interrogazioni, petizioni
come da esempio allegato, ….).
Segnalateci, se del caso, difficoltà riscontrate nei Vs. territori ed
eventuali iniziative.
Salute mentale in pericolo a Nichelino
Nichelino riapre
Uno spireglio per il CSM
Petizione CSM modulo
Novità
Importante dalla associazione UMANA!
Dopo il successo del Convegno del 6 novembre 2023 a Perugia,
condividiamo l'ampia sintesi video dell’evento, realizzata
dall'associazione UMANA, che mette in luce le problematiche
cruciali degli anziani malati cronici non autosufficienti,
oltre a discutere la controversa Legge 33/2023.
Grazie ai contributi dei vari relatori (esperti, medici,
rappresentanti di associazioni, politici, ecc.), il video apre
una finestra su questa tematica delicata e rappresenta una
risorsa preziosa per tutti coloro che vogliono approfondire la
loro conoscenza su questi temi.
Invitiamo tutti a guardare il video, disponibile
qui, e lanciamo un appello a cuore aperto a
condividere il più possibile la presente
PETIZIONE
Restiamo uniti!
Cercasi Volontari per l'evento
in Piazza Bodoni - 8 Dicembre
Informiamo
con
piacere che la Fondazione promozione sociale ed il Csa
parteciperanno all'evento:
"Il Dono del Volontariato"
(promosso dal Centro servizi Vol.To.)
VENERDÌ
8 DICEMBRE 2023
presso il “Villaggio di Natale” in Piazza
Bodoni a Torino.
Si tratta di un'opportunità per promuovere le nostre attività ed
informare attivamente la cittadinanza sulla tutela dei diritti delle
persone anziane malate croniche o con disabilità/autismo non
autosufficienti.
Il
nostro stand sarà allestito dalle 9:00 alle 15:00. Avremo a
disposizione dal Vol.To. un gazebo con tavoli, sedie e tutte
le attrezzature necessarie. Prepariamo cartelli e materiale
da diffondere.
Per coprire adeguatamente tutte le necessità, abbiamo bisogno di
volontari disponibili a partecipare un
paio d’ore, suddivisi in 3 turni:
- I° turno: dalle 9:00 alle 11:00
(incluse le operazioni di allestimento)
- II° turno: dalle 11:00
alle 13:00
- III° turno: dalle 13:00
alle 15:00 (concluso con le operazioni
di disallestimento)
Ogni
turno
richiederà la presenza di (almeno) 3 o 4 volontari, così da
coprire l'interno dello stand per gestire le attività
previste, nonché l'esterno dello stand per interagire con il
pubblico e fornire le prime informazioni.
Contiamo
molto
sulla Vostra partecipazione! E, per una migliore
organizzazione e distribuzione dei compiti, Vi chiediamo di indicarci la Vostra disponibilità per
uno o più turni.
Restiamo in attesa di conoscere appena possibile le Vostre
disponibilità e Vi ringraziamo anticipatamente
per
l’aiuto che vorrete assicurarci.
Convegno sulle RSA a Milano
Si
inoltra il programma del Convegno
nazionale sul tema:
"Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) per le persone anziane
malate croniche non autosufficienti nel Servizio Sanitario
Nazionale"
organizzato
dal CDSA, “Coordinamento nazionale per il diritto alla
sanità per le persone anziane malate e non
autosufficienti” (*)
VENERDI 17 NOVEMBRE 2023 - ore
10/17.30
Sala Pirelli c/o Consiglio Regionale (accessibile) - Via Fabio Filzi,
22 – MILANO
Partecipazione gratuita ma prenotazione
obbligatoria
inviando mail a: l.valsecchi@medicinademocratica.org
Il Convegno segue l’incontro tenutosi a Roma il 17 maggio 2023 alla
Biblioteca della Camera dei Deputati, di cui riportiamo a
questo link le relazioni dei partecipanti contenenti ii contributi per la
stesura dei decreti attuativi della legge 33/23023 per la
non autosufficienza.
Con l’iniziativa di Milano del 17 novembre p.v. poniamo l’attenzione
sulla necessità di affrontare la riorganizzazione delle
Rsa, prestazione socio-sanitaria che rientra nei Lea e
quindi nella piena titolarità del Servizio sanitario
nazionale.
Confidiamo
nella
presenza di Vostri incaricati
Comunicato Stampa
del Gruppo Senza Sede
Da 17 anni i
volontari del Gruppo senza Sede di Trino si impegnano
nell’informazione, intensificandola da quando la Sanità
pubblica ha dato chiari segnali di decadenza, che sta sempre
più penalizzando le persone fragili. Riteniamo quindi giusto
far sapere che, in Piemonte, 15000 anziani malati
e 5000 persone con disabilità non autosufficienti,
elettori, con le relative famiglie, sono direttamente colpiti
dalle recenti decisioni politiche territoriali.
L’Assessore alle
Politiche sociali Maurizio Marrone e la Giunta regionale, con
il Dgr.n.11-7489 del 29/09/2023 pubblicato sul B.U. il 5
ottobre 2023, hanno ceduto alle pressioni degli Enti gestori
dei servizi socio assistenziali e dei Comuni piemontesi, alla
luce dell’iniziativa dell’Anci (Associazione nazionale comuni
italiani ), prorogando al 31 dicembre 2023 il termine (del 15
settembre), per la presentazione dei regolamenti Isee in
materia di integrazione alle prestazioni socio-sanitarie. La
norma nazionale di riferimento – l’Isee – è in vigore dal 2013
( Dpcm 159/2013
) ! La Regione Piemonte ed i suoi Comuni, anziché applicarla,
hanno prodotto in questi 10 anni ben 9 proroghe, prevedendo
regolamenti più penalizzanti per gli utenti
rispetto alle regole nazionali ! Proroghe in nome “
dell’equità e della mancanza di risorse “ per
cui non si è rispettata la legge dello Stato. Così si è
preteso e si pretende che i ricoverati in Rsa paghino cifre
superiori al dovuto perché nell’Isee vengono conteggiati
indennità di accompagnamento e pensione di invalidità,
lasciando loro la sola disponibilità di 100-150 euro mensili
per coprire tutte le esigenze che non vengono soddisfatte
dalle strutture. Anche sulle proprietà immobiliari i Comuni
penalizzano gli utenti, negando l’integrazione della retta
alberghiera, con regole non conformi alla legge dello Stato.
In 10 anni non mancano interventi illuminanti come quello del
16 aprile 2016 dell’allora Presidente Anci e Sindaco di Torino
Piero Fassino che aveva dato il “buon esempio” scrivendo al
Ministero delle Politiche sociali per NON avere le
risorse economiche corrispondenti alle prestazioni che i
Comuni dovevano e devono fornire agli utenti, bensì per
sollecitare il cambiamento del sistema di conteggio dell’Isee,
rendendolo più penalizzante per i malati non autosufficienti “prevedendo
una maggiore rilevanza del patrimonio mobiliare ed
immobiliare “ e,
in contrasto con le sentenze e la legge 89/2016 (già decreto
legge del 29 marzo 2016 n. 42), “ la destinazione diretta e
integrale dell’indennità di accompagnamento e di altri
emolumenti destinati all’assistenza e alla cura dei soggetti
disabili e non autosufficienti, al PAGAMENTO DELLA QUOTA
SOCIALE”.
Gli Enti gestori
con inclusi Comuni e Consorzi socio-assistenziali – ed ora
anche questa Amministrazione regionale – continuano a
perpetrare una violazione cinica dei diritti dei più fragili.
Questi Enti che devono applicare e non “interpretare” a loro
uso e consumo il decreto legge Isee, hanno calcolato in modo
volutamente errato, con i loro strumentali ed illegittimi
regolamenti, le quote alberghiere da versare per i residenti
in strutture socio-sanitarie. Una sottrazione silenziosa di
circa 30 milioni di euro all’anno (300 milioni in 10 anni) a
danno dei cittadini più vulnerabili del Piemonte. Dai
provvedimenti approvati appare ormai evidente che sin dal
primo momento la scelta politica di Comuni e Regione è stata
quella di cambiare la legge senza fare nulla per applicarla.
Trino,ottobre
2023
Associazione culturale Gruppo senza Sede
Comunicato Stampa
del Gruppo Senza Sede
Su “ Il
Monferrato “ del 12 settembre scorso compariva l’articolo “ Le
nuove linee guida sul conteggio dell’ Isee “. Era citata la
data del 15 settembre 2023 come termine imposto dalla Regione
Piemonte entro cui i Comuni/Consorzi Socio Assistenziali ed
Enti gestori delle Rsa avrebbero dovuto trasmettere alla
Direzione Regionale Sanità e Assistenza i nuovi regolamenti
che disciplineranno le erogazioni delle prestazioni sociali
agevolate. In ottemperanza ad una sentenza del Tar del
Piemonte ed alla delibera della Giunta regionale 10-6984 del 5
giugno 2023, che si era adeguata alla legge nazionale del 2013
sull’ Isee, su tutto il territorio piemontese entra in vigore
il divieto di conteggiare nella condizione economica degli
utenti l’indennità di accompagnamento e la pensione di
invalidità per ottenere le prestazioni socio-sanitarie. Ma
molti di coloro che avrebbero dovuto, entro la prescritta
data, adeguare le normative locali alle nuove linee guida,
anziché dedicarsi col massimo impegno a rispettare le leggi
nazionali e la delibera regionale, hanno profuso le energie
nella richiesta di proroghe (ormai sport nazionale) e, non
potendo impugnare la sentenza del Tar, hanno alzato la voce
nelle lamentazioni circa le carenze di fondi (magari senza
neppure preoccuparsi di dettagliare le spese, a volte
eccessive, o incoerenti e/o non indispensabili, affrontate
forse pescando nei fondi stanziati dal Governo per la sanità
pubblica). Non
sono abbastanza coraggiosi par far presente allo Stato
(bilanci alla mano) che i fondi ricevuti sul
territorio per tutelare la salute pubblica non sono
sufficienti ? Forse sarà più facile allearsi e chiedere, come
un sol uomo, allo Stato di approvare una legge che modifichi
l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità, o
dia un ritocchino anche alle norme circa il patrimonio
mobiliare ed immobiliare, facendoli entrare come reddito
nell’Isee evitando, con buona pace di tutti, tranne che dei
malati e degli invalidi, di dover rivedere le consuetudini fin
qui in atto ?
Trino, settembre
2023
Associazione culturale Gruppo senza Sede
Questione
ISEE/Contribuzione rette alberghiere
Alle associazioni del CSA,
Per
utile
aggiornamento sulla questione ISEE/Contribuzione
rette alberghiere, riportiamo:
1.
più
sotto il resoconto sintetico dell'incontro
avuto Lunedì 18 u.s. con l'Assessore alle politiche sociali
regionale Maurizio Marrone;
2.
in
allegato uniamo invece il documento
di approfondimento consegnato per l’occasione.
Ricordiamo
che,
in seguito al ricorso al TAR presentato con successo da Utim
e Ulces, la Regione Piemonte ha rettificato la delibera
sulle “Linee guida” per l'implementazione dell'ISEE (=> DGR
10-6984) . Tra gli elementi
rilevanti, non è considerata la possibilità di conteggiare
indennità di accompagnamento e pensione di invalidità nella
compartecipazione retta.
Purtroppo i Comuni ed i Consorzi socio-assistenziali
mostrano (ancora) una forte resistenza all'adeguamento,
nonostante l'obbligo di modificare i propri Regolamenti
entro il termine stabilito del 15 settembre 2023 (termine
che, peraltro, potrebbe essere ulteriormente prorogato).
In
tale
contesto, raccomandiamo a ciascuna associazione di mantenere
una vigilanza attiva sullo stato di implementazione di
queste disposizioni sul proprio territorio, comunicandoci
eventuali sviluppi.
Ringraziamo
per l’attenzione e rimaniamo a disposizione per ulteriori
chiarimenti.
Un
caro saluto
p.
Csa
Giuseppe D'Angelo
**************************************
Oggetto: Resoconto
sintetico
incontro Assessore alle politiche sociali Regione
Piemonte, Maurizio Marrone
Lunedì
18 settembre 2023 presso il Grattacielo della Regione
(piano 22°)
Presenti: Enzo
Bozza UTIM; Giuseppe D’Angelo ULCES; Mauro Perino,
Fondazione Promozione Sociale
L'incontro
è servito per chiarire le posizioni reciproche. L'Assessore
è stato attento, ha ascoltato così pure i funzionari. Ma al
termine pare che ciascuno sia rimasto sulle proprie
posizioni. I funzionari presenti hanno mantenuto un "profilo
basso"; un paio di interventi poco significativi. Al termine
è stato consegnato ad ognuno dei presenti il promemoria
(allegato). L’incontro iniziato verso le 16,15 è terminato
alle 17,20 circa.
Qui di seguito un resoconto
con i passaggi più significativi dell’incontro.
Giuseppe
ha introdotto la questione ricostruendo in sintesi ciò che è
avvenuto in questi ultimi anni e sottolineando soprattutto
le responsabilità degli Enti gestori (Comuni e Consorzi) e
l'accanimento verso i più deboli invece di cercare di
applicare le norme sull'Isee socio-sanitario. Mentre la
Regione ha adottato finalmente le linee guida, seppur dopo
una "correzione" dovuta al passaggio al Tar promosso da Utim
e Ulces, occorre che adesso le si faccia applicare, che
vengano recepite nei Regolamenti senza ulteriori illegittime
proroghe, ricordando un potenziale bacino di utenza di circa
20mila cittadini ricoverati in strutture residenziali in
convenzione con l’Asl.
L'Assessore
Marrone
ha sottolineato come la Dgr si era resa necessaria per
cercare di rispondere ad alcuni abusi di regolamenti
comunali. La Dgr Isee poi è stata corretta senza attendere
la sentenza Tar.
Ritiene personalmente che
l'indennità di accompagnamento sia in qualche modo da
versare (anche se le norme, ha sottolineato, possono dire
diversamente) qualora la persona sia ricoverata in
struttura. Diverso è il discorso per domicilio.
Ha ricordato che gli Enti
gestori/Anci hanno chiesto incontro con il Governo per la
revisione della norma sull'indennità di accompagnamento.
Non sono previste modifiche
alla Dgr regionale Isee, ma un differimento dei termini per
adeguare i Regolamenti.
Mauro ha
ricordato la richiesta di Fassino (come Anci) nel 2016 di
modifica dell'Isee in senso peggiorativo per gli utenti,
invece di applicare la norma e di chiedere le risorse
necessarie. In proposito ha approfondito la questione delle
risorse, ricordando quelle previste dallo Stato
originariamente con la Finanziaria 2007 e poi le
disposizioni della legge regionale 1/2004 che impegnano
anche la Regione.
L'Assessore
ha
chiesto se eravamo in qualche modo disponibili a venire
incontro all'utilizzo dell'indennità di accompagnamento.
Enzo ha risposto rimarcando
la necessità nonché il dovere di applicare le norme vigenti.
Ha sottolineato l'assoluta illegittimità dei comportamenti
dei Consorzi e dei Comuni che sono tenuti, come tutti i
cittadini ma ancor più i funzionari pubblici, ad osservare e
a far rispettare le leggi dello Stato. Con il loro non agire
secondo il Dpcm 159/2013 si configura di fatto una
vera e propria estorsione di denaro ai danni delle persone
che fruiscono dei servizi socio sanitari.
Peraltro il Giudice tutelare
chiede di giustificare l’utilizzo che fa il tutore delle
risorse del tutelato e queste non si possono utilizzare
contrariamente alla legge.
L'Assessore
ha
chiesto se gli avanzi di amministrazione degli Enti gestori
– citati come risorse potenziali nel corso dell’introduzione
- siano significativi.
Ha risposto Mauro, ricordando
che pur nella difficoltà di valutare i bilanci, da quelli
visti risultano avanzi anche importanti; ma che per
comprenderne le ragioni occorre anche esaminare come sono
state impiegate o investite le economie di spesa che non
possono non essersi verificate a seguito di interventi
statali che prima non erano previsti (esempio assistenza
economica adulti/famiglie prima a carico dei soli comuni,
poi delle social card varie...). Più in generale occorre
chiarire come vengono spese le risorse, se la priorità è
data ai Lea, come dovrebbe essere, o a spese discrezionali
(esempio nidi o assistenza scolastica che incide sul
pro-capite in base alle politiche di spesa locali, senza che
la Regione "metta becco").
Mauro ed Enzo hanno poi
precisato sulla necessità da parte dei tutori di utilizzare
l'indennità di accompagnamento per permettere un "di più"
rispetto al livello base (in genere assai basso) erogato
dalle strutture di ricovero residenziale.
Comunicato Stampa
del Gruppo Senza Sede sulle prestazioni sociali
agevolate
Entro il 15
settembre 2023 i Comuni / Consorzi Socio-Assistenziali ed
Enti gestori delle Rsa del Piemonte sono tenuti a
trasmettere alla Direzione regionale Sanità e Assistenza i
nuovi regolamenti che disciplineranno le erogazioni delle
prestazioni sociali agevolate.
In breve di
seguito le tappe che hanno, finalmente, permesso di adeguare
le norme regionali alla legge sull’ Isee nazionale del 2013
e modificata nel 2016.
Dieci anni ed
un ricorso al Tar, per arrivare alla delibera 10-6984 del 5
giugno scorso, con la quale la Giunta della Regione Piemonte
approva “in autotutela” le nuove linee guida sull’ Isee, in
sostituzione di quelle approvate il 29 dicembre 2022. La
Regione ha, nei fatti, riconosciuto come fondati gli
argomenti che Utim e Ulces avevano portato davanti al Tar
del Piemonte e si è adeguata alle norme dell’Isee nazionale
che è provvedimento di rango superiore alle delibere
regionali ed ai regolamenti comunali. In virtù di ciò entra
in vigore sul territorio regionale il divieto di conteggiare
nella condizione economica degli utenti l’indennità di
accompagnamento e la pensione di invalidità. L’indennità di
accompagnamento è personale, quindi la richiesta delle
associazioni del Csa è, come da legge 18 del 1980 che l’ ha
istituita, che sia erogata al soggetto beneficiario (non
alla famiglia) “al solo titolo della menomazione”,
senz’altri vincoli di accesso alla misura o di obbligo di
utilizzo. Va inoltre precisato che quella presentata non è
una “richiesta delle associazioni”, ma una prescrizione di
una legge dello Stato, che le associazioni hanno confrontato
con la delibera regionale arrivando alla conclusione che
l’atto piemontese violava quello nazionale e andava
impugnato a difesa di migliaia di persone non
autosufficienti piemontesi. Inoltre il patrimonio mobiliare
ed immobiliare, essendo già contato nel calcolo Isee, non
può essere preso in considerazione quale criterio ulteriore
di selezione per la definizione della capacità alla
compartecipazione al costo del progetto assistenziale del
richiedente. Infatti l’ Isee nazionale chiarisce che non
devono rientrare in alcun calcolo “ulteriore” (su altri
parametri) che non sono nominati nella norma nazionale.
In sostanza la
casa e gli altri immobili di proprietà devono essere
conteggiati come prescritto dall’ Isee e non possono
costituire motivo di negazione delle prestazioni
socio-sanitarie.
Sul sito della
Direzione regionale “Settore Programmazione
socio-assistenziale e socio-sanitaria ; standard di servizio
e di qualità “ sarà possibile accedere agli atti della
Pubblica Amministrazione per visionare tutti i documenti
consegnati il 15 settembre prossimo. Le associazioni Utim e
Ulces hanno già comunicato che lo faranno. Ovviamente la
Fondazione Promozione sociale sarà al loro fianco per la
tutela delle persone con disabilità e la lotta contro
l’emarginazione sociale. Sui rispettivi siti sono
consultabili tutti i documenti e tutti i passaggi di cui
abbiamo fatto breve cenno con la presente.
Trino, agosto
2023
Associazione culturale Gruppo senza Sede
Inviamo
in
allegato un commento
che segue il servizio del Tg3 Regionale del Piemonte
(sabato 26 agosto 2023 => il video)
sull’Isee socio-sanitario per persone con disabilità e
malati non autosufficienti. Per esigenze di brevità del
servizio, gli argomenti del Csa (Coordinamento sanità e
assistenza fra i movimenti di base) sono stati ridotti
all’essenziale: l’obbligo per i Comuni piemontesi di
rispettare la legge e quindi il divieto di considerare
l’indennità di accompagnamento e la pensione di invalidità
come risorse disponibili per il pagamento della retta
alberghiera da parte dell’utente.
Nel
corso
del servizio, la Presidente del Coordinamento Consorzi Enti
gestori (Comuni, Consorzi, Unioni di Comuni) del Piemonte ha
ribadito di fatto la volontà delle Amministrazioni di non
applicare la norma e quindi di pretendere dagli utenti cifre
che non sono permesse dalla legge. Fatto gravissimo che
viene sostenuto, difeso, giustificato con motivazioni “di
interesse collettivo”, peraltro non esplicitate, in ogni
caso non accettabili, perché violano una norma nazionale già
in vigore da dieci anni e confermata da numerose sentenze
del Consiglio di Stato.
Lo
scritto
che uniamo precisa che i Comuni piemontesi non sono mai
intervenuti per chiedere le risorse adeguate alle loro
funzioni in materia di integrazione delle rette
socio-sanitarie e che oggi vorrebbero continuare a rivalersi
sugli utenti senza aver mai contestato il Piano e il Fondo
per le non autosufficienze che ha tolto loro la
disponibilità delle risorse per far fronte ai loro obblighi
di legge. Finché pagavano i cittadini, tutti zitti e bene
così. Ora, invece…
In
più,
va ricordato che:
a)
I
Comuni piemontesi non applicano l’Isee – ma regole più
sfavorevoli per gli utenti – per il conteggio della retta
alberghiera dal 2013 (Dpcm 159/2013 Isee) e poi, ancora,
dalle sentenze del Consiglio di Stato del 2016 e dalla legge
89 dello stesso anno. Stando ai dati dei Comuni stessi,
l’applicazione dell’Isee comporterebbe 30 milioni di euro di
spesa in più, quindi, significa che negli ultimi 10 anni i
piemontesi con grave disabilità, malati cronici non
autosufficienti e loro famigliari si sono fatti carico di
circa 300 milioni di euro che dovevano essere invece
corrisposti dai Comuni;
b)
il
6 aprile 2016 l’allora Presidente dell’Anci (Associazione
nazionale Comuni italiani) e Sindaco di Torino, Piero
Fassino, scrisse al Ministro delle politiche sociali NON per
avere le risorse corrispondenti alle prestazioni – diritto
esigibile degli utenti – che i Comuni dovevano fornire o per
contestare la limitatezza delle risorse del Fondo non
autosufficienze, ma per… cambiare il sistema di conteggio
dell’Isee (!), rendendolo più penalizzante per i malati non
autosufficienti «prevedendo una maggiore rilevanza del
patrimonio mobiliare e immobiliare» e, in contrasto
con le sentenze e la legge 89 (già decreto legge del 29
marzo 2016, n. 42) e «la destinazione diretta e
integrale dell’indennità di accompagnamento e di altri
emolumenti destinati all’assistenza e alla cura di
soggetti disabili e non autosufficienti al pagamento della
quota sociale»;
c)
quando
nel 2020, a seguito della storica sentenza n. 152 della
Corte Costituzionale, le pensioni di invalidità delle
persone maggiorenni con invalidità al 100% sono passate da
poco più di 280 euro a oltre 650, i Comuni hanno da un mese
all’altro incamerato l’aumento dell’utente destinandolo al
pagamento della retta alberghiera (operazione illegittima,
perché la pensione di invalidità non costituisce reddito ai
fini Isee), diminuendo la quota corrispondente di loro
intervento. Quando c’è da “togliersi” e tagliare gli
interventi, i Comuni agiscono subito; quando tocca a loro
tirare fuori le somme previste dalle leggi, parte la serie
dei pretesti per non agire: «manca una norma regionale»,
«guardiamo all’interesse collettivo», «agiamo con equità»…
Adesso basta!
Tenendo
ferme
le questioni di diritto la nostra proposta è una
“alleanza” tra utenti/associazioni che li rappresentano e
Comuni/Consorzi per ottenere le risorse per fare fronte agli
obblighi di legge. Tale azione comune è possibile solo
se i Comuni/Consorzi riconoscono formalmente
l'insindacabilità dell'applicazione della legge. In ogni
caso, gli Enti Gestori e i Comuni dovrebbero essere
consapevoli che se approvano o applicano regole difformi
dall'Isee, la strada dei ricorsi é tracciata e il Piemonte
rischia il verificarsi di situazioni che altrove si sono già
verificate (in Veneto e in Lombardia addirittura i
regolamenti dei due capoluoghi sono stati cassati da Tar e
Consiglio di Stato).
Lettera per i Consorzi
socio-assistenziali
Applicazione
dell'Isee per la compartecipazione alla retta alberghiera
- Come rispondere all'allarme dei Consorzi "non ci sono
soldi"
Forse avrete letto su la
Repubblica del 6 agosto u.s. "Braccio di ferro sui fondi per le Rsa. Stop ai
nuovi ospiti" e il successivo ritorno sul
tema del 9 agosto con la posizione delle associazioni che
fanno capo al Csa (Utim e Ulces) e della Fondazione
promozione sociale (alleghiamo in ogni caso i due articoli).
Cosa succede? La Regione
ha (finalmente, dopo dieci anni e un ricorso dell'Utim e
dell'Ulces) dato le regole ai Comuni per scrivere i nuovi
regolamenti per l'integrazione delle rette in Rsa, in
Comunità alloggio, in Centro diurno. Questi nuovi
regolamenti devono rispettare l'Isee nazionale (Dpcm
159/2013) e ai Comuni questo non va bene, perchè la norma
nazionale prevede che a malati e persone con disabilità non
si conti come reddito l'indennità di accompagnamento e la
pensione di invalidità e che il possesso della prima casa
non comporti che il Comune non interviene a compartecipare
la quota alberghiera.
Noi chiediamo ai Comuni e ai Consorzi il
rispetto della legge e dell'Isee, che è livello essenziale
delle prestazioni. I soldi vanno trovati (magari spendendo
meno in tante iniziative superflue e non obbligatorie che i
Comuni fanno).
Sarebbe importante che sui
vostri territori steste dietro all'approvazione dei nuovi
regolamenti e che i Consigli e le Giunte comunali fossero
informate della nostra risposta: l'Isee è un livello
essenziale, l'integrazione della retta è un diritto, tante
altre attività dei Comuni non lo sono (quindi, dire che non
ci sono i soldi non vale, anche perchè li si può richiedere
alla Regione, che ha scritto le regole Isee da applicare).
Replica a Enti Gestori su
ISEE
ISEE braccio di ferro
fondi RSA
ISEE braccio
di ferro
Inviamo in allegato una bozza
di lettera (in formato Word)
che abbiamo predisposto. Riguarda la DGR, Delibera di Giunta
della Regione Piemonte, dell'8 maggio 2023, n. 9-6837 (allegata) che
riprogramma le risorse ministeriali relative alla legge 112
del 2016 (conosciuta come legge sul "Dopo di noi"), non
utilizzate da Comuni e Consorzi socio-assistenziali
nell'anno 2016.
Chiediamo la Vostra collaborazione
affinché ciascuna associazione invii questa lettera – con
propria carta intestata/riferimenti - al Consorzio
socio-assistenziale del proprio territorio (o all’Unione dei
Comuni, o eventuale altro Ente gestore delle funzioni
assistenziali, a seconda dei casi).
L’obiettivo è di assicurare che
queste risorse, che sono già state assegnate e non ancora
spese, siano utilizzate e non sprecate.
Invitiamo a leggere attentamente la
bozza di lettera: in caso di domande, dubbi o bisogno di
ulteriori chiarimenti o consigli, non esitate a chiamarci.
Un grazie anticipato per
l’attenzione e la collaborazione.
ISEE, dopo la causa del CSA le nuove
linee guida della Regione Piemonte
Su “Il
Monferrato” del 9 giugno scorso abbiamo letto che il Consiglio
di Amministrazione dell’Apsp S. Antonio Abate di Trino ha
deciso l’aumento delle rette giornaliere a carico degli ospiti
non convenzionati con l’Asl di Alessandria, a decorrere dal 1°
luglio 2023. L’articolo cita la motivazione della decisione
con riferimento alla delibera della Giunta regionale
piemontese n. 1-5575 del 7 settembre 2022 ed al fatto che le
rette non erano state ritoccate da quattro anni, nonostante
gli aumenti delle spese per energia elettrica, metano e generi
alimentari, oltre alle difficoltà di gestione della struttura
causate dal Covid. Premettiamo che la suddetta delibera,
approvata da tutti i rappresentanti degli Enti Gestori, tranne
Anaste che rappresenta un’importante quota di circa il 25% dei
30mila posti letto regionali, si abbatte sulla testa dei
ricoverati senza alcun confronto con le Associazioni impegnate
nella difesa dei diritti dei malati cronici non
autosufficienti. Gli adeguamenti tariffari imposti a coloro
che pagano l’intera retta (non convenzionati), nulla hanno a
che fare con la delibera n. 1-5575
che in realtà va a disciplinare solo le rette degli
ospiti convenzionati. Quindi gli aumenti verranno applicati
dai Gestori dell’ex Ipab di Trino secondo la loro unilaterale
e discrezionale decisione non compatibile con i provvedimenti
regionali. Inoltre il decreto “aiuti ter”, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale del 26 settembre 2022, che fissa le “Misure
straordinarie in favore delle Regioni e di Enti Locali”
precisa al punto 3 : “Allo scopo di contribuire ai maggiori
costi determinati dagli aumenti dei prezzi delle fonti
energetiche e al perdurare degli effetti della pandemia, il
livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale
standard cui concorre lo Stato è incrementato di 1.400
milioni di euro per l’anno 2022, di cui 1.000 milioni di
euro assegnati con la legge 5 agosto 2022 n. 111”. All’
articolo 8 si fissano le “ Disposizioni urgenti in
favore del terzo settore “ Tra cui un fondo di 120 milioni
per sostenere gli Enti del terzo settore e gli Enti
religiosi civilmente riconosciuti che gestiscono servizi
socio-sanitari e sociali svolti in regime residenziale,
semi-residenziale rivolti a persone con disabilità, a fronte
dell’aumento dei costi dell’energia termica ed elettrica nel
terzo e quarto trimestre del 2022”. Sui trasporti in
ambulanza, la DGR Piemonte 45-4248 nell’allegato 5, punto 5.5
recita : “ I trasferimenti in ambulanza per
l’effettuazione di prestazioni diagnostiche e
specialistiche, qualora non erogabili direttamente
nell’ambito della struttura residenziale, sono garantiti
dall’Asl per gli utenti in convenzione con integrazione
tariffaria da parte dell’ Ente Gestore delle funzioni
socio-assistenziali e a carico dell’utente per gli ospiti in
regime privato o con posto letto convenzionato con il S.S.R.
ma senza integrazione da parte dell’Ente Gestore; le altre
spese per i trasporti da e per l’ospedale e/o strutture
sanitarie o socio-sanitarie (esclusi quelli garantiti
dall’Asl e dall’emergenza 118) sono ricomprese nella tariffa
giornaliera”. In
conclusione, sarebbe importante sapere come sono stati gestiti
presso l’Apsp di Trino i fondi ricevuti dallo Stato per
fronteggiare la crisi pandemica ed i maggiori costi dei
servizi offerti agli ospiti. E’ probabile che gli Enti, le
Associazioni di tutela dei pensionati e le forze politiche
amministrative di maggioranza e di opposizione, abbiano già
preso posizione in merito, per verificare la corretta
applicazione delle norme di legge. Il Gruppo senza Sede con la
presente ha cercato di fornire informazioni utili ai diretti
interessati.
Trino, 14 giugno
2023
Associazione culturale Gruppo senza Sede
UTIM E ULCES: RICORSO AL TAR PIEMONTE CONTRO L’ISEE REGIONALE
invito
all’incontro
pubblico del 24
marzo p.v. ad Alessandria
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