- Importanza
di segnalazioni e denunce
-
Uniamo per opportuna
conoscenza un articolo
pubblicato su CronacaQui,
relativo ad una indagine avviata dalla
Procura di Ivrea in seguito al decesso
di un paziente anziano non
autosufficiente ricoverato presso una
Rsa,
denunciato da parte dei familiari.
Questo a
dimostrazione che le segnalazioni dei
singoli
servono e possono aprire la strada ad
indagini condotte dalle Autorità
competenti.
Rinnoviamo pertanto l'invito
a segnalare alle Asl ed alle Autorità
eventuali illeciti o situazioni non
corrette di cui doveste venire a
conoscenza, nell'interesse di tutti i
pazienti
ricoverati nelle Rsa del territorio.
- RSA
DI
NUOVO “LUOGHI DI SCARTO” PER I MALATI
NON AUTOSUFFICIENTI
-
COMUNICATO
STAMPA
---
RSA
DI NUOVO “LUOGHI DI
SCARTO” PER I MALATI NON
AUTOSUFFICIENTI.
LA REGIONE APPLICHI I LEA E
GARANTISCA
CURE INTENSIVE ED ESTENSIVE
APPROPRIATE ALLE CONDIZIONI DEI
PAZIENTI
I
recenti annunci
della Regione in merito a mille posti
letto «recuperati» nelle strutture
residenziali per dimettere dagli
ospedali i malati non autosufficienti,
chiamano di nuovo in causa le Rsa –
Residenze sanitarie assistenziali,
come
fornitori di posti letto in cui
«scaricare» i vecchi malati ritenuti
«in
eccesso» in ospedale.
Ci apprestiamo,
di
nuovo, a vivere una situazione come
quella di inizio 2020 quando i
trasferimenti dei positivi Covid
nelle Rsa aveva determinato il
conseguente
aumento vertiginoso di mortalità
nelle strutture?
Le prospettive, per
certi
versi, paiono essere simili, con le
Rsa ridotte a luogo di scarto dei
malati
per cui si è decisa la qualifica di
«irrecuperabili».
Infatti, le Rsa sono
luoghi di
cura inadatti alla gestione di una
fase post acuzie, spesso
caratterizzata da
nuove acutizzazioni che andrebbero,
prima ancora che gestite, prevenute ed
evitate da strutture e personale
capaci di farlo, formate per
intervenire e in
possesso degli strumenti per farlo.
Nessuna di queste condizioni è
presente in
Rsa.
Ecco perché le Rsa
oggi non
sono luoghi adatti al trasferimento di
pazienti ospedalieri:
- In Rsa non è presente un medico 24 ore su 24 e
i pazienti sono affidati alle cure
del Medico di medicina generale,
come qualsiasi altro cittadino. In
caso di trasferimento di un paziente
da Pronto Soccorso o reparto, il
Medico di medicina generale rimane
quello che il paziente aveva prima
dell’ingresso in ospedale. Delle
centinaia di casi seguiti ogni
anno dalla Fondazione promozione
sociale, nessun Medico di medicina
generale in questa situazione si
reca a visitare il paziente nella
Rsa, che di fatto rimane
abbandonato, sospeso in un limbo
senza cure;
- Il sabato e la domenica – pur in
presenza di malati gravi, molto
spesso con demenza e con necessità e
bisogni costanti sulle 24 ore per
tutte le esigenze della vita quotidiana – è disponibile per tutti i
pazienti ricoverati in Rsa solo il
servizio di Continuità assistenziale
– Guardia Medica, che dovrebbe
essere attivato dai pochissimi
operatori presenti in struttura.
Molto spesso si attiva il Pronto
intervento per nuovo ricovero in
ospedale;
- Per
ammissione degli stessi gestori
delle strutture, la dotazione di
personale è scarsissima rispetto
alle esigenze degli utenti.
Infermieri e Oss sono molto spesso
sottodimensionati rispetto alle
reali esigenze dei degenti. Per dare
una misura del fenomeno, il sistema
dei minutaggi ex Dgr. 45, prevede
che per i malati con intensità da
«media» a «alta» siano da assicurare
dai 18 ai 30 minuti al giorno di
assistenza infermieristica e dagli
87 ai 120 minuti di assistenza
tutelare: niente nelle restanti 21
ore della giornata. Inoltre, anche i
parametri previsti dalla delibera
sono impossibili da controllare e
disattesi nei fatti, viste le esigue
coperture di personale;
- Le Rsa possono ancora
assumere – in forza della mai
abrogata Dgr. 4/2020 – personale di
bassissima o nulla professionalità
(nemmeno con la qualifica di Oss).
Le cronache degli ultimi mesi
riportano numerosi casi di personale
nemmeno in grado di esprimersi in
italiano, figurarsi di capire le
esigenze dei pazienti, di occuparsi
della loro tutela della salute,
della preparazione dei luoghi di
cura e delle terapie, di
relazionarsi con le famiglie e con
il Medico di medicina generale…
In definitiva, le Rsa non sono
cliniche
(com’è stato scritto erroneamente in
diversi articoli di stampa), ma
strutture
che la legge destina alle prestazioni
di «lungoassistenza», per pazienti
stabilizzati e «con bassa necessità di
tutela sanitaria» (articolo 3° del
dpcm
12 gennaio 2017 – Definizione dei
Lea).
L’operazione della Regione
Piemonte di
trasferimento coatto di centinaia di
degenti, annunciata con l’intento di
«svuotare» gli ospedali dai vecchi
malati e senza alcun riguardo
all’adeguatezza terapeutica
dell’operazione, è puro «ageismo
istituzionale»,
cioè razzismo verso i malati
inguaribili, gli unici per i quali
viene proposta
questa «soluzione» di trasferimento in
strutture inadeguate.
Inoltre, come si verifica
puntualmente con
le delibere 1 e 10/2022 approvate
dalla Giunta Regionale, al termine di
un
periodo prefissato di 60 giorni, i
malati trasferiti in Rsa e le loro
famiglie
restano in balìa del gestore privato
della struttura, che obbliga alla
sottoscrizione di un contratto
privato, poiché le Asl con valutazioni
illegittime (condizione
socio-economica, Isee) non
corrispondono la quota
sanitaria del ricovero. Se i malati e
i loro famigliari si appellano alle
leggi
vigenti, chiedendo il riconoscimento
della quota sanitaria, i gestori
dispongono
nuovamente il ricovero in Pronto
Soccorso, come già successo in casi
seguiti
dalla Fondazione promozione sociale.
L’articolo 29 dei Lea (Dpcm. 12
gennaio
2017), “Assistenza residenziale
extraospedaliera ad elevato impegno
sanitario”
stabilisce che «Il Servizio
sanitario nazionale garantisce
trattamenti
residenziali intensivi di cura e
mantenimento funzionale, ad elevato
impegno
sanitario alle persone con patologie
non acute che, presentando alto
livello di
complessità, instabilità clinica,
sintomi di difficile controllo,
necessità di
supporto alle funzioni vitali e/o
gravissima disabilità, richiedono
continuità
assistenziale con pronta
disponibilità medica e presenza
infermieristica sulle
24 ore».
La durata del trattamento intensivo non può essere esplicitata a priori, ma «è fissata in base alle condizioni dell'assistito che sono oggetto di specifica valutazione multidimensionale».
L’articolo 30 dei Lea (Dpcm. 12
gennaio
2017) individua i corretti percorsi
ulteriori di cura: alla fase di cure
intensive, per i malati non
autosufficienti devono seguire, «previa
valutazione
multidimensionale e presa in carico
(… ) trattamenti
estensivi di cura e recupero
funzionale a persone non
autosufficienti con
patologie che, pur non presentando
particolari criticità e sintomi
complessi,
richiedono elevata tutela sanitaria
con continuità assistenziale e
presenza
infermieristica sulle 24 ore».
La durata di tale trattamento
estensivo è
solo «di norma» non superiore
a sessanta giorni, tuttavia la
continuazione della fase estensiva è
sempre «fissata in base alle
condizioni dell'assistito che sono
oggetto di specifica valutazione
multidimensionale».
Le prestazioni intensive ed
estensive sono
a totale carico del Servizio sanitario
nazionale.
Pertanto, il Servizio sanitario può
legittimamente attivare tali percorsi
per i
pazienti che hanno terminato il
trattamento della fase acuta in
ospedale e che
sono in condizioni di proseguire un
percorso riabilitativo, di
lungodegenza, di
continuità assistenziale a valenza
sanitaria, ma NON può legittimamente
trasferirli in luoghi in cui il
setting di cura sia inadeguato e
sottodimensionato alle esigenze dei
malati.
Discorso specifico meritano i
malati che
necessitano di cure per
l’accompagnamento al fine vita o di
cure palliative che
NON sono attivate in Rsa e per i
quali, quindi, le Rsa NON sono luoghi
di cura
appropriati.
Per quanto sopra chiediamo che la
Regione
Piemonte applichi i Livelli essenziali
di assistenza che prevedono setting di
cura specifici ovvero garantisca cure
intensive ed estensive appropriate in
funzione dei bisogni sanitari dei
pazienti anche anziani malati cronici
non
autosufficienti. Inoltre
ribadiamo la richiesta di apertura di
un tavolo
di confronto per la ridefinizione
degli standard delle strutture Rsa -
oggi
assolutamente insufficienti in qualità
e quantità di personale impiegato - al
fine di garantire cure adeguate agli
utenti ricoverati.
Maria Grazia Breda e Andrea Ciattaglia
Fondazione
promozione sociale onlus /
Ets
- Visite in Rsa e
altre strutture - Facsimile per la
richiesta
-
- Uniamo
il messaggio
inviato dalla Fondazione
promozione sociale
in materia di visite e accessi nelle
strutture sanitarie e
socio-sanitarie.
- Inviamo
anche un facsimile di richiesta
individuale di accesso nelle
forme consentite dalla legge.
Restiamo a disposizione per la
compilazione della richiesta nei
casi particolari e laddove occorra
replicare alle risposte negative dei
gestori.
- Buono domiciliarità
-
Segnaliamo
che è stata pubblicata sul sito della
Regione Piemonte la scheda informativa
per l'ottenimento del "Buono
domiciliarità", consultabile a
questo indirizzo.
Si tratta di un contributo mensile
erogato direttamente dalla Regione
Piemonte, del valore di 600 euro,
riconosciuto per un periodo massimo di
24 mensilità, spendibile per
l’acquisto di servizi di assistenza
familiare o di assistenza educativa
nel caso di minori, a favore di
persone non autosufficienti (anziani o
disabili) residenti e/o con domicilio
sanitario in Piemonte.
Il contributo può essere richiesto se
in possesso dei requisiti seguenti:
- essere
residenti e/o avere il proprio
domicilio sanitario in Piemonte;
- essere già
sottoposti a “valutazione
multidimensionale” presso le Unità
di Valutazione competenti (Unità di
Valutazione Geriatrica, U.V.G., o
Unità Multidisciplinare di
Valutazione della Disabilità,
U.M.V.D.) ed aver ottenuto un
punteggio sociale non inferiore a 7;
- essere in
possesso di ISEE sociosanitario in
corso di validità con valore non
superiore a 50mila euro (65mila euro
se il destinatario è minorenne). Non
è ammesso un ISEE corrente o che
presenti anomalie.
Per ogni informazione rivolgersi ai
Servizi sociali o consultare il sito
della Regione al link sopra indicato
- Linee guida
regionali sull'ISEE
-
Si
uniscono le linee guida sull'Isee
definite dalla Regione Piemonte.
Gli
Enti
gestori dei servizi
socio-assistenziali devono recepirle
entro 6 mesi.
E'
importante seguire nei territori
l'applicazione della normativa, che
deve rispettare l'impianto nazionale
del dpcm 159/2013 e norme successive,
confermate dalle sentenze del
Consiglio di Stato.
Per
approfondire
la delibera regionale e individuare i
punti su cui possiamo intervenire a
livello locale (Consigli comunali ed
Enti gestori dei servizi
socio-assistenziali) sarà
organizzato
un apposito incontro
con
le associazioni
(indicativamente nella prima settimana
di febbraio).
- Dal DDL non
autosufficienza alla vera graranzia
delle cure
-
Quali
sono
gli interventi mirati possibili,
alternativi al pessimo testo del Ddl
Non Autosufficienza, per il rispetto
dei diritti dei malati e delle persone
con grave disabilità?
È necessaria la mobilitazione contro
l'istituzione di un Sistema
alternativo al Servizio sanitario
pubblico che scarica i non
autosufficienti sulle loro famiglie e
li rende preda delle speculazioni
private.
L'appuntamento
di
Giovedì
26 gennaio 2023 è
dedicato ad approfondire la negativa
bozza di Disegno di legge
delega sulla non autosufficienza
approvata nell'ultimo Consiglio dei
Ministri del Governo Draghi e,
purtroppo, finora sostenuta da molte
organizzazioni sociali, che negli
anni scorsi – al contrario –
promossero insieme alla Fondazione
promozione sociale e al Csa
iniziative di promozione e di tutela
del diritto alle cure domiciliari,
semi-residenziali e residenziali
delle persone con grave disabilità e
dei malati non autosufficienti.
L'incontro
avrà
la struttura del seminario e di
occasione di scambio di contenuti,
perchè riteniamo necessario capire
insieme le gravi ripercussioni per
tutti i cittadini coinvolti
dall'eventuale approvazione della
norma e gli strumenti mirati che – al
contrario – soddisferebbero le loro
esigenze.
-
Per
opportuna conoscenza si unisce
l’articolo “Un
baratto
illegittimo. Un voucher al posto
dei diritti”
con riferimento alla Dgr 5 luglio 2022
n. 1-5307 della Regione Piemonte.
- DDL Delega Anziani
-
Per
opportuno approfondimento, si unisce
copia della lettera inviata
al nuovo Governo Meloni in relazione
al Disegno di legge Delega sulla Non
autosufficienza, approvato dall’ultimo
Consiglio dei Ministri del precedente
Governo Draghi.
"Autismo,
progetto di vita..." e "Come
salviamo la vera 'Vita
Indipendente'" - articoli
-
Uniamo, confidando di fare cosa gradita, gli
articoli di
Antonio Colonna "Autismo,
il progetto di vita personalizzato è
già oggi esigibile" e di Mauro
Perino "Come
salviamo la vera Vita
Indipendente?"
entrambi pubblicati sul numero 219
della rivista "Prospettive
- I nostri diritti sanitari
e sociali".
- Consegna al
Presidente Cirio e all'Assessore
Icardi delle storie dei malati cronici
non autosufficienti vittime della
interruzione/negazione delle cure
-
DELIBERE CHE INTERROMPONO LA CONTINUITÁ DELLE CURE
AI MALATI NON AUTOSUFFICIENTI, LA FONDAZIONE PROMOZIONE SOCIALE
RECAPITA AL PRESIDENTE CIRIO E
ALL’ASSESSORE ICARDI
LE STORIE DEI PIEMONTESI AI QUALI NEGANO LE CURE
Con
il
recapito della prima lettera nella
sede della Giunta della Regione
Piemonte, in piazza Castello a Torino,
si apre oggi la consegna al Presidente
Cirio e all’assessore alla Sanità
Luigi Icardi delle storie dei
malati cronici non autosufficienti
e delle loro famiglie
che sono vittima
della
interruzione/negazione delle cure
per effetto delle delibere regionali
1-5265 del 28 giugno 2022 e 10-5445
del 29 luglio 2022.
Le
disposizioni
firmate dall’assessore Icardi interrompono
la continuità delle cure
post ospedaliere per i malati cronici
non autosufficienti dopo 60 giorni di presa in carico
da parte del Servizio sanitario (30 a
totale carico, 30 pagati al 50%
dall’utente). Dopo questa scadenza –
contro la legge nazionale e dichiarata
illegittima dal Consiglio di Stato in
relazione ai Lea – i
malati vengono valutati in base a
criteri socio-economici (Isee,
possesso
di casa, conti in banca, presenza di
parenti…) per valutare se erogare in
loro favore la quota sanitaria,
prevista dalle leggi nazionali come
diritto esigibile e universalistico,
come tutte le prestazioni sanitarie.
Il
loro
accesso alla continuità delle cure in
Rsa, con il 50% della retta pagata
dall’Asl, viene così negato nella
maggioranza dei casi. Non perché non
stiamo male – sono tutti talmente malati da aver perso
l’autonomia, spesso hanno forme di
demenza avanzatissime – ma perché,
secondo gli illegittimi criteri della
Regione, si devono pagare da sé le
cure. La Giunta Cirio-Icardi ribadisce
di voler mettere le mani nelle tasche dei
cittadini piemontesi, intaccare i loro risparmi non
riconoscendo il loro diritto alle cure
(quota sanitaria, 50% della retta),
contribuendo all’impoverimento delle famiglie.
I
malati cronici non autosufficienti
vengono esclusi dalla continuità delle
cure e abbandonati dalla sanità
piemontese a causa delle delibere
regionali. Raccontano le loro storie e
chiedono aiuto alla Fondazione
promozione sociale (riuscendo a
resistere alle minacce e pressioni dei gestori
delle Rsa): è giusto che il Presidente
Cirio e l’assessore Icardi sappiano
quali sono gli effetti concreti,
diretti sulle famiglie piemontesi, dei
loro provvedimenti.
Com’è
stato
annunciato un mese fa, tre
organizzazioni di rappresentanza e
difesa dei diritti dei malati,
l’Associazione Alzheimer Piemonte,
l’Associazione Amici Parkinsoniani
Piemonte e la Fondazione promozione
sociale, hanno presentato ricorso
al
Tar del Piemonte
contro le delibere. Mercoledì 9
novembre è convocata l’udienza per la
sospensiva.
Noi
sosteniamo
che le delibere devono essere sospese dalla
magistratura amministrativa:
a)
perché
rappresentano
un
danno immediato e irreversibile
alla salute dei malati non
autosufficienti;
b)
perché
senza
le due delibere contestate il percorso
di continuità terapeutica non
verrebbe
affatto interrotto,
dato che è regolato dalla delibera
72/2004;
c)
perché
le
misure annunciate dalla Regione, per
esempio la cosiddetta “Scelta sociale”
del Voucher per i non autosufficienti,
non hanno valenza sanitaria, cioè
non riconoscono concretamente il
diritto alle cure (anzi, ammettono che
la Regione non fa il suo dovere in
questa materia), e di fondano su
criteri e risorse del tutto incerti.
Con
la richiesta di pubblicazione, uniamo la lettera e
la storia allegata che oggi
recapitiamo in Regione Piemonte.
- Articolo
su volantinaggio del Gruppo Senza
Sede il 21.10.2022
- Alle Associazioni del Csa (Coordinamento
sanità e assistenza fra i movimenti di
base)
Si
unisce un facsimile di lettera
in merito alla richiesta di aggiornamento
dei Protocolli sanitari Covid19 in vigore
nelle strutture residenziali, in
particolare nelle Comunità alloggio per
persone con grave disabilità
intellettiva/autismo.
La
lettera, adattata alla propria realtà,
sarebbe utile che venisse inviata dal
maggior numero possibile di
associazioni/singoli.
A
disposizione per eventuali necessità di
informazioni ulteriori
PRESENTAZIONE DEL
RICORSO AL TAR DEL PIEMONTE CONTRO LE
DELIBERE DELLA REGIONE CHE NEGANO LA
CONTINUITÀ DELLE CURE AI MALATI
NON AUTOSUFFICIENTI
Le
associazioni Alzheimer Piemonte, Amici
Parkinsoniani Piemonte e Fondazione
promozione sociale hanno depositato al Tar
del Piemonte il ricorso
contro le delibere 1 e 10/2022 della
Regione Piemonte che limitano a 60 giorni
la durata massima del percorso di
continuità post acuzie coperto dal
Servizio Sanitario nazionale presso le
Residenze sanitarie assistenziali - Rsa,
per poi rimandare alla discrezionalità
delle Unità di valutazione geriatrica che
prendono in esame la condizione
socio-economica (Isee) dei malati e dei
loro nuclei famigliari per
autorizzare/negare il ricovero
in
convenzione con l’Asl (50% della retta
pagata dal Servizio sanitario).
A
sostegno del ricorso, le associazioni
denunciano l’incompatibilità delle recenti
delibere con la normativa nazionale: le
delibere violano i principi dell’articolo
32 della Costituzione («tutela della
salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della
collettività»), quelli della legge 833 del
1978 sul divieto di fissare una «durata» a
priori del percorso di presa in carico
sanitaria e quelli dei Livelli essenziali
delle prestazioni (Lea) del 12 gennaio
2017, che non prevedono interruzioni di
prestazione tra le fasi ospedaliere e di
riabilitazione e quelle di
«lungoassistenza» in Rsa.
Persino
il Consiglio di Stato, pronunciandosi
sulla legittimità dei Lea, aveva ribadito
con la sentenza 1858 del 2019, che «la
previsione di un limite temporale di
durata del trattamento estensivo fissata
in 60 giorni (…) non è cogente (…)
dovendo, dunque, escludersi ogni paventato
automatismo nella definizione della durata
del trattamento che, pertanto, andrà
stimata sulla scorta delle effettive
condizioni dell’assistito».
Le
delibere approvate negli scorsi mesi dalla
Regione Piemonte, inoltre, fissano un
tetto di spesa per le convenzioni Rsa: si
tratta, nominalmente, dei 265 milioni di
euro stanziati nel 2019 (ma le
organizzazioni dei gestori di strutture
Rsa lamentano da anni che il budget speso
è sensibilmente inferiore a quanto
dichiarato nel bilancio preventivo).
La
Corte Costituzionale ha però ribadito con
due importanti sentenze del 2020 che la
spesa sanitaria non è comprimibile per
esigenze di equilibrio di bilancio. Se c’è
il Livello essenziale delle prestazioni –
come nel caso del ricovero in Rsa in
convenzione con l’Asl – le risorse non
possono essere negate. Va ricordato,
inoltre, che l’ammontare del budget
previsto per le convenzioni Rsa ammonta a
circa il 3% del Fondo sanitario regionale
e che la Regione Piemonte è uscita dal
Piano di Rientro del deficit sanitario nel
2017, perdendo anche quella motivazione
(pretesto?) per tagliare prestazioni
essenziali di salute pubblica.
Con
il budget previsto nelle delibere
contestate dalla Regione, si coprono quote
sanitarie (50% della retta totale) per
meno della metà dei quasi 30mila posti Rsa
attivi in Regione: oltre 15mila malati non
autosufficienti sono quindi destinati a
rimanere senza intervento del Servizio
sanitario, costretti a pagare 30-40mila
euro all’anno per il ricovero.
Per
Giuliano Maggiora, presidente
dell’associazione Alzheimer Piemonte, «è
fondamentale garantire ai malati di
Alzheimer veri percorsi di continuità
della presa in carico sanitaria, sia
residenziale, sia domiciliare. È
inaccettabile una ‘sanità a tempo’ per
persone che purtroppo sono colpite da
malattie degenerative, inguaribili, ma
sempre curabili».
Ubaldo
Pilotto, presidente dell’associazione
Amici Parkinsoniani Piemonte: «I
provvedimenti regionali non sembrano
tenere conto di quanto sia importante il
fabbisogno sanitario dei malati di
patologie degenerative: persone che hanno
bisogno di interventi senza limiti di
durata prefissati, di prestazioni che
rispondano alle loro esigenze sul fronte
della terapia, della riabilitazione, delle
prestazioni quotidiane di tipo tutelare».
«Siamo
stati costretti al ricorso per le mancate
risposte concrete della Giunta regionale
in materia di continuità delle cure
secondo le leggi – spiega Maria Grazia
Breda, presidente della Fondazione
promozione sociale –: l’amministrazione
regionale ha scelto di discriminare i
malati non autosufficienti (gli unici a
dover interrompere le cure dopo il 60°
giorno) e di porre un limite di spesa per
le convenzioni in Rsa, ammettendo in
sostanza di lasciare scoperti dalle cure
del Servizio sanitario almeno la metà dei
ricoverati».
Nel
corso della presentazione del ricorso, le
associazioni hanno ribadito la necessità
che la Regione Piemonte ritiri le delibere
e dia corso concreto alla riorganizzazione
della residenzialità socio-sanitaria
invitando a partecipare a questo percorso
i rappresentanti degli utenti.
Urgente
è anche la nuova convocazione delle Cabine
di Regia provinciali, come strumento di
confronto dei soggetti interessati al tema
della residenzialità anche in tema di
aumento delle tariffe, vigilanza, standard
delle cure, numeri dei malati in liste
d’attesa ai quali è stata rifiutata la
convenzione da parte delle Unità
valutative geriatriche delle Asl, accessi
e visite alle Rsa.
Per
informazioni: Andrea Ciattaglia,
Fondazione promozione sociale
011.8124469 e 345.6749838 – info@fondazionepromozionesociale.it
Invito per martedì
11 ottobre alle 11 al
Vol.To.
di via
Giolitti 21 - Torino
alla conferenza stampa di presentazione
del ricorso contro la Regione Piemonte in
tema di delibere contro il diritto alle
cure dei malati non autosufficienti.
Il ricorso è
stato depositato:
viene presentato dalla Fondazione
promozione sociale, dall'Associazione
Alzheimer Piemonte e dall'associazione
Amici Parkinsoniani Piemonte.
Si tratta di
un'azione necessaria per ribadire il
rispetto dei diritti
alle prestazioni sanitarie e
socio-sanitarie per i malati non autosufficienti. Ma i
principi del ricorso sono validi e di
grande importanza anche per la difesa dei
diritti e dei servizi
per le persone
con grave disabilità e/o autismo.
Vi chiediamo,
quindi, di essere
presenti nella
maggiore misura possibile.
COMUNICATO
STAMPA - Aumenti tariffari Rsa
Si unisce il comunicato
stampa relativo agli aumenti
tariffari deliberati
dalla Regione Piemonte per i ricoveri
in Rsa e relativa
delibera regionale. Gli aumenti
oscillano tra i 650 e i 2.000 euro
all'anno (solo se in convenzione coperti
per metà dal Servizio sanitario
nazionale). Si tratta di cifre
insostenibili per molte famiglie.
Abbiamo
chiesto alla Regione una revisione urgente
degli aumenti - decisi a tavolino con i
gestori, senza coinvolgimento dei
rappresentanti degli utenti - e l'impegno
a ridefinire gli standard delle strutture,
oggi assolutamente inadeguati alle
condizioni cliniche di migliaia di
ricoverati.
Grati della
pubblicazione, restiamo a disposizione e
porgiamo cordiali saluti.
Maria Grazia Breda e Andrea
Ciattaglia
Fondazione
promozione sociale onlus/ETS
Inoltriamo in
allegato copia in formato PDF
del comunicato
che abbiamo distribuito il 2 settembre
u.s. al Sindaco di Torino ed ai
Consiglieri comunali di Torino, dal
titolo: "Tutti
i
malati cronici non autosufficienti di
ogni età hanno diritto alle cure
sanitarie in Ospedale, nelle Case di
cura o Cavs ed alle prestazioni Lea
socio-sanitarie a domicilio, nei
centri diurni, nelle Rsa senza limiti
di durata".
Comunicato
Stampa del Gruppo Senza Sede sulla
Dgr1-5265
La
Regione Piemonte non prende in esame la
finalità di garantire tempestivamente le
migliori cure ai suoi cittadini, ma mira ad
espellere dalla sanità pubblica il maggior
numero possibile di non autosufficienti, per
poter utilizzare per altri scopi ed altri
settori regionali le risorse del Servizio
sanitario, che dovrebbero invece servire per
coprire le quote sanitarie delle RSA e delle
prestazioni socio-sanitarie Lea (Livelli
essenziali di assistenza). Con la Delibera
1-5265/2022 del 28 Giugno, la Giunta
regionale Cirio/Icardi, per i ricoveri in
RSA ed i convenzionamenti, impone
l’assegnazione di punteggi che considerano
più importante la situazione socio economica rispetto
alle condizioni di salute dei malati
(giovani,adulti,anziani). Il degente può
presentare condizioni sanitarie gravissime,
ma se ci sono risorse proprie anche minime o
ci sono familiari da “obbligare” alle cure
sanitarie, l’ Asl non interviene. Vuoi
essere curato ? Fammi vedere quanti soldi
hai e se ci sono parenti sui quali poter
scaricare l’obbligo economico oltre che di
cura. Una delibera contro i cittadini,
contro i malati, contro le loro famiglie,
negando un servizio essenziale pagato con le
tasse di tutti. L’importante è non spendere
soldi, in particolare per gli anziani malati
non autosufficienti, fissando anche il tetto
massimo di spesa che non dovrà superare la
somma stanziata nel 2019. Così si spiega la
funzione dei criteri selettivi applicati
dalle Unità valutative per ridurre la platea
degli utenti ! Nella Delibera è previsto il
trasferimento da Ospedale ad RSA o
riabilitazione o lungodegenza del malato
cronico e non autosufficiente ancora
bisognoso di cure. Ma dopo 60 giorni,
secondo la Delibera, il paziente deve essere
valutato in base alle sue condizioni
socio-economiche (ISEE) e pagare da sé tutta
la retta a meno che non gli venga assegnata
–remota possibilità- la convenzione dell’Asl
(50% del costo della retta). Considerando
illegittime le “cure a tempo” con dimissioni
dopo 60 giorni dei malati, abbandonati senza
presa in carico delle Asl, la Fondazione
Promozione sociale ed il CSA (Coordinamento
Sanità e Assistenza fa i Movimenti di base )
il 20 Luglio scorso hanno inviato una
lettera al Consiglio ed alla Giunta
regionale del Piemonte per chiedere il
ritiro/abrogazione immediato della Dgr
1-5265/2022.
Il
Gruppo senza Sede, concorda con l’iniziativa
e ritiene ancora necessario ribadire che le
Aziende sanitarie, non producendo bulloni ma
trattando di salute pubblica, non possono
applicare la logica del profitto
considerando come scarto di produzione
anziani e non autosufficienti. Prima di
pensare ad accumulare fatturato devono
curare e salvare vite senza discriminazioni.
Se ciò non avviene, la responsabilità è dei
politici che dovrebbero magari leggere anche
la Costituzione e muoversi per farla
applicare.
Oppure
ritengono che la salute pubblica non sia
sufficientemente importante per affannarsi
ad inserirla con rispetto umano,
responsabilità e competenza negli obiettivi
da centrare del PNRR ?
Trino,
Agosto 2022
Associazione
culturale
Gruppo senza Sede
Dgr
1-5265 in contrasto con la normativa
vigente prevede l'interruzione del
diritto alle cure sanitarie e
socio-sanitarie
Segnaliamo
con viva preoccupazione la Delibera
approvata dalla Giunta Cirio-Icardi (Dgr
1-5265) che, in contrasto con la
normativa vigente, prevede
l’interruzione del diritto alle cure
sanitarie e socio-sanitarie dei malati
cronici, specialmente anziani non
autosufficienti, che al termine di un
ricovero post acuzie non possono
rientrare al domicilio perché non ci
sono le condizioni necessarie per la
tutela dalla loro salute.
Restano
ovviamente in vigore le norne nazionali
che in base alle fonti del diritto
prevalgono su quelle regionali. Pertanto
i cittadini possono avvalersi del
diritto di opporsi alle dimissioni e
chiedere il diritto esigibile alla
continuità terapeutica ai sensi della
normativa vigente richiamata nel testo
allegato.
Istanza
di abrogazione
Volantino
a colori
Caso
eclatante pagamento RSA
Richiesta
di ritiro/modifica immediata, Allegato
A) “Valutazione aspetti sociali” >
valutazione conviventi > carico
Emotivo/Sociale - DGR 39-1523 del 12
giugno 2020 “Approvazione delle
nuove Cartelle Disabilità Minori e
Disabilità Adulti, contenenti le
valutazioni degli aspetti sociali e
sanitari (…)”
Risposta
Tesio Ripa su Questionario Vergogna
La
Regione Piemonte cambia Questionario
Vergogna
Volantino
ritiro delibera Regioe Piemonte
Richiesta di
ritiro/modifica immediata, Allegato
A) "Valutazione aspetti sociali"
> valutazione conviventi >
carico Emotivo/Sociale- DGR 39-1523
del 12 giugno 2020
Come saprete, nei giorni
scorsi ampio eco ha avuto la notizia
della vergognosa iniziativa del Comune
di Nettuno (Roma) in merito alla
somministrazione di un questionario alle
famiglie con persone con disabilità,
interessate ad un sussidio pubblico, il
quale chiede "se e quanto il familiare si vergogni del proprio congiunto con
disabilità". Una
proposta per giunta ricattatoria in
quanto condizionata all’erogazione di
una prestazione.
Molte sono state le prese
di posizione e le espressioni di
disappunto da parte di varie
associazioni, per una iniziativa priva
di qualsiasi rispetto della dignità
della persona con disabilità e dei
propri familiari (v. in Allegato
articoli e lettere).
Dopo le sopraggiunte
rimostranze, il Comune ha ritirato la
proposta di compilazione del
questionario che, a quanto pare,
derivava e deriva da una norma
regionale, la Dgr Lazio n. 341/2021 sul
riconoscimento del “Caregiver
familiare”.
Nell’approfondire la
questione siamo venuti a conoscenza che
anche nella nostra Regione Piemonte sono
stati previsti analoghi
questionari. Ci riferiamo
all’allegata Dgr 39/2020 che a pagina 14
allegato A) Moduli della cartella
disabilità adulti, prevede
esplicitamente alla “valutazione
conviventi” punto B3,
“Affaticamento del convivente
(caregiver) / genitore derivante dal
lavoro di cura (secondo la tabella
sottoscritta) Caregiver burden inventory
– Cbi”. Tipo di carico “EMOTIVO” punto
E.21 “Mi vergogno di lui/lei”, assieme
ad altre domande del calibro “Provo del
risentimento nei suoi confronti”, “Non
mi sento a mio agio quando ho amici a
casa”, ecc. oltre ancora a domande sul
presunto carico “SOCIALE” punto D.15 e
successivi.
Si tratta di strumenti per
la discutibile valutazione, in un ambito
sanitario e sociale, di aspetti non solo
sociali ma addirittura di tipo emotivo,
le cui risposte - peraltro molto
personali e pilotabili - incidono
a seguito di un punteggio
sull’erogazione della prestazione.
Con la presente informiamo
che abbiamo preso posizione verso la
Regione Piemonte chiedendo il ritiro
della Delibera o la sua adeguata
modifica in quanto lesiva della dignità
delle persone con disabilità e dei loro
familiari (cfr. e-mail qui sotto
riportata).
Invitiamo le Associazioni
in indirizzo a sollecitare anch’esse la
Regione Piemonte inviando una simile
richiesta di ritiro/modifica della Dgr
39/2020.
Grati pertanto se ci terrete informati
sulle Vostre iniziative porgiamo
cordiali saluti.
Maria
Grazia Breda, p. Fondazione promozione sociale
Onlus/Ets
Giuseppe D'Angelo, p. Csa
Da:
Fondazione promozione sociale onlus info@fondazionepromozionesociale.it
Inviato:
martedì 5 luglio 2022 17:39
A:
presidenza@regione.piemonte.it;
'luigi.icardi@cr.piemonte.it' <luigi.icardi@cr.piemonte.it>;
'assessore.sanita@regione.piemonte.it'
<assessore.sanita@regione.piemonte.it>;
'assessore.marrone@regione.piemonte.it'
<assessore.marrone@regione.piemonte.it>;
'sanita@regione.piemonte.it'
<sanita@regione.piemonte.it>
Oggetto:
Richiesta di ritiro/modifica immediata,
Allegato A) “Valutazione aspetti sociali”
> valutazione conviventi > carico
Emotivo/Sociale- DGR 39-1523 del 12 giugno
2020
Priorità:
Alta
- Al
Presidente della Regione Piemonte
- All’Assessore alla
Sanità della Regione Piemonte
- All’Assessore alle
politiche sociali della Regione
Piemonte
- Al
Direttore regionale Sanità e Welfare
E p.c.
- Associazioni
di volontariato della Regione Piemonte
impegnate sulla disabilità/autismo
Oggetto:
Richiesta
di ritiro/modifica immediata, Allegato
A) “Valutazione aspetti sociali” >
valutazione conviventi > carico
Emotivo/Sociale - DGR 39-1523 del 12
giugno 2020 “Approvazione
delle
nuove Cartelle Disabilità Minori e
Disabilità Adulti, contenenti le
valutazioni degli aspetti sociali e
sanitari (…)”
Nei giorni scorsi siamo
intervenuti, assieme a numerose altre
organizzazioni, per chiedere al Comune di
Nettuno (Roma) la rimozione del
questionario somministrato alle famiglie
con persone con disabilità che
presentavano la richiesta di interventi
pubblici, laddove è prevista la domanda
“se e quanto il familiare si vergogni
del proprio congiunto con disabilità"
Contestualmente abbiamo
verificato le procedure applicate dalla
Regione Piemonte e, con sconcerto, ci
siamo accorti che anche la DGR 39-1523 del
12 giugno 2020 ha previsto la medesime
domanda nel questionario sottoposto dalle
Umvd alle famiglie.
Si fa riferimento in
particolare all’allegato A) “Moduli della
cartella disabilità adulti”, che prevede
esplicitamente alla “Valutazione
conviventi” - punto B3 “Affaticamento del
convivente (caregiver) / genitore
derivante dal lavoro di cura (secondo la
tabella sottoscritta) Caregiver burden
inventory – Cbi”. Tipo di carico “EMOTIVO”
punto E.21 “Mi vergogno di lui/lei”,
assieme ad altre domande del calibro “Provo
del
risentimento nei suoi confronti”, “Non
mi sento a mio agio quando ho amici a
casa”, ecc. oltre ancora a domande
sul presunto carico “SOCIALE” punto D.15 e
successivi
Per gli analoghi motivi
rilevati nei confronti del Comune di
Nettuno, contro il quale molteplici sono
state le prese di posizione e le
espressioni di disappunto da parte di
numerose associazioni (v. allegato), che
hanno portato quasi immediatamente al
ritiro del questionario derivante
anch’esso da una norma regionale, la Dgr
Lazio n. 341/2021 sul riconoscimento del
“Caregiver familiare”, chiediamo
il ritiro della Dgr 39-1523 in oggetto o
la sua adeguata modifica come da oggetto,
in quanto prevede un inaccettabile
questionario che, a prescindere dalla sua
validazione scientifica, appare strumento
improprio e odioso nonché lesivo della
dignità delle persone con disabilità e dei
loro familiari.
Rimaniamo in attesa di un
riscontro in merito e inviamo cordiali
saluti.
Maria
Grazia Breda, p. Fondazione promozione sociale
Onlus/Ets
Giuseppe D'Angelo, p. Csa
Circolare Min
Salute -Visite -
Anche grazie
alle nostre costanti pressioni, che
continuano, il Ministero della salute ha
inviato a tutte le Regioni la nota che
alleghiamo in merito alle visite in Rsa
e altre strutture residenziali.
Viene
confermato che le visite:
- sono "altrettanto
necessarie quanto le cure sanitarie";
- devono essere concesse
quotidianamente;
- devono consentire, se la
persona non è autosufficiente, di
poterle anche prestare assistenza;
- le eventuali limitazioni
decise dai Direttori sanitari devono
essere comunicate all'Asl di residenza,
la quale entro 3 giorni deve dare
eventuale parere negativo alle
restrizioni.
Con questi
presupposti, i gestori devono mantenere
le giuste precauzioni ma aprire alle
visite parenti.
Se riscontrate condizioni
diverse e più restrittive, segnalatecelo
in modo che possiamo itervenire.
Circolare
del ministero
Comunicato - "RSA:
COME GARANTIRE LE CURE SANITARIE E
IL DIRITTO ALLE RELAZIONI"
Si
è
svolto il 30 giugno 2022 il convegno "Rsa, come garantire le cure sanitarie e il diritto
alle relazioni" promosso
dalla Fondazione promozione sociale e
dalla rivista Prospettive
- I nostri diritti sanitari e sociali, con
il patrocinio del Consiglio regionale del
Piemonte. Il video integrale dell'incontro è
disponibile QUI
(in descrizione il dettaglio dei singoli
interventi con il minuto di inizio delle
relazioni).
L'incontro
ha
visto (cfr. qui
la locandina)
la qualificata partecipazione di
rappresentanti della Prefettura di Torino,
dell'Università di Torino, dell'Accademia
di Medicina, dell'Ordine dei Medici, dei
Gestori delle strutture residenziali,
delle associazioni e organizzazioni di
rappresentanza e di tutela di malati e
persone con disabilità non
autosufficienti.
Dal
convegno
è emersa la necessità che la Regione
Piemonte riconosca concretamente il
diritto alla presa in carico sanitaria dei
malati non autosufficienti in Rsa
attraverso quote sanitarie per tutti i
malati non autosufficienti, senza
distinzioni di condizione sociale ed
economica.
E'
una
questione di consistenza delle risorse
economiche - che non possono essere
legittimamente negate per le cure
sanitarie e socio-sanitarie, nemmeno per
"ragioni di bilancio" - ma anche di
finanziamenti delle quote sanitarie da
parte della Sanità regionale e nazionale.
I promotori del convegno hanno
sottolineato che la risposta al fabbisogno
dei malati non autosufficienti non può
arrivare da fondi sociali estemporanei (p.
es. Fondo sociale europeo) o altre fonti
di finanziamento che non riconoscano il
diritto alla cura dei malati senza limiti
di durata.
Tutti
i
relatori hanno ricordato la caratteristica
delle Rsa come enti accreditati con il
Servizio Sanitario regionale - anche
quando gestite da operatori privati - e
concordano sulla necessità, assolutamente
non più rinviabile, della revisione
radicale degli standard di funzionamento
delle strutture. In questo senso, tra le
necessità sono state individuate il
potenziamento della presenza clinica (più
operatori socio-sanitari, più infermieri)
e medici all'interno delle strutture, oggi
prevista solo attraverso la presenza per
poche ore a settimana dei medici di base
dei pazienti in posti letto convenzionati.
Al
contrario,
il fabbisogno degli utenti nelle Rsa
richiede la presenza di medici (un
direttore sanitario e medici specialisti)
che lavorino in equipe tra loro e con il
personale, fornendo anche prestazioni
sanitarie che non costringano i malati ad
essere trasferiti per semplici esami
(prelievi, ecografie...) in ospedale,
oppure, peggio, alla desistenza
dall'attivazione delle cure.
Diversi
interventi
hanno posto in luce il tema delle visite
di parenti, conoscenti, volontari e anche
clinici di fiducia all'interno delle
strutture. Una necessità relazionale e di
tutela della salute che è stata fortemente
minata negli ultimi due anni di pandemia e
che è necessario ristabilire appieno. Le
regole per le aperture ci sono: è
necessario che i gestori le interpretino
in modo estensivo e che, parallelamente,
il Governo si attivi per togliere le
restrizioni e per avviare l'urgente
potenziamento dell’organico delle
strutture, togliendo così ai gestori la
carenza di personale come motivazione per
le reiterate restrizioni.
Restiamo
a
disposizione per eventuali ulteriori
informazioni.
Incontro del 30
maggio - "RSA, come garantire le
cure sanitarie e il diritto alle
relazioni"
Invito
all'incontro del 30 maggio p.v. sul tema
"Rsa, come garantire le cure sanitarie e
il diritto alle relazioni", con
preghiera di inoltrarlo ai Dirigenti
Asl, Enti gestri, Sindacati, Parroci,
Gestori Rsa, Consiglieri e Sindaci,
Associazioni di volontariato.
Il tema è
importante e riguarda ciascuno di noi.
Invito -
Presentazione
Manifesto evento 27
maggio 2022: Associazioni insieme
per ottenere cure a casa e
contributi dalla Sanità.
Comunicato
Stampa del Gruppo Senza Sede