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UTIM E ULCES: RICORSO AL TAR PIEMONTE CONTRO L’ISEE REGIONALE


invito all’incontro pubblico del 24 marzo p.v. ad Alessandria


IL COMUNE DI TORINO CONDANNATO SULL’ISEE: RISARCIMENTO DI 25MILA EURO A FAVORE DEI FIGLI, EREDI DI UN’ANZIANA NON AUTOSUFFICIENTE.

Strutture socio-sanitarie nel territorio

 Richiesta di partecipazione al tavolo tecnico per la redazione del Piano regionale della non autosufficienza

PETIZIONE URGENTE

Necessaria la modifica radicale del Ddl delega "Non Autosufficienza"

Comunicato Satampa del Gruppo Senza Sede

Importanza di segnalazioni e denunce


RSA DI NUOVO “LUOGHI DI SCARTO” PER I MALATI NON AUTOSUFFICIENTI

Visite in Rsa e altre strutture - Facsimile per la richiesta

















 

 

 

 

 

 

 

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  • UTIM E ULCES: RICORSO AL TAR PIEMONTE CONTRO L’ISEE REGIONALE

    IMPUGNATA LA DELIBERA DELLA REGIONE PIEMONTE. CONTESTATE LE LINEE GUIDA CHE I COMUNI/CONSORZI DEVONO SEGUIRE IN QUESTI MESI PER I LORO NUOVI REGOLAMENTI.

     

    Si prega di prendere nota del Comunicato stampa allegato e di darne diffusione.



  • Si unisce l’invito all’incontro pubblico del 24 marzo p.v. ad Alessandria dal titolo:

    DAI VOUCHER DELLA REGIONE AL DDL SULLA NON AUTOSUFFICIENZA



  • IL COMUNE DI TORINO CONDANNATO SULL’ISEE: RISARCIMENTO DI 25MILA EURO A FAVORE DEI FIGLI, EREDI DI UN’ANZIANA NON AUTOSUFFICIENTE.

  • LA MALATA NON DOVEVA PAGARE LA RETTA ALBERGHIERA DELLA RSA IN CUI FU RICOVERATA PER TRE ANNI, IL COMUNE ERA OBBLIGATO A INTERVENIRE.
    CASSATO IL REGOLAMENTO DEL CAPOLUOGO PIEMONTESE SULL’INTEGRAZIONE RETTA. VITTORIA DELLE ASSOCIAZIONI DI DIFESA DEI DIRITTI DEI MALATI

     

    Gent.ma/mo,

    Il Tribunale ha condannato il Comune di Torino a rimborsare 25mila euro ai parenti di una anziana malata cronica non autosufficiente ricoverata in Rsa (negli anni 2017-2020) alla quale la Città aveva negato l’integrazione della retta alberghiera perché possedeva un alloggio.

    Il Tribunale ha accolto la richiesta di giustizia dei figli della ricoverata – che erano stati costretti a versare 1.000 euro al mese per coprire la retta alberghiera, insostenibile per la madre – contestando la mancata applicazione dell’Isee nazionale da parte del Comune di Torino, che conteggiava (e purtroppo conteggia ancora) l’immobile di proprietà in modo sfavorevole per gli utenti, in contrasto con quello che prevedono le leggi vigenti.

     Comunicato stampa integrale

     


  • Strutture socio-sanitarie nel territorio

Si uniscono i provvedimenti regionali in allegato, in merito al fabbisogno delle strutture residenziali e diurne per persone con disabilità nonché alle Rsa per anziani malati non autosufficienti, con il relativo numero di posti suddiviso per Asl / Distretti.

Per opportuna conoscenza e verifica nel territorio di Vostro ambito.

Strutture CD E CA

RSA

  •  Richiesta di partecipazione al tavolo tecnico per la redazione del Piano regionale della non autosufficienza

  • Alla c.a.

    - Presidente Regione Piemonte

    - Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione Piemonte

    - Assessore Sanità Regione Piemonte

    - Assessore Politiche sociali Regione Piemonte

     

     

    Oggetto: Richiesta di partecipazione al Tavolo tecnico per la redazione del “Piano regionale della non autosufficienza”

     

    La scrivente Fondazione promozione sociale (come capofila), il Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base e le altre organizzazioni sottocitate chiedono di inserire un loro rappresentante unitario all'interno del tavolo tecnico della Regione Piemonte per la redazione del Piano regionale per la non autosufficienza.

    La richiesta viene avanzata da organizzazioni che si occupano di malati e persone con disabilità non autosufficienti, che le rappresentano nelle loro istanze e fabbisogni, accomunate dal fatto di non gestire servizi in convenzione e quindi di avere assoluta indipendenza rispetto alle istituzioni.

    Confidando che la richiesta venga accolta, chiediamo che la convocazione per l'incontro di giovedì 9 febbraio giunga in risposta a questo messaggio.

    Cordiali saluti.

    Maria Grazia Breda

    Presidente della Fondazione promozione sociale Onlus/Ets (Capofila)


    Vincenzo Bozza

    Presidente dell'Utim - Unione per la Tutela delle Persone con Disabilità Intellettiva OdV

     

    Andrea Ciattaglia

    Presidente di Ups - Unione per la Promozione Sociale OdV

     

    Giuseppe D'Angelo

    Presidente di Ulces - Unione per la Lotta contro l'Emarginazione Sociale OdV

     

    Antonella Figus

    Presidente dell'Associazione Tutori Volontari OdV

     

    Irene Demelas

    Presidente dell'Associazione “Luce per l'Autismo” OdV

     

    Luigi Dosio

    Presidente dell'Agafh - Associazione Genitori Adulti e Fanciulli Handicappati OdV (Orbassano)

     

    Silverio Sacilotto

    Presidente dell'Associazione “La Scintilla” (Collegno-Grugliasco)

     

    Domenico Luppino

    Presidente del Cogeha - Collettivo Genitori dei Portatori di Handicap (Settimo T.se)

     

    Carlo Comandone

    Presidente del Grh - Associazione Genitori Ragazzi con Handicap (Druento)

     

    Nicola Bruno

    Presidente del “Gruppo Senza Sede” (Trino Vercellese)

     

    Giuseppe Pavoletti

    Presidente del Gva - Gruppo volontari aassistenza handicappati (Acqui Terme)

     

     


  • PETIZIONE URGENTE

Il 19 Gennaio 2023 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo “Schema di disegno di legge recante deleghe al governo in materia di politiche in favore delle persone anziane, anche in attuazione della missione 5, componente 2, riforma 2, del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) in materia di assistenza agli anziani non autosufficienti” che, di fatto, esclude dalle garanzie del Servizio sanitario gli anziani non autosufficienti, creando un apposito sistema di "serie B" per questi malati.
Al link della petizione sono riportati i punti critici salienti e una serie di interventi da parte di alcuni esperti della materia.

Vi chiediamo per favore di sottoscrivere anche Voi la petizione e di diffonderla il più possibile ai Vostri contatti.


  • Necessaria la modifica radicale del Ddl delega "Non Autosufficienza"

  • Il Governo ha approvato il ddl delega "non autosufficienza" (impropriamente chiamato "anziani") che propone al Parlamento abolizione dell'indennità di accompagnamento, fondi di spesa limitati per i malati non autosufficienti, l'istituzione del "ghetto degli inguaribili": il “Sistema nazionale di assistenza per i non autosufficienti” che taglierà fuori milioni di malati dal Servizio sanitario.

    Ora il provvedimento passa al Parlamento. E' necessaria la modifica radicale dei passaggi discriminatori e il riconoscimento - nel Servizio sanitario nazionale - delle cure domiciliari, semi-residenziali e residenziali per i malati non autosufficienti.

    Uniamo il comunicato della Fondazione promozione sociale e del Csa - Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base, con richiesta di massima diffusione.


  • Comunicato Stampa del Gruppo Senza Sede

      Preoccupante e con un vago alone di sbrigativo sbolognamento, l’operazione decisa dalla Regione Piemonte per “svuotare” gli ospedali dai vecchi malati inguaribili e non autosufficienti. Senza riguardo all’adeguatezza terapeutica, vengono trasferiti nelle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) consenzienti fornitrici di letti, purtroppo inadeguate nel gestire nuove riacutizzazioni con la giusta tempestiva professionalità. Eppure il 2020 incombe ancora sulle teste di tutti, ancor più di chi ha vissuto in prima persona l’aumento vertiginoso dei contagi ed i tragici decessi causati dal Covid in queste strutture, forse non è più presente nelle teste degli amministratori pubblici il cui unico obiettivo è il bilancio.

Riteniamo utile un promemoria aggiornato ad oggi :

a)    Nelle Rsa non è presente un medico 24 ore su 24 ed i pazienti sono affidati al loro medico di famiglia, che non si reca a visitarli con continuità e spesso neanche a seguito di chiamata, come succede a qualsiasi altro cittadino al proprio domicilio.

b)    Il sabato e la domenica, pur in presenza di malati gravi, spesso con demenza e bisogni costanti sulle 24 ore per tutte le esigenze della quotidianità, c’è solo la Guardia Medica che dovrebbe essere attivata dai pochissimi operatori presenti in struttura. Spesso si attiva il Pronto intervento per un nuovo ricovero in ospedale.

c)    Per ammissione degli stessi gestori, nelle Rsa la dotazione di personale è scarsissima rispetto alle esigenze degli utenti. Possono assumere (in forza della mai abrogata Dgr. 4/2020) personale di bassissima o nulla professionalità (nemmeno con qualifica di Oss). I degenti hanno riferito di numerosi casi di personale non in grado di esprimersi in italiano, figurarsi di capire le esigenze dei pazienti e di tutelarne la salute.

d)    L’articolo 29 dei Lea (Dpcm. 12 gennaio 2017) stabilisce che “Il Servizio sanitario nazionale garantisce trattamenti residenziali intensivi di cura e mantenimento funzionale, ad elevato impiego sanitario alle persone con patologie non acute che, presentano alto livello di complessità, instabilità clinica, sintomi di difficile controllo, necessità di supporto alle funzioni vitali e/o gravissima disabilità, richiedono continuità assistenziale con pronta disponibilità medica e presenza infermieristica sulle 24 ore”.

Pertanto il Servizio sanitario può legittimamente attivare tali percorsi per i pazienti che hanno terminato il trattamento della fase acuta in ospedale e che sono in condizioni di proseguire un percorso riabilitativo, di lungodegenza, di continuità assistenziale a valenza sanitaria, ma NON può legittimamente trasferirli in luoghi in cui l’ambiente di cura sia inadeguato e sottodimensionato alle esigenze dei malati.

Discorso specifico meritano i malati che necessitano di cure per l’accompagnamento al fine vita o di cure palliative che NON sono attivate  in Rsa e per i quali, quindi, Le Rsa NON sono luoghi di cura appropriati.

Per quanto sopra la Regione Piemonte, nel rispetto di tutti i cittadini, deve impegnarsi a garantire cure mediche appropriate in funzione dei bisogni sanitari di tutti i pazienti, anche se anziani malati cronici non autosufficienti. Deve dedicare inoltre il massimo  riguardo per la ridefinizione degli standard delle strutture Rsa, oggi assolutamente insufficienti in qualità e quantità di personale impiegato, al fine di garantire cure adeguate e dignitose agli utenti ricoverati ricordandosi sempre che non sono degli “scarti”.

Trino, gennaio 2023                                            Associazione culturale Gruppo senza Sede    

  • Importanza di segnalazioni e denunce


  • Uniamo per opportuna conoscenza un articolo pubblicato su CronacaQui, relativo ad una indagine avviata dalla Procura di Ivrea in seguito al decesso di un paziente anziano non autosufficiente ricoverato presso una Rsa, denunciato da parte dei familiari.
  • Questo a dimostrazione che le segnalazioni dei singoli servono e possono aprire la strada ad indagini condotte dalle Autorità competenti.

    Rinnoviamo pertanto l'invito a segnalare alle Asl ed alle Autorità eventuali illeciti o situazioni non corrette di cui doveste venire a conoscenza, nell'interesse di tutti i pazienti ricoverati nelle Rsa del territorio.



  • RSA DI NUOVO “LUOGHI DI SCARTO” PER I MALATI NON AUTOSUFFICIENTI

  • COMUNICATO STAMPA ---

     

    RSA DI NUOVO “LUOGHI DI SCARTO” PER I MALATI NON AUTOSUFFICIENTI.

    LA REGIONE APPLICHI I LEA E GARANTISCA CURE INTENSIVE ED ESTENSIVE APPROPRIATE ALLE CONDIZIONI DEI PAZIENTI

     

     

    I recenti annunci della Regione in merito a mille posti letto «recuperati» nelle strutture residenziali per dimettere dagli ospedali i malati non autosufficienti, chiamano di nuovo in causa le Rsa – Residenze sanitarie assistenziali, come fornitori di posti letto in cui «scaricare» i vecchi malati ritenuti «in eccesso» in ospedale.

     

    Ci apprestiamo, di nuovo, a vivere una situazione come quella di inizio 2020 quando i trasferimenti dei positivi Covid nelle Rsa aveva determinato il conseguente aumento vertiginoso di mortalità nelle strutture?

     

    Le prospettive, per certi versi, paiono essere simili, con le Rsa ridotte a luogo di scarto dei malati per cui si è decisa la qualifica di «irrecuperabili».

     

    Infatti, le Rsa sono luoghi di cura inadatti alla gestione di una fase post acuzie, spesso caratterizzata da nuove acutizzazioni che andrebbero, prima ancora che gestite, prevenute ed evitate da strutture e personale capaci di farlo, formate per intervenire e in possesso degli strumenti per farlo. Nessuna di queste condizioni è presente in Rsa.

     

    Ecco perché le Rsa oggi non sono luoghi adatti al trasferimento di pazienti ospedalieri:

     

    1. In Rsa non è presente un medico 24 ore su 24 e i pazienti sono affidati alle cure del Medico di medicina generale, come qualsiasi altro cittadino. In caso di trasferimento di un paziente da Pronto Soccorso o reparto, il Medico di medicina generale rimane quello che il paziente aveva prima dell’ingresso in ospedale. Delle centinaia  di casi seguiti ogni anno dalla Fondazione promozione sociale, nessun Medico di medicina generale in questa situazione si reca a visitare il paziente nella Rsa, che di fatto rimane abbandonato, sospeso in un limbo senza cure;

     

    1. Il sabato e la domenica – pur in presenza di malati gravi, molto spesso con demenza e con necessità e bisogni costanti sulle 24 ore per tutte le esigenze della vita quotidiana – è disponibile per tutti i pazienti ricoverati in Rsa solo il servizio di Continuità assistenziale – Guardia Medica, che dovrebbe essere attivato dai pochissimi operatori presenti in struttura. Molto spesso si attiva il Pronto intervento per nuovo ricovero in ospedale;

     

    1. Per ammissione degli stessi gestori delle strutture, la dotazione di personale è scarsissima rispetto alle esigenze degli utenti. Infermieri e Oss sono molto spesso sottodimensionati rispetto alle reali esigenze dei degenti. Per dare una misura del fenomeno, il sistema dei minutaggi ex Dgr. 45, prevede che per i malati con intensità da «media» a «alta» siano da assicurare dai 18 ai 30 minuti al giorno di assistenza infermieristica e dagli 87 ai 120 minuti di assistenza tutelare: niente nelle restanti 21 ore della giornata. Inoltre, anche i parametri previsti dalla delibera sono impossibili da controllare e disattesi nei fatti, viste le esigue coperture di personale;

     

    1. Le Rsa possono ancora assumere – in forza della mai abrogata Dgr. 4/2020 – personale di bassissima o nulla professionalità (nemmeno con la qualifica di Oss). Le cronache degli ultimi mesi riportano numerosi casi di personale nemmeno in grado di esprimersi in italiano, figurarsi di capire le esigenze dei pazienti, di occuparsi della loro tutela della salute, della preparazione dei luoghi di cura e delle terapie, di relazionarsi con le famiglie e con il Medico di medicina generale…

     

    In definitiva, le Rsa non sono cliniche (com’è stato scritto erroneamente in diversi articoli di stampa), ma strutture che la legge destina alle prestazioni di «lungoassistenza», per pazienti stabilizzati e «con bassa necessità di tutela sanitaria» (articolo 3° del dpcm 12 gennaio 2017 – Definizione dei Lea).

     

    L’operazione della Regione Piemonte di trasferimento coatto di centinaia di degenti, annunciata con l’intento di «svuotare» gli ospedali dai vecchi malati e senza alcun riguardo all’adeguatezza terapeutica dell’operazione, è puro «ageismo istituzionale», cioè razzismo verso i malati inguaribili, gli unici per i quali viene proposta questa «soluzione» di trasferimento in strutture inadeguate.

     

    Inoltre, come si verifica puntualmente con le delibere 1 e 10/2022 approvate dalla Giunta Regionale, al termine di un periodo prefissato di 60 giorni, i malati trasferiti in Rsa e le loro famiglie restano in balìa del gestore privato della struttura, che obbliga alla sottoscrizione di un contratto privato, poiché le Asl con valutazioni illegittime (condizione socio-economica, Isee) non corrispondono la quota sanitaria del ricovero. Se i malati e i loro famigliari si appellano alle leggi vigenti, chiedendo il riconoscimento della quota sanitaria, i gestori dispongono nuovamente il ricovero in Pronto Soccorso, come già successo in casi seguiti dalla Fondazione promozione sociale.

     

    L’articolo 29 dei Lea (Dpcm. 12 gennaio 2017), “Assistenza residenziale extraospedaliera ad elevato impegno sanitario” stabilisce che «Il Servizio sanitario nazionale garantisce trattamenti residenziali intensivi di cura e mantenimento funzionale, ad elevato impegno sanitario alle persone con patologie non acute che, presentando alto livello di complessità, instabilità clinica, sintomi di difficile controllo, necessità di supporto alle funzioni vitali e/o gravissima disabilità, richiedono continuità assistenziale con pronta disponibilità medica e presenza infermieristica sulle 24 ore».

    La durata del trattamento intensivo non può essere esplicitata a priori, ma «è fissata in base alle condizioni dell'assistito che sono oggetto di specifica valutazione multidimensionale».

     

    L’articolo 30 dei Lea (Dpcm. 12 gennaio 2017) individua i corretti percorsi ulteriori di cura: alla fase di cure intensive, per i malati non autosufficienti devono seguire, «previa valutazione multidimensionale e presa in carico (… ) trattamenti estensivi di cura e recupero funzionale a persone non autosufficienti con patologie che, pur non presentando particolari criticità e sintomi complessi, richiedono elevata tutela sanitaria con continuità assistenziale e presenza infermieristica sulle 24 ore».

    La durata di tale trattamento estensivo è solo «di norma» non superiore a sessanta giorni, tuttavia la continuazione della fase estensiva è sempre «fissata in base alle condizioni dell'assistito che sono oggetto di specifica valutazione multidimensionale».

     

    Le prestazioni intensive ed estensive sono a totale carico del Servizio sanitario nazionale.


    Pertanto, il Servizio sanitario può legittimamente attivare tali percorsi per i pazienti che hanno terminato il trattamento della fase acuta in ospedale e che sono in condizioni di proseguire un percorso riabilitativo, di lungodegenza, di continuità assistenziale a valenza sanitaria, ma NON può legittimamente trasferirli in luoghi in cui il setting di cura sia inadeguato e sottodimensionato alle esigenze dei malati.

     

    Discorso specifico meritano i malati che necessitano di cure per l’accompagnamento al fine vita o di cure palliative che NON sono attivate in Rsa e per i quali, quindi, le Rsa NON sono luoghi di cura appropriati.

     

    Per quanto sopra chiediamo che la Regione Piemonte applichi i Livelli essenziali di assistenza che prevedono setting di cura specifici ovvero garantisca cure intensive ed estensive appropriate in funzione dei bisogni sanitari dei pazienti anche anziani malati cronici non autosufficienti.  Inoltre ribadiamo la richiesta di apertura di un tavolo di confronto per la ridefinizione degli standard delle strutture Rsa - oggi assolutamente insufficienti in qualità e quantità di personale impiegato - al fine di garantire cure adeguate agli utenti ricoverati.

     

     

    Maria Grazia Breda e Andrea Ciattaglia

    Fondazione promozione sociale onlus / Ets


  • Visite in Rsa e altre strutture - Facsimile per la richiesta

    1. Uniamo il messaggio inviato dalla Fondazione promozione sociale in materia di visite e accessi nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie.
    1. Inviamo anche un facsimile di richiesta individuale di accesso nelle forme consentite dalla legge.
      Restiamo a disposizione per la compilazione della richiesta nei casi particolari e laddove occorra replicare alle risposte negative dei gestori.


  • Buono domiciliarità

  • Segnaliamo che è stata pubblicata sul sito della Regione Piemonte la scheda informativa per l'ottenimento del "Buono domiciliarità", consultabile a questo indirizzo.
    Si tratta di un contributo mensile erogato direttamente dalla Regione Piemonte, del valore di 600 euro, riconosciuto per un periodo massimo di 24 mensilità, spendibile per l’acquisto di servizi di assistenza familiare o di assistenza educativa nel caso di minori, a favore di persone non autosufficienti (anziani o disabili) residenti e/o con domicilio sanitario in Piemonte.
    Il contributo può essere richiesto se in possesso dei requisiti seguenti:

    • essere residenti e/o avere il proprio domicilio sanitario in Piemonte;
    • essere già sottoposti a “valutazione multidimensionale” presso le Unità di Valutazione competenti (Unità di Valutazione Geriatrica, U.V.G., o Unità Multidisciplinare di Valutazione della Disabilità, U.M.V.D.) ed aver ottenuto un punteggio sociale non inferiore a 7;
    • essere in possesso di ISEE sociosanitario in corso di validità con valore non superiore a 50mila euro (65mila euro se il destinatario è minorenne). Non è ammesso un ISEE corrente o che presenti anomalie.

    Per ogni informazione rivolgersi ai Servizi sociali o consultare il sito della Regione al link sopra indicato

  • Linee guida regionali sull'ISEE

  • Si uniscono le linee guida sull'Isee definite dalla Regione Piemonte.

    Gli Enti gestori dei servizi socio-assistenziali devono recepirle entro 6 mesi.

    E' importante seguire nei territori l'applicazione della normativa, che deve rispettare l'impianto nazionale del dpcm 159/2013 e norme successive, confermate dalle sentenze del Consiglio di Stato.

    Per approfondire la delibera regionale e individuare i punti su cui possiamo intervenire a livello locale (Consigli comunali ed Enti gestori dei servizi socio-assistenziali) sarà organizzato un apposito incontro con le associazioni (indicativamente nella prima settimana di febbraio).


  • Dal DDL non autosufficienza alla vera graranzia delle cure
  • Quali sono gli interventi mirati possibili, alternativi al pessimo testo del Ddl Non Autosufficienza, per il rispetto dei diritti dei malati e delle persone con grave disabilità?
    È necessaria la mobilitazione contro l'istituzione di un Sistema alternativo al Servizio sanitario pubblico che scarica i non autosufficienti sulle loro famiglie e li rende preda delle speculazioni private.

    L'appuntamento di Giovedì 26 gennaio 2023 è dedicato ad approfondire la negativa bozza di Disegno di legge delega sulla non autosufficienza approvata nell'ultimo Consiglio dei Ministri del Governo Draghi e, purtroppo, finora sostenuta da molte organizzazioni sociali, che negli anni scorsi – al contrario – promossero insieme alla Fondazione promozione sociale e al Csa iniziative di promozione e di tutela del diritto alle cure domiciliari, semi-residenziali e residenziali delle persone con grave disabilità e dei malati non autosufficienti.

    L'incontro avrà la struttura del seminario e di occasione di scambio di contenuti, perchè riteniamo necessario capire insieme le gravi ripercussioni per tutti i cittadini coinvolti dall'eventuale approvazione della norma e gli strumenti mirati che – al contrario – soddisferebbero le loro esigenze.

  • Per opportuna conoscenza si unisce l’articolo “Un baratto illegittimo. Un voucher al posto dei diritti” con riferimento alla Dgr 5 luglio 2022 n. 1-5307 della Regione Piemonte.


  • DDL Delega Anziani
  • Per opportuno approfondimento, si unisce copia della lettera inviata al nuovo Governo Meloni in relazione al Disegno di legge Delega sulla Non autosufficienza, approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri del precedente Governo Draghi.

    "Autismo, progetto di vita..." e "Come salviamo la vera 'Vita Indipendente'" - articoli